Piante spontanee commestibili di stagione a gennaio
Tra le piante spontanee di stagione a gennaio troviamo i bulbi di porro e aglio, le radice di cicoria e le prime foglie di bietole.
di Mira Tonioni
1 di 5
In inverno le piante spontanee erano una risorsa eccellente quando nell’orto il cibo scarseggiava.
Persino a gennaio quando la neve non ricopriva i campi e i prati era possibile andare a cercare erbe e piante commestibili e per uso curativo.
E allora anche oggi possiamo riprendere queste conoscenze per arricchire i nostri piatti e fare delle belle passeggiate: attenzione a scegliere sempre luoghi non inquinati altrimenti i vantaggi per il benessere saranno pochi!
Innanzitutto bisogna cercare sotto terra tra radici e bulbi e per farlo bisogna essere pratici di fitoalimurgia e riconoscimento delle piante perché si devono ricordare i luoghi dove nell’arco dell’anno erano presenti le piante delle quali ci interessa la parte sotterranea.
Bulbi, radici e foglie di erbe in gennaio
Parliamo di agli e porri selvatici, radici di tarassaco e cicoria, bulbi e rizomi di vari altre piante. Ricordiamo ai non esperti che questo riconoscimento è uno dei più difficili perché tra i bulbi troviamo piante velenose e tossiche come il colchico autunnale che è mortale e non esiste antidoto.
Quindi un po’ come per il riconoscimento dei funghi stiamo molto attenti e impariamo bene prima da esperti del settore quali piante sono commestibili, mostriamole sempre a loro se abbiamo dubbi sull’identità della pianta o della parte di essa che vogliamo raccogliere a scopo alimentare.
Più facile in questo periodo da raccogliere sono le prime tenerissime foglie di erbe come la bietola selvatica, alcune varietà di piantaggine, i primi teneri butti di cicerbita e tante altre foglioline che si preparano a fare capolino dal riposo invernale.
Come conservare semi e bulbi in inverno
2 di 5
Allium vineale e Allium ampeloprasum, ovvero aglio selvatico e porro selvatico, sono due membri della famiglia delle Amarylidacee (secondo la recente classificazione AGP).
Molto comuni nei terreni aridi o particolarmente permeabili, spessissimo li troviamo in vigneti (per l'appunto vineale) olivete, nonché nei pressi di fossi o ruscelli. Ne vengono utilizzati i bulbi (e i bulbilli) e la parte bianca delle foglie.
Ricchi di fibre, vitamina A, C, B6 e B9; tra gli elementi abbondano potassio, silicio e ferro. Hanno proprietà diuretiche, lassative, disintossicanti, antisettiche, antiasmatiche, vasodilatanti, ipotensive.
Nota da secoli è la loro proprietà di combattere i parassiti nell'organismo. Grazie alle fibre particolarmente delicate sono da sempre impiegate per la pulizia dell'intestino.
In cucina possono sostituire il comune aglio e la comune cipolla, essere lavorati per aromatizzare gli oli e possono essere usati crudi nelle insalate, oppure insieme ad altri ingredienti in minestre e zuppe.
Se raccolti nei mesi invernali conservano un aroma più delicato e meno aggressivo, più adatto al consumo crudo.
3 di 5
La pianta di cicoria è una delle piante commestibili più raccolte e conosciute tanto che essenzialmente quando i contadini dicevano “vado a far radicchi” raccoglievano essenzialmente le foglie di Cichorium intybus.
Raccolta come foglia da ottobre a giugno e come radice da gennaio a maggio preferibilmente quando ancora non è fiorita. I fiori sono commestibili e utilizzati anche per preparati erboristici come tisane o addirittura li troviamo tra i fiori di Bach (Cicory).
La radice ha una forma a fittone, necessita di scavino per la sua estrazione ed è consigliabile scegliere piante di almeno un anno ricordando di lasciare esemplari belli e sani presso i luoghi di buona raccolta per far sviluppare nuovamente la specie e ritrovarla per le raccolte successive.
La radice di cicoria ha un sapore amaro dato dall’acido cicorico che aiuta molto la depurazione del fegato ed è conosciuta proprio per rinforzare la funzionalità epatica.
Inoltre è usata nell’insufficienza biliare e nell’iperglicemia dato che diminuisce il tasso di zuccheri con una spiccata azione antidiabetica.
In cucina può essere usata lessata con semplice olio e limone o in altre preparazioni con radici dolci tipo carote e rape varie.
La cicoria viene in aiuto proprio a gennaio dopo gli eccessi a tavola delle festività natalizie e di fine anno con un aumento della produzione di succhi gastrici che migliora il transito intestinale e favorisce la digestione oltre a una buona disintossicazione generale.
Come riconoscere la cicoria selvatica?
4 di 5
Questa ricetta riporta indietro al tempo in cui ancora il caffè non era presente sulle nostre tavole. E ancora in un passato più vicino, nei periodi di ristrettezza e dopoguerra, non avendo possibilità di acquistare il caffè, questa ricetta veniva rispolverata …
Andando a fare una passeggiata in campagna e si raccoglievano le piante di cicoria da ottobre a giugno utilizzandone le foglie come a mo' di spinacio, tenendo da parte le radici per questa speciale ricetta.
Per preparare il caffè di radice di cicoria, lavare le radici bene bene lasciandole a mollo per non più di 5 minuti e poi si risciacquano.
Rilavareun paio di volte magari con acqua tiepida per sciogliere meglio la terra e ci aiutiamo con strumento tipo spazzola che riesca meglio a pulirle esternamente.
Finita la lavatura tagliare a fettine e ci possiamo aiutare con un mixer per ridurle di dimensioni senza però farne farina.
Metterle su una teglia in forno a 200 °C per 2 o 3 ore e lasciare lo sportello leggermente aperto per far evaporare l’umidità.
Successivamente le radici saranno scure e quasi tostate, stiamo quindi attenti a non bruciarle.
Mettere il tutto nel mix e farne polvere da conservare in un contenitore ermetico, al riparo da luce e calore per poi utilizzare come succedaneo del caffè.
Lo stesso procedimento è possibile con le radici di tarassaco officinale.
Prova le ricette vegane del mese di gennaio
5 di 5
La bietola selvatica o spontanea ha il suo nome di riconoscimento botanico Beta vulgaris. Sembra che bett sia un termine celtico per indicare il colore rosso e che questa sua caratteristica si rifletta nelle venature rossicce delle radici e sulle nervature centrali di molte varietà di bietola.
Questa pianta è molto comune in Italia e la troviamo sotto i vigneti, nei luoghi sabbiosi, lungo zone coltivate e incolte ad un'altitudine che va dal piano sino a 600 m s.l.m.
La raccolta delle foglie di bietola spontanea inizia da gennaio sino a giugno e riprende poi da ottobre a fine anno.
Molto simile come forma alla sorella coltivata con però più caratteristiche di resistenza e rusticità che si rispecchiano in maggior quantità di principi attivi salutari come vitamine e sali minerali.
Infatti è importante come fonte di ferro con proprietà antianemiche ed è una delle verdure più ricche in vitamina A.
Un consiglio per conservare tutte le sue preziose sostanze è quello di utilizzare anche l’acqua di cottura delle bietole visto che molti nutrienti sono solubili e per recuperarli va consumata l’acqua.
Di facile utilizzo in cucina per torte salate e pasta verde, oltre che nelle zuppe, minestre e sformati, grazie al suo sapore delicato e gradevole.