Osho Rajneesh, maestro spirituale tra Oriente e Occidente
Osho, filosofo e mistico, è forse il più noto tra i maestri spirituali indiani contemporanei. La sua mente, brillante ed eclettica, si è rivolta alla ricerca del punto di unione tra Oriente e Occidente.
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©Marcel Antonisse / Anefo
- Osho, chi era
- Breve biografia di Osho Rajneesh
- Osho e la nascita di una nuova consapevolezza religiosa
- Osho e la teoria dell'uomo nuovo
- La meditazione per Osho
- Heart Chakra Meditation
- Osho figura controversa
- La figura di Ma Anand Sheela
- Wild Wild Country: la docuserie su Osho
- Il mistero della morte di Osho
- Osho, le citazioni più famose
- Curiosità
Osho, chi era
Osho Rajneesh (Kuchwada 11/12/1931 – Pune, 19/01/1990) fu uno dei più noti e carismatici maestri spirituali indiani contemporanei, se non il più noto in assoluto. Figura anticonformista e iconoclasta, invitava l‘uomo a vivere in pienezza la propria vita fisica e spirituale, magnificando l’importanza della libertà e dell’amore. Centrale nella sua filosofia fu la meditazione; le sue tecniche di meditazione attiva sono tuttora molto praticate.
In vita ebbe migliaia di seguaci, tanto da fondare addirittura una comune nell’Oregon (Stati Uniti); ma dopo la sua morte la sua popolarità aumentò ancora di più, con una grande influenza sulla cultura new age e sulla controcultura degli anni Sessanta.
Breve biografia di Osho Rajneesh
Osho Rajneesh nasce in India, a Kuchwada l'11 dicembre 1931, e dimostra fin dall'infanzia uno spirito ribelle e indipendente che lo spinge a sfidare le strutture religiose, sociali e politiche, portando avanti una ricerca della verità fatta in prima persona. Da giovane Osho era ateo e marxista, posizione politica che in seguito rinnegherà. Osho non volle mai prendere moglie.
Il 21 marzo 1953, a 21 anni, dopo un intenso periodo fece l'esperienza dell’illuminazione, quella in cui si raggiunge il più alto grado di consapevolezza. Convinto dell'importanza di ciò che aveva acquisito, decise di invitare ogni individuo a condividere la sua esperienza. Sosteneva anche una più aperta attitudine verso la sessualità, una posizione che gli guadagnò il nomignolo di "guru del sesso" presso la stampa indiana e successivamente internazionale.
Nel 1970 si stabilì a Bombay, dove assunse il ruolo di maestro spirituale dei suoi seguaci, noti come neo-sannyasin. Trasferitosi poi a Pune nel 1974, fondò un'ashram che attrasse un gran numero di occidentali, in cui si praticavano terapie derivate dai Movimenti del Potenziale Umano. Verso la fine degli anni Settanta, iniziarono i contrasti col governo e con la società indiani, a causa dei suoi insegnamenti permissivi e provocatori.
Nel 1981 Osho si trasferì negli Stati Uniti e i suoi seguaci fondarono una comune, in seguito nota come Rajneeshpuram, nello stato dell'Oregon, che però ben presto entrò in conflitto con i residenti locali, principalmente riguardo all'uso dei terreni, ma anche per i loro costumi contraddittori. Il suo braccio destro fu Ma Anand Sheela che gli subentrò nella gestione della comunità quando lui, per anni, si rifiutò di parlare in pubblico.
Osho fu arrestato poco dopo e accusato di violazioni della legge sull'immigrazione. Fu estradato dopo una richiesta di patteggiamento. Ventuno Stati gli negarono l'ingresso, così fu costretto a tornare a Pune, dove morì nel 1990. La sua ashram è oggi l’Osho International Meditation Resort.
