Cuore, come funziona e come tenerlo in salute
Il cuore è un organo fondamentale per la nostra sopravvivenza perché pompa il sangue attraverso il corpo, fornendo ossigeno e nutrienti ai tessuti e ai vari organi. Scopriamo come prenderci cura del nostro cuore e mantenerlo in buona salute.
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Il cuore è un organo cavo muscolare responsabile della pressione che consente la circolazione del sangue. Può essere interessato da diverse patologie.
- Cos'è il cuore
- Anatomia del cuore umano
- Fisiologia del cuore
- Battiti e pulsazioni
- Arterie e vene
- Principali malattie cardiache
- Come mantenere il cuore in salute
- Stati ansiosi e salute del cuore
- La tachicardia
- Le extrasistole
- Quando rivolgersi al medico
Cos’è il cuore
Il cuore è un organo fondamentale per la nostra sopravvivenza perché pompa il sangue attraverso il corpo, fornendo ossigeno e nutrienti ai tessuti e ai vari organi. La posizione del cuore è nel petto, leggermente spostata verso sinistra, protetta dalla gabbia toracica.
Una sua particolarità sta nel fatto che il cuore è un muscolo involontario. Gli altri muscoli striati del corpo umano, infatti, ricevono stimoli dal cervello; anche il cuore è striato, ma funziona in automatico grazie agli impulsi elettrici che lui stesso origina.
Anatomia del cuore umano
Il cuore umano è composto principalmente da muscoli e ha all’incirca le dimensioni di un pugno chiuso. È protetto da un sacco chiamato pericardio e si trova nella cavità toracica, tra i polmoni, ai quali è collegato attraverso le arterie polmonari: sono questi vasi sanguigni a portare il sangue ai polmoni affinché sia ossigenato.
Il cuore riceve sangue ricco di ossigeno attraverso le arterie coronarie, che si trovano sulla sua superficie:
- la coronaria sinistra si divide nelle arterie interventricolare anteriore e l'arteria circonflessa;
- la coronaria destra perfonde la parte destra del cuore.
Se queste arterie si bloccano o si restringono, può verificarsi un'insufficiente fornitura di sangue al cuore, causando un'angina o un attacco di cuore.
Il cuore umano è diviso in quattro camere:
- l'atrio destro riceve il sangue venoso desaturato che proviene dalla periferia del corpo;
- il ventricolo destro porta questo sangue venoso verso i polmoni dove sarà ossigenato;
- l'atrio sinistro riceve il sangue ossigenato proveniente dai polmoni;
- il ventricolo sinistro porta il sangue ossigenato alla periferia del corpo.
Le cavità del cuore sono separate dalle valvole cardiache che si aprono e si chiudono sincronicamente con le contrazioni del cuore, facendo sì che il sangue fluisca in una sola direzione e non torni indietro:
- la valvola tricuspide è situata tra l'atrio destro ed il ventricolo destro;
- la valvola polmonare è situata tra il ventricolo destro e l'arteria polmonare e porta il sangue ai polmoni;
- la valvola mitrale (deve il suo nome alla forma che ricorda la mitra dei vescovi) è situata tra l'atrio ed il ventricolo sinistri;
- la valvola aortica che è situata tra il ventricolo sinistro e l'aorta, che porta il sangue alla periferia del corpo.
Le cavità cardiache destra e sinistre sono separate a loro volta da setti che si chiamano setto interatriale e setto interventricolare.
Fisiologia del cuore
Il cuore agisce come una pompa, spingendo il sangue attraverso un intricato sistema di vasi sanguigni chiamato sistema circolatorio. Il flusso sanguigno è essenziale per fornire ossigeno e nutrienti a tutti i tessuti e gli organi del nostro corpo, nonché per rimuovere i prodotti di scarto metabolici.
Una curiosità: quanti litri di sangue pompa il cuore in un minuto? In condizioni normali, 5-6; se invece è sotto sforzo arriva anche a 25.
