Clean the World: l'associazione che ricicla sapone
Acqua e sapone sono un diritto fondamentale che, ad oggi, non è ancora garantito a tutti. Clean the World ha escogitato un'idea semplice, dal potenziale enorme: riciclare le saponette avanzate negli hotel.
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Acqua e sapone, un diritto universale
Dalla primavera 2020 in poi abbiamo fatto l’abitudine a zone rosse, arancioni e gialle, mascherine omologate, termoscanner all’entrata dei negozi. Eppure, ogni volta che si elencano le misure di prevenzione del contagio da coronavirus, sentiamo ribadire sempre la stessa cosa: la regola numero uno è il lavaggio frequente delle mani. A noi potrà sembrare una banalità, ma che dire di tutti i luoghi del mondo in cui acqua e sapone non sono sempre a disposizione?
Uno degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, il numero 6, riguarda proprio l’acqua pulita e i servizi igienico-sanitari. Perché ancora oggi, 2,3 miliardi di persone non hanno la possibilità di lavarsi le mani con acqua e sapone (cioè il 29% degli abitanti del Pianeta), circa 2 miliardi non hanno accesso all’acqua potabile (il 26%) e 3,6 miliardi non hanno a disposizione servizi igienici adeguati (il 46%).
Il dilagare del Covid-19 è soltanto una delle conseguenze. Per noi che abbiamo avuto la fortuna di nascere in un paese industrializzato può essere difficile anche solo da immaginare, ma ancora oggi polmonite e diarrea acuta sono due delle principali cause di decesso dei bambini al di sotto dei cinque anni. E basterebbe il lavaggio frequente delle mani per ridurre i casi, rispettivamente, di un terzo e della metà.
L’intuizione di Clean the World
Poi ci siamo noi che al supermercato abbiamo soltanto l’imbarazzo della scelta e potremmo riempirci il carrello all’infinito. O che tante volte, anche contro la nostra volontà, acqua e sapone finiamo per sprecarli. Che dire per esempio di tutte quelle saponette monodose che troviamo in albergo? Quando lasciamo la stanza, per ovvi motivi gli avanzi non possono essere riproposti all’ospite successivo. Il risultato è che, solo negli Stati Uniti, ne finiscono nella spazzatura circa due milioni ogni anno.
Perché non riciclarle e farle avere a chi ne ha davvero bisogno? Da quest’intuizione è nata un’impresa sociale, chiamata Clean the World, che raccoglie prodotti per l’igiene da una rete di oltre 8mila hotel e resort. Gli scarti di sapone vengono trasformati in nuove saponette, mentre i flaconcini di shampoo e bagnoschiuma vengono riciclati o convertiti in energia. Qualche numero? Dal 2009 in poi, 63 milioni di saponette sono state distribuite in 127 Paesi caratterizzati dalla scarsità di acqua e servizi igienici.
Le attività di Clean the World, dall’Uganda a Las Vegas
Oltre all’impresa sociale esiste un’omonima fondazione che porta avanti svariati programmi, tutti accomunati dalla missione di assicurare un’adeguata igiene personale a tutti.
Quando nel 2019 l’uragano Dennis si è abbattuto sulle Bahamas, distruggendo le case dove abitavano 1.500 persone, la Clean the World Foundation era lì per distribuire presìdi igienici. Nelle grandi città statunitensi, come Las Vegas, regala ai senzatetto semplici kit che contengono saponette riciclate, shampoo e balsamo, oltre a posizionare gratuitamente wc chimici e postazioni mobili dove lavarsi le mani.
Nel 2018 la fondazione ha lanciato un programma nel distretto di Tororo, in Uganda, dove oltre 20mila persone sono obbligate a camminare per chilometri per approvvigionarsi d’acqua e non dispongono del bagno in casa. Grazie a un’opera di formazione sul campo, la comunità locale ha costruito un pozzo che funziona a energia solare, per poi installare una cisterna e una rete di tubature che porta l’acqua pulita in una serie di posizioni strategiche. Ora le sei scuole, la clinica e il centro civico sono tutti provvisti di bagni, lavabi e sapone. I risultati parlano da soli. I casi di diarrea sono diminuiti del 67%, la frequenza scolastica è aumentata del 50% ed è cresciuto anche il reddito medio.