Equiseto, proprietà e benefici

L’equiseto è un rimedio noto per i suoi benefici su ossa e capelli, ma anche per le proprietà diuretiche e antinfiammatorie.

equiseto

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Equiseto, pianta e habitat

L’equiseto o coda cavallina è una specie appartenente alla famiglia delle Equisetaceae che include come unico genere quello dell’Equisetum. Il genere comprende una trentina di piante ma l’unica che trova impiego in erboristeria è l’Equisetum arvense.

La pianta presenta assi fertili, privi di clorofilla, che si sviluppano in primavera e assi sterili e verdi, deputati alla fotosintesi che si sviluppano successivamente.

 

Gli assi fertili presentano sottili costole longitudinali e nodi evidenti in cui si inseriscono numerose foglie piccole che crescono saldate insieme rivestendo la base dell’internodo, come una sorta di guaina. Sempre a livello dei nodi si sviluppano le ramificazioni, assenti negli assi fertili che portano all’apice uno strobilo terminale.

 

L’equiseto cresce negli ambienti umidi, nel bosco e nei terreni incolti lungo i fossati e non è raro incontrarlo allo stato spontaneo.

 

La pianta condivide però l’habitat con una specie molto simile ma nota per la sua tossicità, l’Equisetum palustre, che non va adoperato. L’equiseto palustre contiene infatti degli alcaloidi tossici noti come palustrine, presenti in tutte le piante di questo ordine ma solo in tracce nell’equiseto arvense.

 

Come riconoscere l’equiseto tossico? Distinguere le due specie non è semplice, anche se presentano alcune differenze. Nell’equiseto palustre, ad esempio, i “denti” della guaina fogliare sono più lunghi e la prima articolazione delle ramificazioni è più corta rispetto alla lunghezza della guaina fogliare.

 

Equiseto in erboristeria

L’equiseto, chiamato anche "Asperella" o "coda cavallina", in inglese è chiamato "horsetail" e in francese "prêle".


È impiegato fin dall’antichità per le sue proprietà terapeutiche e ancora oggi rappresenta un rimedio erboristico e fitoterapico noto.

 

In erboristeria l’equiseto è usato sotto forma di infuso, tintura madre e in estratto secco e fluido. Le parti utilizzate dell’equiseto sono i fusti sterili della pianta, raccolti in primavera ed essiccati.

 

Per preparare la tisana di equiseto o decotto di equiseto si usano 3 grammi di droga vegetale per ogni tazza d’acqua da far bollire per cinque minuti per poi filtrare dopo un quarto d’ora; se ne possono bere fino a tre tazze al giorno.

 

La tintura madre di equiseto si prepara invece con la pianta raccolta alla fine della primavera e si assume diluendone 40 gocce in acqua da una a tre volte al giorno.

 

Composizione chimica

L’equiseto contiene un fitocomplesso costituito da:

  • Sali minerali;
  • flavonoidi;
  • saponine;
  • steroli;
  • acido ascorbico;
  • acidi fenolici;
  • alcaloidi

 

Il minerale più rappresentato nell’equiseto è il silicio, mentre per quanto riguarda i flavonoidi, questi sono diversi a seconda del chemotipo: nel chemotipo asiatico-americano è presente luteolo e il suo estere malonico, assenti in quello europeo.

 

Gli alcalodi dell’equiseto sono rappresentati da nicotina e palustrine, presenti però solo in tracce.

 

Le proprietà

L’equiseto è noto per le sue proprietà:

  • Diuretica;
  • emopoietica;
  • emostatica;
  • rimineralizzante.

 

Esternamente, l’equiseto ha anche azione:

  • Rassodante;
  • elasticizzante;
  • cicatrizzante;
  • astringente.


Tali proprietà ne giustificano l’uso tradizionale e per l’impiego in ambito erboristico e fitoterapico.

 

Quando si utilizza l'equiseto

L’equiseto è un rimedio cui si fa ricorso soprattutto per le sue proprietà rimineralizzanti dunque per trattare le alterazioni dello scheletro sia durante lo sviluppo sia nel corso della vita, ad esempio per favorire la formazione del callo osseo in caso di fratture o per prevenire e trattare osteoporosi e osteoartrosi.