Il cuore batte ritmicamente grazie al suo sistema di conduzione elettrica intrinseco. Il nodo del seno, situato nell'atrio destro, genera impulsi elettrici che si diffondono attraverso le fibre muscolari del cuore, stimolando la contrazione sincronizzata delle camere cardiache.
Questa contrazione avviene in due fasi: la sistole e la diastole. Durante la sistole, i ventricoli si contraggono, spingendo il sangue nelle arterie. Durante la diastole, i ventricoli si rilassano e si riempiono di nuovo di sangue.
Il flusso sanguigno attraverso il cuore è regolato anche dalla pressione arteriosa. Durante la sistole ventricolare, la pressione arteriosa aumenta e le valvole aortiche e polmonari si aprono, consentendo al sangue di essere espulso dai ventricoli nelle arterie principali.
Questo flusso di sangue ricco di ossigeno viene poi distribuito a tutti i tessuti e gli organi attraverso una rete di arterie di dimensioni sempre più piccole. Nel frattempo, durante la diastole ventricolare, quando i ventricoli si rilassano, la pressione arteriosa diminuisce e le valvole aortiche e polmonari si chiudono per impedire il reflusso del sangue.
Tutto questo meccanismo può funzionare soltanto se il cuore riceve un adeguato apporto di ossigeno e nutrienti. Se le arterie coronarie si restringono o si bloccano, la fornitura di sangue al cuore è insufficiente e si rischia l’angina o l’infarto.
Battiti e pulsazioni
A tutti prima o poi è capitato di misurarsi le pulsazioni, magari premendo le dita contro il polso o il lato del collo. Ma cosa significa esattamente e a cosa serve? Un battito è un singolo ciclo di contrazione e rilassamento del muscolo cardiaco; si parla invece di pulsazioni per riferirsi al numero di volte in cui si sente il polso arterioso al minuto.
Monitorare la frequenza cardiaca può essere utile per valutare la salute del cuore. In generale, la frequenza normale per un adulto a riposo è compresa fra i 60 e i 100 battiti al minuto, salvo poi aumentare durante l’esercizio fisico intenso, perché il cuore deve fornire più sangue e ossigeno ai muscoli.
Esistono tuttavia diversi fattori che incidono sul battito cardiaco: innanzitutto la predisposizione e le caratteristiche fisiche individuali, ma anche il livello di allenamento, l’assunzione di alcuni farmaci, gli stati di ansia e stress.
Arterie e vene
Quando si parla genericamente di vasi sanguigni, in realtà ci si riferisce a vene e arterie: due tipologie di vasi che hanno caratteristiche e funzioni diverse e complementari tra loro.
Le arterie, che si ramificano in arteriole e capillari, portano il sangue ricco di ossigeno e nutrienti dal cuore verso gli organi e i tessuti. Le loro pareti elastiche e muscolari permettono loro di resistere alla pressione generata dal battito cardiaco e di mantenere un flusso sanguigno costante e vigoroso.
Le vene invece sono i vasi sanguigni che recuperano dai tessuti il sangue, impoverito di ossigeno e ricco di scorie metaboliche, e lo riportano verso il cuore. Scorrono più in superficie, vicino alla pelle, per poi confluire nelle vene più grandi (chiamate vene cave e dirette verso il cuore). Le loro pareti sono più sottili e meno elastiche rispetto a quelle delle arterie. Sono inoltre provviste di valvole che impediscono al sangue di andare nella direzione sbagliata.
Principali malattie cardiache
Una patologia cardiaca può interessare una o più parti del sistema cardiovascolare. Di seguito descriviamo in modo sintetico le principali:
- Aritmia: è un difetto nella conduzione elettrica del cuore che altera la frequenza dei battiti. Si parla di tachicardia quando si superano i 90 battiti al minuto e, viceversa, di bradicardia quando le pulsazioni scendono al sotto di 40-50 al minuto. Si parla di extrasistole invece quando il battito è irregolare, tant’è che la persona può avere la sensazione che il cuore abbia saltato un battito.
