Intervista

Il sorprendente altruismo del mondo animale

Fino al 3 aprile 2022 il MUSE di Trento ospita la mostra video-fotografica “Il dilemma dell'altruismo. A cosa serve l’altruismo in natura?”, per addentrarsi alla scoperta dei comportamenti cooperativo-altruistici del mondo animale. Abbiamo intervistato gli ideatori della mostra, Daniela Gentile e Gabriele Raimondi.

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©MUSE

“Il dilemma dell'altruismo. A cosa serve l’altruismo in natura?”. La mostra è in programma dal 5 novembre 2021 al 3 aprile 2022 al MUSE (Museo delle Scienze di Trento)

Questo percorso nasce con lo scopo di addentrarsi in un percorso ricco di spunti di riflessione, alla scoperta di comportamenti cooperativi e altruistici nel mondo animale. Per mostrarli, sono state raccolte fotografie e video, che gli autori- spesso scienziati e ricercatori- hanno messo a disposizione per testimoniare eventi estremamente significativi per la loro eccezionalità.

Il progetto ha origine fra i banchi del Master Fauna and Human Dimension, promosso dall'Università dell'Insubria, insieme a MUSE - Museo delle Scienze di Trento, Istituto Oikos di Milano e Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige.

Ne parliamo con i due curatori e ideatori: Daniela Gentile, wildlife biologist, esperta di conservazione della fauna selvatica e Gabriele Raimondi, documentarista e professionista nel campo delle produzioni video.
 

Cosa vi ha spinto a dedicare una mostra a questo tema?

L’altruismo nel mondo animale è un tema che è stato per molto tempo, ed è tutt’ora, centrale nello studio della biologia evolutiva. Rappresenta uno degli aspetti più affascinanti e misteriosi del comportamento animale, che ha posto gli scienziati di fronte a un dilemma.

Il dilemma consiste nel come riuscire a inquadrare i fenomeni di altruismo all’interno della teoria della selezione naturale. I comportamenti altruistici infatti sembrano, almeno apparentemente, essere in disaccordo con il principio della selezione naturale del più adatto, se per "più adatto" si intende l'individuo con il maggior successo riproduttivo.

La domanda che ci si pone è: se il comportamento altruistico comporta grandi rinunce per gli individui che lo praticano- come la rinuncia a riprodursi per aiutare la riproduzione altrui o addirittura può comportare la perdita della propria vita per proteggere quella degli altri- come fa a evolvere? Come fa ad essere trasmesso alle generazioni successive?

Darwin stesso si arrovellò molto su questo punto. Oggi esistono diverse spiegazioni in grado di dipanare questo dilemma, anche se molti aspetti rimangono ancora oscuri. Descrivere, illustrare e spiegare i comportamenti altruistici nel quadro della teoria dell’evoluzione è l’obiettivo di questa mostra, che allarga la prospettiva anche ad altre dinamiche riscontrabili fra gli animali, come la cooperazione e la reciprocità, per arrivare al grande tema dell'empatia e agli interrogativi che ancora l'altruismo pone alla scienza.
 

Come è strutturata la mostra e quale esperienza offre?

La mostra coinvolge il visitatore attraverso diversi linguaggi: fotografie, video e illustrazioni. 

È strutturata in un’introduzione, utile a spiegare al visitatore in cosa consiste “il dilemma dell’altruismo” e in 3 sezioni, ciascuna delle quali offre una diversa prospettiva interpretativa dei fenomeni altruistici nel mondo animale. 

  1. Nella prima “Vivere Insieme” vengono riportati esempi di cooperazione, reciprocità e mutualismo. 
  2. Nella seconda “Una questione di famiglia”, viene illustrata la teoria della selezione di parentela, uno dei meccanismi evolutivi per cui l’altruismo può evolvere. 
  3. Nell’ultima sezione “Empatia bestiale”, introduciamo il tema della selezione multivello e, appunto, dei meccanismi empatici come possibile spiegazione di comportamenti particolarmente complessi ed enigmatici.


