Le piante spontanee commestibili di settembre
A settembre il clima si rinfresca e a fine mese entriamo in autunno, queste temperature e la nuova pioggia che cade permette alle erbe spontanee di rinascere e produrre molte foglie giovani nelle piante perenni e nuove piantine nascono di quelle che hanno un ciclo annuali. Conosciamo le raccolte delle piante commestibili spontanee di settembre.
di Mira Tonioni
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Nel mese di settembre è possibile ricominciare a raccoglie erbe spontanee commestibili e fare lunghe passeggiate nei campi “a far erbe” come veniva detto un tempo.
Le zone di confine degli appezzamenti di terreno coltivati sono spesso le aree dove poter andare a raccogliere le nostre erbe spontanee selvatiche stando però attenti alle fonti di inquinamento.
Andiamo in luoghi dove siamo sicuri che non siano stati dati trattamenti di sintesi alle culture che ricadono anche sulle piante spontanee o ancor peggio diserbanti.
Il consiglio è di trovare un vicino che coltiva sotto il regime di agricoltura biologica e di chiedere il permesso di raccogliere le piante spontanee nei sui campi, sarà un vantaggio per lui visto che faremo un diserbo manuale e quindi una pulizia alle sue culture e per noi sarà un vantaggio avendo così la sicurezza che i raccolti di erbe spontanee commestibili saranno sicuri e senza l'uso di alcun prodotti chimici di sintesi.
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Tra le asteracee, in settembre possiamo trovare nei campi la radicchiella, nome volgare della Crepis leontodontoiedis, pianta erbacea rinvenibile in tutta Italia (anche se scarseggia nelle aree montane del nord) e in gran parte dell'Europa mediterranea e della costa settentrionale dell'Africa.
È facilmente confondibile col dente di leone per via del fiore lingulato e giallo e per la rosetta basale composta di foglie suddivise in segmenti triangolari (roncinate).
Fiorisce nel periodo tra aprile e giugno ma le foglie si raccolgono tra luglio ed settembre; hanno un sapore particolarmente delicato per essere un'erba selvatica, privo di toni amari ed è generalmente usata per insalate o per minestre di verdura.
Regolarizza le funzioni intestinali e previene la stipsi, inoltre è considerata disintossicante, ipoglicemizzante e depurativa, essendo ricca di antiossidanti e fenoli.
Ha numerosi nomi tradizionali: taglierino, castracani, insalata dei grilli, code di lucertola, e altri curiosi nomi frutto della fantasia popolare.
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Il radicchione cresce nei campi nello stesso mese di settembre ed appartiene al medesimo genere della radicchiella.
Il suo nome scientifico è Crepis vesicaria, derivante da un termine greco che sta per “sandalo” seguito da un vocabolo derivante dalla parola latina vesica, ovvero vescica.
Riconoscibile per i fiori lingulati, generalmente gialli ma presenti talvolta anche in colorazioni rossastre, biancastre e addirittura purpuree, ha una rosetta basale composta di foglie picciolate e lobate, divise anch'esse in segmenti triangolari soventemente molto acuti e di dimensioni più grandi delle altre piante del genere Crepis.
Mentre le foglie giovani e piccoli si prestano al consumo fresco, specie nelle insalate di stagione, quelle più grandi sono consumate generalmente lesse, oppure aggiunte in minestroni e zuppe o usate come ingrediente vegetale per dei ripieni.
Lo possiamo trovare in quasi tutta Italia, al di sotto dei 1500 metri, con vari nomi popolari, alcuni dei quali curiosi come erbo nero o pisciacane.
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Tra le piante selvatiche gradevoli al sapore che possiamo trovare nel mese di settembre va citata la ambretta annuale (Knautia integrifolia), diffusamente conosciuta anche come scabiosa, buccicanella, zampe di gallina.
Si raccoglie in due specifici periodi dell'anno: da giugno a settembre e di nuovo da dicembre a febbraio.
Utilizzata talvolta per la bellezza dei fiori composti da numerosi capolini rosati o violetti (talvolta di un indaco scuro), se ne utilizzano le foglie della rosetta basale: lessate da sole o con altre verdure a foglia verde, aggiunte a minestre o zuppe, oppure apprezzate come ingrediente per ripieni di sformati o torte salate. In alcune aree è famosa la frittata con foglie di ambretta.
Le foglie della rosetta hanno forma variabile: da intera a lirato-pennata.
Il nome fu scelto da Linneo per onorare un illustre botanico d'origine sassone: Christian Knaut.
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A partire dai mesi estivi di giugno e luglio fino a fine settembre (talvolta anche in primavera) possiamo raccogliere il piattello o piattella, nome volgare dell'Hypoceris radicata, conosciuto anche come falso dente di leone, costolone d'asino, grugno di porco e ingrassamaiali (in effetti, lo stesso nome scientifico rimanda al fatto che i maiali – choiros – sono ghiotti della radice – hypo – del piattello).
Ha una rosetta basale folta, con foglie carnose a lamina variabile da pennato-lobate a pennatopartite, che si possono mangiare come molte altre erbe selvatiche di questo periodo: lessate da sole o con altre piante a foglie verde, aggiunte a minestre, minestroni e zuppe, o mangiate dentro frittate o sformati. Le foglie tenere e giovani sono molto apprezzate anche in insalata, prestando il loro sapore delicato ad un consumo fresco.
Tradizione popolare vuole che il decotto delle foglie di piattello aiuti a depurare l'organismo nei cambi di stagione, mentre il lattice della radice a fittone è in grado di aiutare le ferite a cicatrizzarsi e, più in generale, ad aiutare la cute.
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