- Infarto del miocardio: il flusso di sangue verso il cuore viene bloccato, causando danni alle cellule cardiache. Si riconosce per il dolore toracico intenso, accompagnato da sudorazione e nausea.
- Angina pectoris: è una forma di dolore toracico causata da una temporanea riduzione del flusso sanguigno al cuore.
- Insufficienza cardiaca: il cuore non è in grado di pompare abbastanza sangue per soddisfare le esigenze del corpo.
- Arteriopatia coronarica: le arterie che forniscono sangue al cuore si restringono a causa dell'accumulo di placca: se si bloccano, possono provocare un infarto.
- Fibrillazione atriale: è un disturbo del ritmo cardiaco caratterizzato da battiti irregolari e rapidi nell'atrio. Può aumentare il rischio di coaguli di sangue e ictus.
- Ipertensione: la pressione del sangue sulle pareti delle arterie è costantemente elevata. Non è di per sé una malattia, ma un fattore di rischio per ictus e patologie cardiovascolari.
- Valvulopatia cardiaca: le valvole del cuore non funzionano correttamente, perché presentano stenosi (restringimento) o insufficienza (perdita di tenuta).
- Cardiomiopatia: è una malattia del muscolo cardiaco che rende difficile al cuore pompare il sangue in modo efficiente, portando complicanze come l’insufficienza cardiaca.
- Malattie congenite del cuore: sono difetti strutturali presenti fin dalla nascita che talvolta devono essere corretti con un intervento chirurgico.
- Endocardite: è un'infezione dell'endocardio, la membrana interna del cuore.
- Miocardite: è l'infiammazione del muscolo cardiaco, causata da infezioni virali o batteriche, oppure da reazioni autoimmuni.
- Aneurisma aortico: è un’area dilatata dell’aorta che può rompersi, causando una pericolosa emorragia interna.
Come mantenere il cuore in salute
La cura naturale per fortificare il cuore passa attraverso lo stile di vita, a cominciare dall’alimentazione.
Le regole di base da seguire sono piuttosto semplici:
- Tenere sotto controllo il peso corporeo;
- ridurre l’apporto di sale, evitando di aggiungerlo alle pietanze ma anche di consumare quei cibi pronti industriali che ne sono ricchissimi;
- evitare salse, piatti precotti, alimenti conservati sotto sale o sott’olio;
- prediligere le cotture con ridotto apporto di grassi, come quella al vapore, ai ferri e al forno;
- abolire (o ridurre fortemente) alcolici, superalcolici e bevande zuccherate;
- prediligere come condimento l’olio extravergine di oliva a crudo;
- consumare quotidianamente generose porzioni di frutta e verdura di stagione;
- se si segue una dieta onnivora, prediligere pesce azzurro e carni bianche e mangiare solo occasionalmente carni rosse e insaccati;
- tenere sotto controllo il consumo di uova.
Mantenersi in salute significa anche fare movimento fisico, in modo compatibile con la propria età e le proprie condizioni. Chi non ha la possibilità di svolgere una vera e propria attività sportiva dovrebbe quantomeno prendere l’abitudine di camminare a passo sostenuto almeno mezz'ora al giorno, fare le scale invece di prendere l’ascensore, evitare di prendere l’auto per brevi tragitti.
Un altro nemico giurato del cuore è il fumo di sigaretta. Chi fuma ha una probabilità doppia di essere colpito da infarto rispetto a chi non fuma; ma basta smettere di fumare, a qualsiasi età, per vedere dimezzato dopo appena un anno il rischio di contrarre patologie cardiovascolari.
Tra i rimedi naturali si può senza dubbio citare il biancospino, utile per ansia e disturbi cardiaci di lieve entità. Questa pianta infatti esercita un’azione miorilassante e cardiotonica, aumentandone la forza e rallentandone le contrazioni, cosa molto utile per chi soffre di tachicardia e aritmie. Ci sono tante modalità per assumere il biancospino per stati ansiosi e tachicardia:
- Tisana;
- tintura madre;
- gemmoderivato;
- estratto fluido.