La mostra è arricchita da una serie di interviste di approfondimento, che permettono di leggere l'altruismo e l'empatia da tre diversi punti di vista:

  • Con Telmo Pievani sono la filosofia della scienza e l'evoluzione ad essere chiamate in causa;
  • con Giorgio Vallortigara la prospettiva è quella delle neuroscienze;
  • infine con la primatologa Elisa Demuru l'etologia diventa la chiave di lettura.
     
©Dheeraj Mittal_Cucciolo di leopardo adottato da una leonessa._MUSE

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©Dheeraj Mittal

Cos'è biologicamente l'altruismo e a cosa serve in natura?

Per noi esseri umani l'altruismo è un modo di essere che ha implicazioni etiche e filosofiche; ma in biologia per altruismo si intende un fenomeno ben preciso: cioè sono altruistici solo quei comportamenti in cui i costi siano maggiori dei benefici, per chi li compie.

In realtà oggi sappiamo che il bilancio tra costi e benefici di un atto altruistico va fatto nel lungo termine e non può essere limitato all’espressione dell’atto in sé. L’altruismo, ma più in generale la cooperazione e l’aiuto reciproco tra individui, sono tratti che si sono consolidati nel corso dell’evoluzione perché nel lungo termine danno un vantaggio

Un'interpretazione superficiale e in alcuni casi strumentale dell'opera di Darwin ha imposto la competizione e la lotta come principali motori della vita, sia nella natura che nella società. Tuttavia, la natura mette in atto innumerevoli sistemi solidali che hanno giocato un ruolo determinante in tutta l'evoluzione biologica.
 

Chi era la gorilla Koko, riprodotta e ospitata al MUSE?

L’idea di inserire la storia della gorilla Koko nella mostra è un regalo del Muse.

Koko era una gorilla di pianura occidentale nata nel 1961 nello zoo di San Francisco. La particolarità di questo animale è stata quella di aver imparato a comunicare con gli esseri umani attraverso la lingua dei sordomuti americani, di cui conosceva più di 1000 segni che era in grado di decifrare ed utilizzare in modo appropriato.

Proprio attraverso la lingua dei segni Koko chiese un gatto come regalo di Natale, di cui si prese cura per lungo tempo come se fosse il suo cucciolo. Quando poi il gattino morì Koko reagì alla notizia utilizzando i segni “male, pianto”.

Questa storia, seppur si sviluppi in una situazione non naturale, cioè in cattività, ci offre degli spunti di riflessione sul tema delle emozioni negli animali e ci fa riflettere sul fatto che sono ancora molti gli aspetti per noi misteriosi.
 

©Alexander Wilson_Delfino_MUSE

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©Alexander Wilson

Potete fare alcuni esempi di atti di altruismo rappresentati nella mostra?

I fenomeni di cooperazione, reciprocità e altruismo sono molto diffusi in natura. Oltre a servirci di esempi classici che illustrano questi comportamenti, abbiamo cercato di raccogliere anche osservazioni di eventi rari, in alcuni casi unici. Lo abbiamo fatto coinvolgendo direttamente gli autori delle immagini, spesso scienziati e ricercatori che hanno messo a disposizione i materiali raccolti durante i loro studi.

È il caso ad esempio del delfino con la spina dorsale malformata che nuota e socializza con un branco di capodogli, oppure il cucciolo di leopardo adottato da una leonessa indiana o ancora l'immagine di copertina della mostra, intitolata “Helping hand- humanity”, che mostra un gesto inaspettato di aiuto che una femmina di orango rivolge a un ranger in difficoltà: un'immagine unica e irripetibile che ha fatto il giro del mondo ed è diventata virale grazie alla potenza del suo messaggio.

Altri esempi sono quello delle cure mediche che le formiche Matabele riservano alle compagne ferite in battaglia, documentato da Erik Frank dell'Università di Wurzburg, la collaborazione disinteressata fra pappagalli cinerini che arriva dal Max Planck Institute, o gli esperimenti sull'empatia nei ratti, dall'Università di Chicago.