La profondità del mare nella fotografia di Jono Allen
Negli scatti del fotografo australiano Jono Allen, le creature marine si mostrano a noi in tutto il loro maestoso fascino. Gli abbiamo chiesto cosa ha imparato da un contatto così diretto e autentico con la natura.
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©Jono Allen
Anche se la pandemia ci costringe a trascorrere la maggior parte del nostro tempo fra quattro mura, possiamo pur sempre viaggiare con l’immaginazione. Gli scatti dell’australiano Jono Allen – scienziato, apneista e fotografo – ci portano nelle grotte sottomarine dell’arcipelago di Tonga, a nuotare con le balene che migrano verso la Polinesia, faccia a faccia con lo squalo tigre alle Maldive.
Gli abbiamo chiesto come si sente quando si immerge negli abissi, avvolto dalla natura più selvaggia. E se crede che ci sia spazio per un turismo più consapevole, un turismo che vada alla scoperta di questi paradisi senza depredarli.
Com’è nata la tua passione per gli spazi selvaggi?
Da quando posso ricordare, ho sempre percepito una connessione e un amore nei confronti della natura. Ho sempre creduto che tutti noi facciamo parte del mondo naturale; l’idea per cui noi e il mondo naturale siamo entità separate per me è sempre stata un concetto strano. Credo che crescere in Australia, circondato dalla natura, abbia avuto un grande impatto e abbia contribuito a dare forma a questa convinzione.
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Qual è la lezione più importante che hai imparato dagli ambienti naturali?
La natura mi ha insegnato così tanto, ma credo che la lezione principale sia quella di essere semplicemente me stesso e godere del miracolo dell’esistenza. Ah, e di non rimuginare troppo sulle cose!
Quando sono in acqua a fare free diving con una balena, so solo che non sta pensando a quello che deve fare oggi, non si sta preoccupando del suo aspetto, non sta cercando di avere successo. Si limita a esistere e vivere in pace, e credo che questa sia la lezione più preziosa che ho imparato dagli animali selvaggi.
Hai mai vissuto in prima persona le conseguenze del turismo di massa?
Sì. Ho visto leoni e ghepardi circondati da una ventina di furgoni turistici, a tal punto che riuscivano a malapena a muoversi. Ho visto dieci barche o giù di lì inseguire tre megattere che tentavano di scappare. È orribile.
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©Jono Allen
Secondo te, come sarà viaggiare dopo il Covid-19?
Ho l’impressione che, appena il turismo ripartirà, ci sarà un’enorme corsa verso i viaggi e le esplorazioni. Sarà fantastico per molte destinazioni che sono state private a lungo del turismo.
Per quanto riguarda l’impatto ambientale, da un lato vorrei che le persone fossero più caute come risultato del Covid-19, ma non vedo alcuna ragione convincente per cui questo possa realmente accadere su larga scala. Secondo me le persone sono creature abitudinarie e, sfortunatamente, torneranno naturalmente al loro stile di vita “normale” molto in fretta.
Per questo, credo che sia necessario continuare la nostra attività di difesa dell’ambiente, continuare a richiamare attenzione sulle istanze della natura e della fauna selvatica, e farlo il più possibile finché le persone hanno così tanto tempo per ascoltare. Il fatto che il mondo abbia a disposizione così tanto tempo è un’opportunità educativa che potrebbe non capitare più nelle nostre vite!
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©Jono Allen
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Il mio prossimo progetto è appena nato ed è entusiasmante! Oltre al lancio della mia galleria d’arte online previsto per quest’anno, il progetto principale sarà quello di lavorare con la comunità locale alle Maldive per creare una fondazione dedicata al mare.
C’è un’isola incredibile a sud delle Maldive, dove mi sono capitati alcuni degli incontri con la vita marina migliori della mia vita, che ad oggi è molto poco tutelata dal turismo di massa, dall’inquinamento e dallo sfruttamento delle risorse. Sono davvero entusiasta di iniziare a lavorare su questo progetto, che attualmente è in corso.