Fisioterapia respiratoria: cos'è, a cosa serve, esempi
In presenza di patologie che coinvolgono bronchi e polmoni, la fisioterapia respiratoria può essere un valido ausilio alla terapia farmacologica. Vediamo meglio cos’è e come funziona.
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Quando sentiamo parlare di fisioterapia, diamo per scontato che sia funzionale alla riabilitazione corporea, magari dopo un infortunio o un incidente, oppure alla rieducazione posturale. Pochi sanno che esiste anche la fisioterapia respiratoria. Vediamo meglio cos’è e di cosa si tratta.
- Quando la funzionalità respiratoria è compromessa
- Il ruolo della fisioterapia respiratoria
- L’importanza del respiro
Quando la funzionalità respiratoria è compromessa
Ci sono tanti fattori che incidono negativamente sulla funzionalità respiratoria, alcuni genetici (come l’asma bronchiale) e altri derivanti dallo stile di vita: il fumo di sigaretta, la vita sedentaria, l’esposizione ad alti livelli di inquinamento. Questo determina un’infiammazione cronica a carico dei bronchi che, a lungo andare, limita la capacità respiratoria.
“In questi casi, la mucosa bronchiale va incontro a un rigonfiamento, provocato dall’accumulo di acqua e di cellule del sistema immunitario”, spiega il dottor Matteo Saporiti, medico presso il dipartimento di Pneumologia dell’Ospedale Niguarda di Milano. “Inoltre, le cellule che si occupano di produrre le secrezioni mucose aumentano di numero e dimensioni: il muco in eccesso provoca tosse e la fastidiosa sensazione di ingombro nel petto”.
“Non potendocene liberare del tutto, il muco in eccesso finisce per ostruire parzialmente le diramazioni più fini dei bronchi. Nei polmoni, alcune pareti degli alveoli si rompono: ciò significa che il polmone è meno elastico e perde parte della superficie utile per far arrivare l’ossigeno al sangue”, continua il dottor Saporiti.
La somma di tutti questi fenomeni, prolungati nel tempo, fa sì che il polmone diventi sempre più gonfio e che i bronchi si chiudano prima del previsto durante l’espirazione. Questo compromette anche il lavoro del diaframma, il principale muscolo respiratorio, che si trova compresso verso il basso.
Il ruolo della fisioterapia respiratoria
Come intervenire su questi problemi? Innanzitutto attraverso i farmaci da inalare per dilatare i bronchi, seguendo le indicazioni dello specialista curante. In parallelo, continua il dottor Saporiti, anche la fisioterapia respiratoria ha un ruolo che può diventare molto rilevante.
“Gli esercizi da soli non possono ‘far guarire’ dalle patologie, soprattutto nei casi più critici. Tuttavia, possono diventare uno strumento di conoscenza di sé stessi, delle proprie responsabilità, del proprio grado di fatica respiratoria, del motivo di questa fatica e soprattutto dei meccanismi con cui agiscono le terapie mediche e gli esercizi proposti dai fisioterapisti. In poche parole, aiutano a gestire meglio la patologia, a vantaggio della qualità della vita”, conclude il dottor Saporiti.
I protocolli fisioterapici si suddividono in due categorie:
- L’ambito “disostruttivo”, cioè quello relativo alla gestione delle secrezioni, con esercizi come la PEP (Pressione espiratoria positiva) bottle e la PEP Mask (n ambito pediatrico), la ETGOL (Espirazione totale a glottide aperta distesi sul fianco), gli esercizi di drenaggio autogeno e l’utilizzo di incentivatori di flusso e di volume.
- Il recupero della forza, attraverso un’attività motoria su base aerobica con la cyclette, il tapis roulant, lo step o i pesi.
L’importanza del respiro
Il respiro non è un qualcosa a cui prestare attenzione solo in presenza di patologie diagnosticate. “Da migliaia di anni, praticamente tutte le antiche filosofie parlano dell’importanza del respiro sulla salute”, spiega il dottor Andrea Dellanoce, osteopata che riceve presso lo studio osteopatico Dharma di Milano. “Dai taoisti della Cina ancestrale, fino agli sciamani delle Americhe e delle steppe russe, le antiche civiltà hanno studiato, praticato e codificato innumerevoli tecniche per imparare a rallentare, trattenere, allungare il respiro, per ottenere benefici sulla salute e sulle capacità e prestazioni fisiche e psichiche”.
Tecniche che hanno benefici comprovati sulla salute: dalla diminuzione della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa all’aumento dell’ossigenazione cerebrale, dal sostegno all’attività ormonale e immunitaria all’incremento delle prestazioni sportive, dall’instaurarsi della quiete del pensiero alla percezione di armonia con gli altri e con il tutto.
“Il respiro viene considerato come un gesto scontato, non viene insegnato nelle scuole, non viene indagato dalla medicina, se non in relazione ai volumi respiratori in patologia, non viene allenato specificatamente dagli sportivi”, conclude il dottor Dellanoce. “Diventare più consapevoli del proprio respiro significa cambiare in meglio il rapporto profondo con il proprio corpo e con sé stessi”.