Osho e la nascita di una nuova consapevolezza religiosa
La controversa figura di Osho ha affascinato l’Occidente per la nuova religiosità promulgata: una religiosità assai vicina alla ricerca scientifica, perché entrambe si basano sull’esperienza diretta. Tutti gli aspetti del lavoro di Osho sono permeati da una visione che abbraccia la saggezza senza tempo dell'Oriente e le più alte espressioni della scienza e della tecnologia occidentali.
Cosa predicava Osho? Egli è noto anche per il rivoluzionario contributo dato alla scienza della trasformazione interiore, con un approccio alla meditazione, che riconosce il ritmo accelerato della vita contemporanea. Questa concezione di spiritualità, che è “consapevolezza immersa nel quotidiano”, è quindi in aperta rottura con la tradizionale visione delle più importanti religioni, per le quali i due mondi sono separati: quello dello spirito e quello della materia.
Nei suoi insegnamenti attinge dalle maggiori esperienze mistiche del mondo emerse nell'ambito dello Yoga, del Tantra, dello Zen, del Taoismo, del Sufismo e del Cristianesimo rivelandone qualità e unicità per poi rielaborarle con una nuova freschezza, al di là delle culture religiose a cui appartengono.
Osho e la teoria dell'uomo nuovo
"Sulla terra è necessario un nuovo essere umano che sia scienziato e mistico, che sia tutto per la materia e tutto per lo spirito”.
Osho auspica la nascita di un uomo nuovo, capace di integrare i diversi aspetti della natura umana, senza creare spaccature e senza rifiutare nulla, ma che saprà accogliere in sé, attraverso le qualità dell'amore e della consapevolezza.
L’uomo nuovo sarà la sintesi tra lo scienziato e il mistico, perché entrambi sono mossi dalla stessa passione della conoscenza, ma in due direzioni speculari.
La ricerca scientifica (la scienza che si rivolge al mondo esterno) e la ricerca spirituale (la scienza rivolta al mondo interno) presuppongono in chi le intraprende una libertà dai pregiudizi e da credenze, perché solo in questo modo si potrà mettere in discussione le superstizioni religiose e i sistemi filosofici, scevri da qualsiasi forma di dogmatismo.
Così come la scienza è unica e universale (non esiste una scienza francese, belga o tedesca), perché unico e universale è il metodo sperimentale, così quando si riconoscerà il carattere scientifico della ricerca interiore, non ci sarà più un “essere ebraico”, “musulmano” o “cattolico”, ma solo una grande corrente di esperienze soggettive che nel tempo troveranno una loro unità e universalità.
Secondo Osho la religiosità è un’affermazione di vita, la consapevolezza della nostra unicità e irripetibilità, il senso della sacralità di ogni singola coscienza e non può essere gestita e amministrata, in chiese o templi, dai ministri del culto e del potere.
La meditazione per Osho
La scoperta fondamentale è che, pur con differenti tecniche di meditazione, è possibile per ogni essere umano arrivare a uno stato di coscienza vigile e incontaminata da impressioni o da pensieri: il vuoto interiore.
Secondo Osho, infatti, la meditazione è uno stato esistenziale intrinseco alla natura e alla potenzialità umana, è cioè una condizione naturale che abbiamo dimenticato.
Quando questo stato è raggiunto, la coscienza individuale si fonde con la “coscienza del tutto”. Nella storia questo stato di autorealizzazione viene chiamato risveglio o illuminazione. È il momento della suprema comprensione, della caduta di tutti i veli che impediscono la chiara visione della realtà; dove "la goccia si fonde nell'oceano, nell'attimo stesso in cui l'oceano si riversa nella goccia".
L’uomo moderno ha perso capacità di stare immobile e di dedicarsi al proprio ascolto interiore, perché subisce continuamente tante "distrazioni", che ne riempiono la mente. Per questo motivo Osho individua alcune tecniche di meditazione attiva “il cui fine essenziale è di calmare la mente per creare quello spazio di silenzio e consapevolezza necessario alla illuminazione”.
