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L'uso alimentare dell'olio di colza

Questione molto dibattuta, olio di colza si o no per l'uso alimentare? Questo controverso prodotto, che nasce da un bel fiore giallo, farebbe meglio alla nostra macchina o all'organismo?

L'uso alimentare dell'olio di colza

L'olio di colza è un olio vegetale che viene prodotto dai semi di colza, una pianta color giallo brillante (o bianco a seconda della varietà), appartenente alla famiglia delle Brassicaceae che cresce in alcune zone collinari del mondo. Grandi produttori ne sono l’India, il Canada, il Pakistan.

Sentire parlare di quest’olio come qualcosa di commestibile può far storcere il naso. Comunemente infatti, l'olio di colza veniva usato per l’illuminazione stradale, già dal XIII secolo per esempio nei paesi del nord Europa, oppure come carburante “ecologico”, molto in voga negli anni ’60.

 

Si mangia davvero?

Il suo uso alimentare è nato nella metà del XIX secolo, senza ottenere grandi consensi a causa degli studi sugli effetti per la salute umana che lo relegavano a prodotto di qualità inferiore. Queste ricerche sono state però in seguito contestate. Il colpevole è l’acido erucico, un lipide cardiotossico, che a livello di salute comporterebbe effetti negativi sulla crescita e disturbi a carico del fegato, oltre che del cuore.

Oggi i ricercatori sono però riusciti ad ottenere una varietà di colza a basso contenuto in acido erucico, chiamata Canadian Brassica. Questa nuova varietà è stata poi ribattezzata con il nome di olio di canola, contrazione di CANadian Oil Low Acid, prodotta per lo più appunto in Canada. Non a tutti piace nemmeno la canola, ma, essendo un olio estremamente economico, in Italia è attualmente utilizzato da certa ristorazione commerciale per le fritture. Non piace soprattutto per il fatto che si tratta comunque di un olio raffinato, estratto utilizzando il calore, la pressione e solventi, decolorizzato e deodorizzato.

 

Cosa contiene l'olio di colza?

L’olio di colza contiene acidi grassi monoisaturi (oleico, gadoleico), acidi grassi polinsaturi, Omega3 e Omega6, acidi grassi saturi (palmitico, stearico). Nel 2006 è stata approvata dal FDA Food and Drug Administration degli Stati Uniti d'America una dichiarazione che riguarda la riduzione delle malattie cardiovascolari legata al consumo di questo olio, in virtù del fatto che contiene gli acidi grassi polinsaturi sopra citati.

In Germania l'olio di colza è chiamato rapsöl e viene considerato un alimento salubre e non costa nemmeno poco. In questo come in altri paesi, l'offerta di prodotti diversi dall'olio extravergine d'oliva è molto più vasta rispetto all’Italia, inoltre all'estero l'uso degli oli di semi molto più diffuso. Di conseguenza il mercato è più controllato, vi sono prodotti di diversa origine ed ottenuti con differenti tecnologie estrattive.

In Italia generalmente non si trova l'olio di colza per uso alimentare, ma solo quello presente nelle margarine e negli oli vegetali generici: due prodotti a cui bisogna prestare attenzione, di cui solitamente se ne sconsiglia l'assunzione, contenuti soprattutto in prodotti da forno di scarsa qualità. Alcuni italiani usano l'olio di colza per alimentare l'auto. Economicamente, la produzione di olio di colza e altri biocombustibili su vasta scala è legata al problema che si tratta di colture estensive, che richiedono grandi superfici di terreno, sottratte alla produzione di grano per il consumo alimentare.

Curiosità: forse non tutti sanno che il motore Diesel venne originariamente pensato alla fine dell’800 dal suo inventore per funzionare con olio vegetale, ma in seguito fu sostituito dall'olio minerale detto gasolio diesel. Oggi si è riscoperto che l'olio di colza, opportunamente trattato e trasformato in biodiesel, può essere utilizzato come biocarburante per i motori Diesel.

 

Per approfondire:
L'olio di colza tra gli integratori alimentari di Omega 3