 

L’azione antidolorifica e antinfiammatoria dell’equiseto rendono questa pianta utile anche in caso di artrite reumatoide.

 

L’attività diuretica data dai flavonoidi e dalle saponine, viene sfruttata in caso di edemi e per favorire la diuresi in caso di infezioni batteriche, e infiammazioni delle vie urinarie, renella.

 

In quanto rimedio diuretico, si è diffuso l’uso dell’equiseto contro la ritenzione idrica e questa pianta è usata anche per favorire la sintesi di collagene in caso di cellulite e invecchiamento cutaneo.

 

Esternamente, invece, l’equiseto si usa per proteggere pelle e mucose, favorirne la guarigione in caso di ferite e migliorare l’elasticità della pelle. Sempre esternamente, l’equiseto è utile in caso di pelle e capelli grassi, foruncoli, cisti, piaghe ed emorroidi.

 

Equiseto per la diuresi

L’attività diuretica dell’equiseto è data dalla presenza di flavonoidi e saponine e consiste nel facilitare l’eliminazione di acqua senza però influire sugli elettroliti.

 

Per la sua capacità di stimolare la diuresi, l’equiseto viene adoperato in caso di :

  • Edemi; 
  • gonfiori       

 

ma anche per ripulire le vie urinarie in chi soffre di infezioni e infiammazioni a carico dei reni.

 

Equiseto e salute dei capelli

L’equiseto è considerato un rimedio rimineralizzante utile per unghie e capelli deboli, che si spezzano o eccessivamente sottili. Oltre che per via interna, le preparazioni a base di equiseto come il decotto si utilizzano anche esternamente per le proprietà astringenti.

 

Nel caso dei capelli, frizioni e risciacqui con il decotto di equiseto possono migliorare la salute del cuoio capelluto e ridurre la produzione di sebo.

 

Equiseto e osteoporosi

L’uso dell’equiseto è noto soprattutto per l’attività rimineralizzante sulle ossa, motivo per cui questa pianta viene adoperata in caso di osteoporosi ma anche osteoartrosi e fratture.

 

L’equiseto contiene infatti silicio, un minerale che può facilitare la formazione di carbonato di calcio, la sintesi di collagene e di glucoaminoglicani che costituiscono la cartilagine.

 

Inoltre il silicio, in sinergia con i flavonoidi, aumenta l’attività delle cellule che costruiscono tessuto osseo (osteoblasti) e riduce quella delle cellule che lo degradano (osteoclasti). Per questi motivi si ritiene che l’equiseto possa aiutare a migliorare la salute delle ossa e delle articolazioni.

 

Controindicazioni ed effetti collaterali

L’equiseto è considerato un rimedio sicuro e non presenta particolari controindicazioni o effetti collaterali se utilizzato ai normali dosaggi di impiego.

 

L’uso dell’equiseto è però sconsigliato in gravidanza, allattamento e nei bambini sotto i dodici anni per la presenza di nicotina, anche se questa è contenuta in minime quantità.

 

L’equiseto è inoltre controindicato in caso di:

  • Edema dovuto a scompenso cardiaco o renale;
  • chiaramente, in caso di sensibilità o allergia alla pianta o ai suoi componenti.

 

Interazione con i farmaci

Per via dell’azione diuretica, l’equiseto non va adoperato nelle persone che assumono già diuretici per evitare che gli effetti si sommino e si amplifichino.

 

L'equiseto nella medicina popolare

L'uso dell'equiseto deriva dalla medicina tradizionale che da sempre lo impiega come diuretico, rimineralizzante ed emostatico.

 

Il decotto in acqua o birra veniva utilizzato per fermare le emorragie, mentre l’equiseto in decozione nel vino era consigliato per stimolare la diuresi, espellere i calcoli e curare le infiammazioni a carico dei reni.

 

La polvere di equiseto veniva invece aggiunta al cibo per la sua presunta azione rimineralizzante e usata come ricostituente in convalescenza.

 

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