Le sue originali "meditazioni attive" sono concepite per lasciar andare, prima di tutto, lo stress accumulato nel corpo e nella mente in modo da facilitare l'accesso allo stato di meditazione. . Di seguito le più celebri meditazioni di Osho.
- Meditazione Dinamica: divisa in 5 fasi la più famosa di Osho, è la tecnica più essenziale ed energetica, pulisce l'inconscio e alleggerisce dai pesi interiori.
- Meditazione Kundalini: divisa in 4 fasi attraverso la danza e l’immobilità, il silenzio diventa uno “spazio interiore” naturale. Scioglie l'energia stagnante e allenta le tensioni.
- Meditazione Nadabrahma: tecnica tibetana tranquilla, usata per centrarsi.
- Meditazione Nataraj: La danza come meditazione, ovvero perdersi per ritrovarsi.
Alcuni di questi esercizi consistono nell'alterazione del respiro, nel piangere o ridere liberamente, nel danzare e muovere il corpo fino a raggiungere lo stato di catarsi.
In questo modo si liberano il corpo e la struttura psico-energetica di tutti quei blocchi emozionali che impediscono la libera espressione di sé nella vita quotidiana, raggiungendo così l’illuminazione.
Heart Chakra Meditation
La Heart Chakra Medidation tecnicamente non è una meditazione di Osho, ma è stata creata e musicata dal tedesco Karunesh. Merita comunque di essere menzionata perché gode di grande popolarità in tutto il mondo. È una tecnica di meditazione attiva basata sul respiro, che lavora sul chakra del cuore per instaurare una sensazione di salda connessione con la terra. Partendo da una posizione di base con le mani sul cuore, si suddivide poi in sei fasi: nord, est e ovest, sud, il cerchio, il tempio interiore, suono di campane tibetane. Le istruzioni complete si trovano a questo link.
Osho figura controversa
Se per alcuni la storia di Osho è fonte di ispirazione, agli occhi di altri è parecchio controversa. Fin da subito la sua comune in Oregon, Rajneeshpuram, fu apertamente contestata che la ritennero abusiva e denunciarono violazioni delle normative ambientali. La comunità reagì, di fatto, “assorbendo” la cittadina di Antelope: comprò le case vicine e il bar, vinse un referendum locale e arrivò a controllare il consiglio comunale.
In seguito a un tentativo (fallito) di attentato ai loro danni, Ma Anand Sheela decise di armare i sannyasin e addestrarli militarmente. La mossa successiva, prevista per il 1984, fu quella di candidarsi alle elezioni della contea. I membri della comunità però erano numericamente in minoranza: per ostacolare la partecipazione al voto, organizzarono un vero e proprio attacco batteriologico contagiando volutamente centinaia di persone con il batterio della salmonella.
Sempre nell’ottica di avere più voti, introdussero in comunità centinaia di senzatetto; la manovra però si rivelò fallimentare, perché la loro iscrizione ai registri elettorali fu bloccata e la convivenza destò parecchie tensioni.
Fu il tracollo di Osho e della comunità da lui fondata. Sheela fuggì con i suoi collaboratori, Rajneesh la accusò delle macchinazioni occorse nel periodo precedente e fu lui stesso condannato per violazione delle leggi sull’immigrazione, a causa dei matrimoni che aveva ordito tra sannyasin statunitensi e stranieri.
Anche del patrimonio di Osho si è detto molto. Ogni giorno, sfilava di fronte agli abitanti della comunità di Rajneeshpuram a bordo di una delle Rolls Royce di cui era un accanito collezionista: ne possedeva ben 93.
