Gustavo Adolfo Rol e la sublime realtà di esistere
Ci ha lasciati quasi 10 anni fa e ciò che rimane è la ricchezza del suo pensiero. Non un pensiero intellettuale scarno e non palpabile, ma vivo e pungente, attillato rispetto all'esistenza. Conosciamo meglio Gustavo Adolfo Rol
Cocteau lo definiva incredibile aggiungendo che "sarà credibile solamente dopodomani". Dino Buzzati ne riconosceva l'autentica bontà. A chi lo faceva rientrare nella categoria dei maghi o simili, rispondeva giocando la valida carta della sua aderenza all'osservazione, alla ricerca spontanea, oltre il 5% del reale che la scienza può conoscere. E se alla scienza si unisce un'intuizione profonda, possono nascere esperimenti carichi della presenza del divino.
Vissuto 91 anni, Gustavo Adolfo Rol è stato in contatto con grandi personaggi della storia come Einstein, Fermi, Fellini, Mussolini, Dalì, Kennedy, Einaudi.
Perché parliamo di lui qui a Cure-naturali.it? Cosa c'entra con l'ampliamento della visione olistica?
C'entra eccome. Vediamo perché.
La potenzialità latente in ciascuno
Le doti di Rol spaziavano dalla chiaroveggenza alla telepatia, passando per i viaggi nel tempo e l'endoscopia. In questo portale ci occupiamo anche di energie e conoscere meglio chi ha saputo fare della propria vita un cammino spirituale, mettendosi al servizio, merita di esser ricordato. Rol faceva appello allo spirito intelligente che abita in ciascuno di noi. In sintesi, c'è una medianità latente che tutti possediamo. Si tratta di un potenziale.
L'anima si orienta verso la comprensione dell'infinito quando non teme la morte. Condizione essenziale è la rinuncia a fattori negativi come l'ambizione, l'orgoglio, la potenza e la crudeltà. "Fin da giovanissimo mi sentii portato ad un'osservazione profonda di ogni cosa, anche delle più insignificanti, trovandomi così a meditare su di esse, forse nell'istintiva ricerca del rapporto tra gli avvenimenti e i fattori che li compongono e dei legami che intercorrono tra cosa e cosa proprio come le fibre di uno stesso tessuto." diceva di se stesso.
Rol tornava spesso al concetto di amore. Amore come ammissione della presenza di Dio, non un Dio valido solo per chi ci crede, ma un Dio che si manifesta come spirito che abita dentro ed è in comunicazione con il fuori. Spiegava: "Non vi sono limiti alle possibilità umane. Alla condizione, però, che esse non intervengano a sottrarre alla vita quel carattere di unica, insostituibile, meravigliosa anche se travagliatissima prova che è la vita stessa." (da Remo Lugli, "Rol. Una vita di prodigi", Ed. Mediterranee, 1995).
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La sublime realtà di esistere e gli istinti dominabili
Gioco e profonda spiritualità sono sempre rintracciabili nel pensiero di Rol. Tutto è spirito, solo che quello dell'uomo è spirito intelligente. In che senso? L'uomo può dominare gli istinti che sospingono in ogni istante tutto ciò che esiste e si forma.
La lezione di Rol credo stia soprattutto nella sua attitudine. Solo un grande uomo può spontaneamente confessare di ritrovarsi spesso "improvvisamente impegnato in un senso infinito di disponibilità". Rol ci ha insegnato che esiste un nesso costante tra le cose avvenute, che avvengono e avverranno; queste sono in un rapporto di indipendenza e, nello stesso tempo, dipendenza. L'impossibile sulla terra non esiste, ci dice Rol. Ma attenzione alla potenza come mania. Non si possiede niente di ciò che si dona.
La sublime realtà di esistere ci fa accettare dolore e morte in modo pieno.
Infischiarsene di se stessi e muoversi in modo che lo spirito ci muova. Quale grande lezione.
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