Le Caretta caretta sulla costiera amalfitana
Attenzione alle tartarughe marine nella zona della costiera sorrentino-amalfitana. L'appello da parte del Carpo dell'Area Marina Protetta di Punta Campanella è rivolto a pescatori, proprietari di barche e natanti, che sono invitati a segnalare alla capitaneria di porto o alle associazioni di riferimento gli avvistamenti di esemplari in eventuale difficoltà.
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“Prestare la massima attenzione alle tartarughe marine, sia a mare che sulle spiagge, soprattutto in questo periodo di nidificazioni”. L’appello è stato lanciato dall’Area Marina Protetta di Punta Campanella, riserva della costiera sorrentina che protegge circa 40 km di costa e il mare antistante.
Nei giorni scorsi, lo staff del Parco ha ricevuto diverse segnalazioni sulla presenza di esemplari di Caretta caretta nella zona della costiera amalfitana ed è intervenuto a seguito di una segnalazione di una tartaruga in difficoltà al largo de Li Galli, arcipelago in provincia di Salerno.
Sul luogo è stata effettivamente identificata una Caretta caretta, apparsa tuttavia in ottime condizioni di salute. Al contrario, altre due segnalazioni hanno riguardato due tartarughe morte, di cui una è stata recuperata e consegnata all’Istituto zooprofilattico del Mezzogiorno per la necroscopia. La causa della morte potrebbe essere l'amo di un palangaro, prima causa di pesca accidentale delle tartarughe nel Mediterraneo.
Tartarughe marine a rischio
Secondo quanto riporta il WWF, la sopravvivenza delle sette specie di tartaruga marina che abitano i nostri mari e oceani rischia di essere gravemente compromessa dall'azione dell'uomo. Cementificazione, degrado delle coste e dei litorali prescelti per la nidificazione, impatto dei sistemi di pesca sono le principali minacce davanti alle quali questi animali si trovano a dover soccombere.
Si calcola ad esempio che, a causa di reti a strascico, ami dei palangari e reti fisse -dalle quali un gran numero di tartarughe viene catturato accidentalmente- oltre 40.000 esemplari l'anno perdono la vita.
Inoltre, una tartaruga marina su due nel Mediterraneo ha ingerito plastica. Uno studio di 10 anni sulla Caretta caretta- avverte l'organizzazione ambientalista- ha dimostrato che il 35% degli esemplari analizzati ha inghiottito rifiuti di questo tipo, con conseguenze drammatiche per il loro organismo.
Caretta caretta vittime dei palangari
Secondo dati diffusi dalla stessa Area Marina Protetta Punta Campanella, si stima che il 30% delle morti di Caretta caretta siano da attribuire agli ami e alle lenze dei palangari.
“Per questo è molto importante che i pescatori, o chiunque veda una tartaruga in difficoltà, non si limiti a tagliare la lenza e lasciarla andare. Perché il danno causato dalla parte residua può essere fatale nei giorni e nelle settimane successive” ha dichiarato il Presidente Lucio Cacace. “Diversi pescatori collaborano già da anni attivamente nel salvataggio di esemplari di questa meravigliosa specie. Il nostro obbiettivo ora è estendere questa collaborazione, coinvolgendo quanti più pescatori possibile”.
Durante i prossimi mesi, sono in programma campagne mirate di sensibilizzazione ed è prevista l'apertura di un nuovo centro di primo soccorso a Massa Lubrense (NA), che opererà in sinergia con il Centro Ricerche Tartarughe Marine di Portici.
Monitoraggio delle spiagge per salvare i nidi
Sono iniziate in questi giorni- periodo di nidificazione per le Caretta caretta- le attività di monitoraggio delle spiagge in Campania da parte di un team di enti e associazioni. Obiettivo comune, identificare i luoghi prescelti da questi animali per deporre le uova e procedere quindi a recintarli, metterli in sicurezza e controllarli fino al momento della schiusa.
“Attenzione alle tracce sulle spiagge” continua l’appello dell’AMP Punta Campanella. “Se si notano segni simili a quelli lasciati da un piccolo trattore sulla sabbia, ci troviamo dinanzi alle tracce lasciate da una tartaruga che ha nidificato e bisogna avvertire Capitaneria di Porto o gli enti e le associazioni di riferimento”.
Navigazione, serve cautela
Fondamentale resta il tempestivo intervento di salvataggio sulle tartarughe marine adulte in difficoltà, o accidentalmente pescate.
“Attenzione anche a rispettare le regole della navigazione e i limiti di velocità” conclude la nota dell’Area Marina Protetta. “Negli scorsi anni alcune tartarughe sono state gravemente ferite dall’impatto con imbarcazioni”. Le eliche dei motori rischiano, in particolare, di provocare ferite- molto serie e spesso mortali- agli esemplari con i quali entrano in contatto.