La figura di Ma Anand Sheela
Ma Anand Sheela, nata in India ma cresciuta negli Stati Uniti, negli anni Settanta si avvicinò a Rajneesh fino a diventare una delle sue più strette collaboratrici. Fu lei a orchestrare la costruzione della comunità in Oregon e incaricarsi della sua gestione. Man mano che Osho diventava sempre più restìo a parlare in pubblico, lei si assunse anche l’incarico di portavoce presso giornali e tv. A seguito di scelte sempre più controverse, Sheela nel 1985 decise di fuggire a bordo di un aereo. Fu successivamente condannata, prima negli Usa per via dell’attacco batteriologico e più tardi in Svizzera, dove si era trasferita, per “atti criminali propedeutici alla commissione dell'omicidio”.
Wild Wild Country: la docuserie su Osho
Per chi ha interesse verso la storia di Osho, più che verso gli aspetti spirituali e religiosi, una visione consigliata è la docuserie Wild Wild Country disponibile su Netflix. Attraverso un lavoro di documentazione approfondito e sorretto da abbondante materiale d’epoca (riprese amatoriali, inchieste giornalistiche, ospitate televisive), la serie in sei puntate ricostruisce l’ascesa e la caduta di Osho, spiegando per filo e per segno la vicenda giudiziaria che l’ha coinvolto e soffermandosi anche sugli aspetti più controversi.
Il mistero della morte di Osho
Per gran parte della sua vita Osho fu conosciuto come Rajneesh; assunse questo nome soltanto alla fine degli anni Ottanta, poco prima della sua morte. Ma cosa vuol dire Osho? La parola viene dal sanscrito e significa “maestro”.
La morte di Osho è avvolta da un alone di mistero. Nel 1985 infatti Osho viene arrestato, trasferito da un penitenziario all'altro sotto falso nome e all’insaputa del suo avvocato, dopodiché processato a Portland ed espulso dagli Stati Uniti. A quel punto torna in India, in condizioni di salute estremamente precarie: c’è anche chi sospetta che sia stato avvelenato durante la prigionia negli Stati Uniti.
Per chi si chiede quanti anni aveva Osho quando è morto, ecco la risposta: morì nel mese di gennaio del 1990, a 58 anni, e fu sepolto a Pune. Sulla sua tomba si legge: “Osho / mai nato / mai morto / ha soltanto visitato il pianeta Terra fra l’11 dicembre 1931 e il 19 gennaio 1990”.
Osho, le citazioni più famose
Le citazioni di Osho sono così dense di significato da avere ancora oggi una grande notorietà, risultando di ispirazione anche per chi si sente molto lontano dalla sua spiritualità o non sa nemmeno cosa predicava Osho.
Di seguito, ecco alcune frasi sul silenzio di Osho:
- “Torna a casa, muoviti all’ interno. Come inizi a muoverti all’interno, più silenzio, più tranquillità, più equanimità, più equilibrio, più centratura, più radicamento – iniziano ad accadere spontaneamente.”
- “La questione non è fare qualcosa, qualsiasi cosa; si tratta di diventare silenziosi e scoprire il proprio essere.”
In merito alla crescita, invece, Osho disse:
- “Nella vita, crescere significa scendere in profondità dentro te stesso… lì è dove sono le tue radici”.
- “L’uomo nasce come seme: può diventare un fiore oppure no. Dipende tutto da te, da cosa fai di te stesso; crescere o no dipende da te. È una tua scelta e questa scelta va affrontata ogni momento; in ogni istante ti trovi a un crocevia.”
A raccogliere alcune delle più belle frasi di Osho è il suo sito ufficiale in italiano.
Curiosità
Molti si chiedono come si chiamano i seguaci di Osho: i suoi primi discepoli negli anni Settanta vennero ribattezzati come neo-sannyasin e ci si riferisce a loro anche con l’espressione “movimento Rajneesh”.
“Le più belle frasi di Osho” è anche il nome di una pagina social satirica che ha riscosso una notevole popolarità; da questo fenomeno virale è stato anche tratto un libro.
Lasciarsi trasportare dalla meditazione dinamica
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