In Calabria troppi procedimenti penali per reati sugli animali
Il rapporto Zoomafia 2021 della LAV individua la Calabria come una Regione fortemente interessata dal fenomeno dei crimini sugli animali. 387 sono i fascicoli aperti per maltrattamenti sugli animali, circa il 4,18% di quelli nazionali.
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In Calabria, nel 2020, i procedimenti penali per reati sugli animali sono decisamente troppi. Lo rivela il report Zoomafia 2021 della Lega italiana antivivisezione (LAV), che identifica in un numero - 387 - i fascicoli aperti per maltrattamenti sugli animali, con 198 indagati e un tasso di 10 ogni ogni 100 mila abitanti.
Il rapporto Zoomafia 2021
Il rapporto Zoomafia 2021 è giunto alla sua ventiduesima edizione ed è stato redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV. Il report analizza lo sfruttamento illegale di animali ad opera della criminalità nel 2020 e può contare sul patrocinio della Fondazione Antonino Caponnetto.
Il quadro che emerge è desolante: quasi ogni 23 ore in Calabria, nel 2020, è stato aperto un procedimento penale per reati a danno di animali, con un indagato ogni 44 ore circa. Sono, infatti, stati registrati 387 fascicoli (circa il 4,18% di quelli nazionali) per reati penali contro animali, con un tasso di circa 20 procedimenti ogni 100 mila abitanti.
Gli indagati sono 198 (circa il 3,74% di quelli nazionali), con un tasso di 10 ogni 100 mila abitanti. I dati provengono dalle dieci Procure Ordinarie e da due Procure Minorili calabresi, che hanno fornito i numeri dei procedimenti penali sopravvenuti nel 2020, sia noti che a carico di ignoti, e al numero di indagati per reati a danno di animali.
Preoccupanti le attività illegali ai danni di animali
I dati del Rapporto relativi alla Calabria non fanno che confermare le preoccupazioni per le attività illegali a danno di animali già espresse nei precedenti Rapporti Zoomafia: dalle corse clandestine di cavalli, ai combattimenti tra cani, dalle macellazioni clandestine al bracconaggio organizzato, dal traffico di fauna selvatica alla pesca di frodo, all'illegalità nella gestione dei randagi.
Diversificati e spesso frutto di attività organizzate, i crimini contro gli animali in Calabria ribadiscono la necessità di individuare delle strategie condivise che possano implementare le azioni di prevenzione e di contrasto.
-1%: un dato che non rincuora
In realtà, il dato espresso nel Rapporto 2021 fa registrare, nell’ambito territoriale di 9 Procure calabresi su 10 che hanno fornito risposte per entrambi gli anni, una flessione negativa dei procedimenti penali dell'1% e del -18% del numero degli indagati rispetto al 2019.
Secondo quanto espresso dallo stesso autore dell'analisi, non si tratta tuttavia di una diminuzione per la quale gioire. Troiano, infatti, invita a non abbassare la guardia e sottolinea: “Come per le altre Regioni, questa flessione dei procedimenti riteniamo sia dovuta al periodo di lockdown e che in realtà non corrisponda ad una effettiva diminuzione dei crimini contro gli animali, ma che indichi solo una diminuzione delle denunce e dei fatti accertati”.
Servono interventi approfonditi
La Calabria emerge, dunque, come una Regione fortemente interessata dai crimini sugli animali. Un fenomeno che, nel suo essere multiforme, spesso non viene indagato a sufficienza o con la dovuta efficacia.
“Dall’analisi dei reati accertati - continua Troiano - risalta l’assenza di procedimenti penali per organizzazione di combattimenti tra animali, filone criminale che meriterebbe maggiore attenzione investigativa. Diversi, complessi e spesso organizzati, i crimini contro gli animali in Calabria confermano la necessità di interventi più approfonditi e di strategie di contrasto più radicali”.
“Dietro alle varie forme di maltrattamento di animali, sovente, si celano anche altri reati e altre realtà criminali - conclude - e per questo occorre adottare una visione strategica unitaria dei vari aspetti dell’illegalità a danno degli animali al fine di raffinare le attività di prevenzione e le tecniche di contrasto”.