Maltrattamenti sugli animali: condannato il circo Martin
Nel 2014 tutti gli animali del circo Martin furono sequestrati, perché vittime di maltrattamenti. Il tribunale di Tempio Pausania ha condannato i titolari.
Credit foto
©bllkcbs / 123rf.com
Confermati i maltrattamenti sugli animali nel Circo Martin
Era l’autunno del 2014 quando il Corpo Forestale dello Stato (oggi inglobato dai Carabinieri) faceva irruzione nel tendone del circo Martin che faceva tappa ad Arzachena, in Sardegna. Merito della denuncia depositata alla procura di Tempo Pausania dalla Lega anti vivisezione (Lav) che da tempo raccoglieva prove sulle sevizie alle quali sarebbero stati sottoposti gli animali.
Il caso assunse rilevanza nazionale, perché fu il più grande sequestro di animali da circo mai disposto in Italia, con un ippopotamo, cammelli e dromedari, una leonessa, zebre, cavalli, bovini e pappagalli. Al processo si costituì come parte civile la stessa Lav, assistita dall’avvocata Cinzia Tirozzi.
L’accusa? Gli animali sarebbero stati rinchiusi in gabbie troppo anguste, malnutriti, sottoposti “sevizie, comportamenti e fatiche insopportabili”. In sintesi, sarebbero stati costretti a sopravvivere in condizioni che non rispettavano nemmeno gli standard minimi per il loro benessere.
Il primo grado di giudizio conferma la tesi della Lav. Il tribunale di Tempio Pausania infatti il 12 aprile 2022 ha condannato i titolari del circo Martin a quattro mesi di reclusione per maltrattamenti di animali (articolo 544 ter del Codice penale), oltre al pagamento delle spese processuali, al risarcimento dei danni in favore della Lav e al pagamento di una provvisionale pari a 5mila euro. Prescritto, invece, il reato previsto dall’articolo 727 del Codice penale.
Gli animali confiscati, nel frattempo, sono nel pieno della loro seconda vita nel Centro di Recupero di Semproniano immerso nella maremma toscana. Un ambiente che la Lav ha voluto e progettato per restituire dignità e benessere alle creature salvate non solo dai circhi ma anche dalla vivisezione, dal traffico illegale e dagli allevamenti.
La Lav: “Ora si vietino gli animali nei circhi”
“Finalmente, a molti anni dai fatti, possiamo in parte gioire per come si è conclusa questa bruttissima vicenda, che aveva al suo centro il maltrattamento e la sofferenza di moltissimi animali”, ha dichiarato Gianluca Felicetti, presidente della Lav. “Purtroppo, le violenze messe in atto dal Circo Martin rimarranno una ferita indelebile per tutti gli animali coinvolti e sono solo uno dei molti casi in cui gli animali vengono sfruttati in contesti anacronistici, atti al solo ‘divertimento’ di pochi, pochissimi cittadini, e che prevedono la violazione strutturale delle necessità etologiche degli animali”.
“Questa condanna è giusta, anche se difficilmente proporzionata ai fatti, che furono terribili. Un ulteriore monito a Parlamento e governo per approvare prima possibile la legge per prevenire questi comportamenti vietando l’uso degli animali negli spettacoli, come già fatto da tanti altri Paesi”, conclude Felicetti.
Sono una cinquantina, sostiene l’Organizzazione internazionale protezione animali, gli Stati che hanno “riconosciuto l’incompatibilità della vita nei circhi con i bisogni fisici, psicologici e sociali degli animali”. Nella stragrande maggioranza dei casi, però, i divieti sono parziali. Nell’Unione europea la pioniera è stata la Grecia che, a seguito di un’imponente mobilitazione scaturita da un’indagine sotto copertura, fin dal 2012 ha vietato l’impiego di tutti gli animali, domestici e selvatici.