Stati ansiosi e salute del cuore
Che effetto hanno ansia e stress sulla salute del cuore?
Lo abbiamo chiesto al dottor Andrea Annoni, medico radiologo responsabile di U.S. Radiologia Body del dipartimento di Cardiologia peri-operatoria e imaging cardiovascolare del Centro Cardiologico Monzino IRCCS di Milano.
“Lo stress e gli stati ansiosi, soprattutto se prolungati nel tempo, possono portare a un’attivazione del sistema neuroendocrino (cioè in sintesi il “sistema” costituito dalle ghiandole e dalle cellule del nostro organismo deputate alla produzione di ormoni). inducendo un incremento nella produzione di ormoni come il cortisolo e le catecolamine”, spiega.
“Queste sostanze, che anticamente dovevano preparare l’animale uomo alla cosiddetta reazione di attacco o fuga, portano a un incremento della pressione arteriosa, della frequenza cardiaca e favoriscono il rilascio di insulina. Oltre a questo può verificarsi un’attivazione di catene di mediatori dell’infiammazione con effetti a lungo termine di un aumentato rischio di coagulazione del sangue, con il conseguente rischio di fenomeni trombotici, come l’insulino-resistenza, che possono portare rispettivamente a infarti, stroke o a sviluppare diabete”.
“Per fare un esempio, esiste una sindrome in cardiologia denominata Tako-Tsubo, in cui il cuore si deforma con l’apice arrotondato praticamente privo di contrazione (prendendo appunto la forma di una tipica trappola per polpi dei pescatori giapponesi, da cui il nome). In questo caso si hanno tutti i sintomi e i segni dell’ischemia acuta o infarto, senza però che le coronarie siano interessate da patologia ateromasica ostruente. In questa sindrome i pazienti hanno tutti subito tipicamente un forte stress emotivo”.
“Volendo rileggere la domanda, potremmo quindi dire che non sono tanto l’ansia o lo stress ad incrementare il rischio cardio-vascolare, quanto il modo in cui il nostro organismo reagisce a essi. Anche perché spesso ansia e stress causano dei circoli viziosi in cui per far fronte a questi periodi vengono alterate le abitudini alimentari, si fuma di più e si altera il ciclo sonno-veglia, incrementando così il rischio cardio-vascolare”, conclude.
Per questo motivo può essere il caso di riflettere sul proprio stile di vita e sui propri ritmi, ritagliandosi spazio anche per pratiche come lo yoga e la meditazione.
La tachicardia
In condizioni normali, il cuore di un adulto a riposo dovrebbe avere una frequenza cardiaca compresa tra 60 e 100 battiti al minuto: se supera i 90 si parla di tachicardia, o battito cardiaco accelerato.
Le cause possono essere diverse e vanno ricostruite da un medico. Tra i fattori scatenanti più comuni ci sono senza dubbio stress, ansia, attività fisica intensa, consumo di sostanze stimolanti (caffeina, tabacco, alcuni farmaci, alcool e droghe), ipertensione, disturbi della tiroide o del cuore. È abbastanza comune che a soffrire di tachicardia siano persone anziane o con altre patologie.
La tachicardia di per sé non è una malattia ma può essere associata a sintomi abbastanza sgradevoli, come sensazione di battito accelerato, vertigini, palpitazioni, dolore toracico, affaticamento, mancanza di respiro o svenimento.
Finché rimane una circostanza sporadica o momentanea, tendenzialmente si risolve senza alcuna conseguenza. Se invece diventa prolungata o frequente, può incrementare il rischio di aritmie, scompensi cardiaci, ictus e altri problemi anche gravi.
Le extrasistole
Si parla di extrasistole quando una persona percepisce un battito cardiaco irregolare (extra, appunto) perché il cuore ha una contrazione che fuoriesce dal suo ritmo regolare.
Nel concreto, si sente una sorta di “saltello” o si ha l’impressione che il cuore abbia saltato un battito.
