Eritema: sintomi, cause, tutti i rimedi
L'eritema solare è una reazione infiammatoria della pelle causata dall'esposizione solare. Vediamo come si riconosce un eritema, cosa fare se si ha l’eritema e, soprattutto, come prendere il sole in modo sicuro per evitare questa spiacevole conseguenza.
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- Cos'è un eritema
- L'eritema solare
- Le cause
- I sintomi
- Chi è più a rischio
- I fototipi
- Eventuali complicanze
- I rimedi per l'eritema solare
- Cosa non fare in caso di eritema
- La prevenzione
Cos’è un eritema
Tutelare la salute della pelle significa innanzitutto conoscere le problematiche più comuni e fare il possibile per prevenirle. Tra di esse c’è l’eritema cutaneo.
Con questo termine si intende, in generale, qualsiasi reazione cutanea caratterizzata da arrossamento. Se c’è un arrossamento, significa che i vasi sanguigni superficiali si sono dilatati facendo affluire una maggiore quantità di sangue. Spesso il corpo risponde così a lesioni, infezioni e irritazioni di vario tipo.
A seconda della causa sottostante e delle caratteristiche individuali della persona, i sintomi possono essere più o meno gravi o fastidiosi. Talvolta l’eritema è associato anche a bruciore, gonfiore o prurito.
L’eritema solare
“Qualsiasi scottatura solare rappresenta un’ustione: se è di primo grado la pelle diventa rossa e, quindi, si parla di eritema solare”, spiega il professor Piergiacomo Calzavara Pinton, professore ordinario presso l’Università degli Studi di Brescia e socio di SIDeMaST, Società italiana di dermatologia e malattie sessualmente trasmesse.
I raggi ultravioletti (UV) infatti danneggiano le cellule cutanee e ciò scatena una risposta infiammatoria del sistema immunitario. Questo provoca una dilatazione dei vasi sanguigni superficiali, un aumento del flusso di sangue alla zona colpita e una maggiore permeabilità dei vasi, causando l'accumulo di liquidi nei tessuti circostanti. Questi processi sono responsabili dell'arrossamento, dell'edema e della sensibilità caratteristici della scottatura solare.
“Se invece compaiono le bolle, non si parla più di eritema ma di ustione di secondo grado. Con la radiazione solare, infine, un’ustione di terzo grado necrotica avviene solo in condizioni molto rare e particolari”, continua il professore.
Le cause
Sappiamo fin da bambini che al sole si rischia una scottatura ma, tecnicamente, a cosa è dovuto un eritema?
I raggi ultravioletti del sole o delle lampade abbronzanti sono suddivisi in due categorie: raggi UVA e raggi UVB. I secondi sono la minoranza (circa il 5%) ma sono anche quelli che contribuiscono di più all’abbronzatura e alle scottature.
I raggi UVB infatti penetrano nell’epidermide e danneggiano il DNA delle sue cellule: i sistemi cellulari di controllo di una vita sana delle cellule reagiscono cercando di eliminare le cellule danneggiate. È proprio questa risposta infiammatoria e immunologica a provocare vasodilatazione, infiammazione e aumento della permeabilità dei vasi, con conseguente accumulo di liquidi nei tessuti circostanti. La conseguenza è, appunto, il visibile rossore, accompagnato da dolore e sensibilità al tatto.
I sintomi
Come capire se si ha un eritema solare? I sintomi di norma includono:
- pelle rossa e calda al tatto;
- dolore o sensibilità nella zona colpita;
- prurito;
- gonfiore.
Se c’è un’ustione di secondo grado, compaiono le vescicole e le bolle e successivamente la pelle si desquama.
I sintomi tendenzialmente sono più gravi se la persona è particolarmente predisposta (per esempio se ha la pelle molto chiara), se l’esposizione al sole è stata prolungata oppure se i raggi UV erano molto intensi (per esempio nelle ore centrali della giornata, oppure in zone geografiche vicine all’Equatore).
Per via della liberazione da parte della cute ustionata di particolari fattori infiammatori, talvolta l’eritema solare si associa a febbre, brividi, vertigini e malessere.
Nel giro di 5-7 giorni, o anche meno qualora vengano intraprese le opportune terapie, il quadro clinico si risolve e l'arrossamento si attenua, pur lasciando la cute maggiormente irritabile e vulnerabile per un certo periodo.
Chi è più a rischio
Le persone più a rischio di eritema sono quelle con un fototipo I e II, cioè con pelle, occhi e capelli chiari.
Anche i bambini sono maggiormente esposti al rischio di eritema solare per via della loro pelle estremamente sensibile e delicata. Bisognerebbe quindi prestare ancora più attenzione a coprirli con un cappellino, gli occhiali da sole e – se possibile – anche con gli indumenti, oltre ad applicare costantemente la crema solare. Per i bambini al di sotto dei sei mesi, poi, l’esposizione diretta ai raggi del sole è espressamente vietata.
I fototipi
Quando si parla di esposizione al sole, spesso si sentono nominare i fototipi. Si tratta di una classificazione usata in dermatologia e nella pratica medica per descrivere la risposta dalla pelle ai raggi solari, stimando dunque il livello di rischio individuale e identificando le misure preventive più adeguate.
Il sistema di classificazione dei fototipi più comune è quello sviluppato da Thomas B. Fitzpatrick nel 1975. Questa scala va da I a VI:
- Fototipo I: pelle molto chiara con numerose efelidi, occhi chiari (prevalentemente verdi) e capelli rossi. È molto sensibile al sole e si brucia facilmente, senza abbronzarsi.
- Fototipo II: pelle chiara, occhi chiari, capelli biondi o castani. È sensibile al sole e può bruciarsi; si abbronza leggermente, ma per periodi molto limitati.