Tra le cause si possono menzionare lo stress, l’ansia, la stimolazione eccessiva del sistema nervoso, l’abuso di caffeina, alcool, droghe e sigarette. Le extrasistoli possono essere anche le spie di carenze di potassio o magnesio nel sangue, oppure di patologie che coinvolgono le arterie coronarie o le valvole cardiache.
Finché l’extrasistole è un fenomeno del tutto occasionale, di norma non c’è da preoccuparsi. Se invece le extrasistoli sono continue e sono accompagnate da palpitazioni, vertigini, battito accelerato e capogiri, è bene consultare un medico per una valutazione più approfondita. Oltre all’elettrocardiogramma (ECG), il cardiologo può ritenere opportuno eseguire un holter, cioè un monitoraggio dell’attività cardiaca per 24 ore ininterrotte.
Quando rivolgersi a un medico
“In linea generale si può affermare che raggiunti i 40 anni per gli uomini e i 45 anni per le donne, sarebbe opportuno pensare di sottoporsi a uno screening di tipo cardio-vascolare in modo da poter mettere in luce eventuali situazioni di incremento del rischio di sviluppare patologie tramite score di rischio che tengono conto sia di patologie esistenti che di familiarità per patologie cardiache o abitudini di vita che potrebbero aumentare il rischio di sviluppare patologie in futuro”, suggerisce il dottor Andrea Annoni.
“In questo modo, il medico incaricato dei controlli o il proprio curante può integrare il controllo base per esempio con altri esami di imaging come l’ecocardiogramma o, in caso di particolare rischio o sospetto di patologie coronariche o cardiache, una TC cardiaca o una risonanza magnetica".
"In caso di forte familiarità, l’età per i controlli si può abbassare a 35 anni per gli uomini e 40 anni per le donne. I controlli andrebbero poi generalmente eseguiti ogni 2 anni o ogni anno per i soggetti a rischio aumentato, comprendendo anche analisi del sangue per poter controllare tra le altre cose la glicemia e l’assetto lipidico, ossia i valori di colesterolo e trigliceridi, direttamente coinvolti nel rischio di sviluppare patologie cardio-vascolari”.
Quali sono invece i sintomi per i quali bisogna immediatamente rivolgersi a un medico? “Quello dei sintomi legati alle patologie cardiache è un capitolo complesso e molto delicato”, risponde il dottor Andrea Annoni. “Il dolore toracico è sicuramente il sintomo maggiormente correlato a possibili patologie dei vasi coronarici (i vasi arteriosi che portano sangue al muscolo cardiaco o miocardio)”.
“Il problema è che il dolore è purtroppo spesso un sintomo ingannevole e la sua intensità non correla sempre con la gravità del problema”, spiega. “In caso di situazioni o periodi particolarmente stressanti esistono altre problematiche che possono essere correlate con dolore toracico come ad esempio la gastrite o la malattia da reflusso gastro-esofageo.
Esistono inoltre sintomi atipici come per esempio la dispnea (o difficoltà respiratoria, fame d’aria), l’astenia (debolezza) generalizzata, o le sensazioni di svenimento che possono contribuire a rendere ancora più complessa l’esatta identificazione delle cause del dolore toracico. Anche alterazioni della frequenza cardiaca con accelerazioni (tachicardia) o irregolarità (extrasistoli) possono verificarsi in caso di ansia e stress ma potrebbero avere una causa diversa e meritevole di approfondimento”.
“In linea generale, episodi di forte dolore toracico, durante sforzi o peggio a riposo, affaticabilità, dispnea per sforzi minimi o extrasistolie, ma anche dolori allo stomaco in assenza di note patologia gastrointestinali, sono motivi per recarsi dal proprio curante, fare un approfondimento cardiologico o in casi di particolare rischio recarsi al Pronto soccorso. Anche perché gli stessi sintomi potrebbero essere correlati a cause non prettamente cardiache ma molto vicine (ad esempio il pericardio, l’aorta toracica o i polmoni)”.