- Fototipo III: pelle chiara o medio-chiara, occhi castani, capelli castani. Tollera di più il sole rispetto ai fototipi precedenti e tende ad abbronzarsi gradualmente, ma può comunque scottarsi.
- Fototipo IV: pelle mediterranea olivastra, occhi scuri, capelli scuri. Questo fototipo ha una buona tolleranza al sole e si abbronza con facilità..
- Fototipo V: pelle scura, occhi scuri, capelli scuri: ha un’ottima tolleranza al sole e si abbronza visibilmente. I soggetti proveniente dall’India o dal lontano oriente hanno spesso questa cute.
- Fototipo VI: pelle molto scura o nera, occhi scuri, capelli neri. Ha un’elevata tolleranza estremamente alta al sole e si abbronza molto senza bruciarsi quasi mai.
Eventuali complicanze
Dopo aver capito come si riconosce l'eritema, è bene anche essere consapevoli delle sue possibili complicanze, soprattutto se viene trascurato o reiterato nel tempo.
Nell’immediato, le eventuali vescicole possono scoppiare (soprattutto se vengono grattate deliberatamente) rendendo ancora più grave l’infiammazione, allungando i tempi di guarigione ed esponendo al rischio di sovrainfezioni.
Più in generale, l’esposizione eccessiva al sole non è mai una buona idea, perché accelera l’invecchiamento cutaneo e provoca le cosiddette macchie solari.
Anche in assenza di scottature, i raggi ultravioletti sono tra i principali fattori di rischio per i vari tipi di tumore della pelle: melanoma, carcinoma spinocellulare e carcinoma basocellulare.
I rimedi contro l’eritema solare
“Dopo un eritema solare, è opportuno applicare creme e doposole con sostanze ad azione lenitiva o antiossidante. Si tratta di sostanze naturali, le stesse che si trovano nei vegetali colorati”, spiega il professor Piergiacomo Calzavara Pinton.
Per attenuare il prurito, si possono fare bagni freschi, impacchi freddi o lozioni, oppure dei bagni sciogliendo nell’acqua della vasca un po' di amido.
Sempre per sfruttare l’azione lenitiva dell’amido, si può ricoprire la parte con fette sottili di patate. In alternativa si può inzuppare un po’ di pane in acqua (o in un infuso freddo di camomilla), avvolgere la poltiglia in un canovaccio e poi applicare l’impacco sulla pelle, tenendolo in posizione per una ventina di minuti.
Se il rossore non si attenua, un altro rimedio della nonna è quello di ricoprire la parte arrossata di yogurt bianco, lasciare agire per un’ora e poi fare una doccia tiepida.
Cosa non fare in caso di eritema
Abbiamo dedicato ampio spazio alla spiegazione di cosa fare se si ha l’eritema, ma è altrettanto importante sapere cosa non fare. Nello specifico, bisogna evitare di:
- continuare a esporsi al sole o alle lampade abbronzanti se la pelle è ancora arrossata;
- grattare e strofinare la pelle per placare il prurito;
- rompere o bucare vescicole e bolle, perché questo aumenta il rischio di infezione e allunga i tempi di guarigione;
- esercitare pratiche aggressive come peeling, scrub o frizioni con asciugamani ruvidi.
La prevenzione
Prendere il sole in modo sicuro dovrebbe essere un’abitudine a qualsiasi età e in qualsiasi stagione dell’anno. Ma cosa significa?
- Esporsi al sole in modo progressivo, iniziando con pochi minuti al giorno e aumentandole gradualmente;
- Evitare le ore centrali della giornata, tra le 12 e le 16;
- Applicare una crema solare con un fattore di protezione adeguato (30 o superiore) già prima dell’esposizione al sole, per poi riapplicarla a intervalli regolari e dopo i bagni. “Ci sono persone che si sentono protette solo perché usano un filino di crema solare. In realtà, queste creme sono efficaci soltanto se vengono usate nelle quantità per cui sono state testate, che sono molto abbondanti. Un tubetto di crema dovrebbe durare pochi giorni”, sottolinea il professor Calzavara Pinton.
- Evitare di esporsi al sole indossando cosmetici o profumi, o dopo aver applicato prodotti fotosensibilizzanti. “Se si assumono medicine, bisogna chiedere al proprio medico se sono fotosensibilizzanti”, ricorda il professore.
- Prendersi cura della propria pelle anche a fine giornata, spalmando le apposite creme idratanti con antiossidanti.
Il rischio di scottatura non è associato solo alla spiaggia perché il pericolo è latente anche in montagna: l'intensità dei raggi UV infatti aumenta circa del 10% ogni 1000 metri di altezza e, in caso di neve, la radiazione riflessa è poco meno intensa di quella diretta.
Un’altra forma di prevenzione contro l’eritema solare passa per la tavola. “Risulta molto utile assumere vitamine, oligoelementi come zinco e selenio e i bioflavonoidi, antiossidanti particolarmente contenuti nei vegetali rossi, arancio e gialli”, conclude il professor Giacomo Calzavara Pinton.
Tra i vegetali ricchi di antiossidanti possiamo citare lamponi, fragole, mirtilli, peperoni, pomodori, lattuga, cavolo, sedano. “Vanno però evitati i vegetali come prezzemolo, sedano e rosmarino, perché contengono sostanze che si attivano con la luce aumentando la reazione infiammatoria”.
Bisogna sempre garantire all’organismo un corretto apporto quotidiano di liquidi, bevendo almeno 1,5-2 litri d’acqua al giorno e reintegrando prontamente i liquidi e i sali minerali persi con il sudore.