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I punti moxa: cotti al punto giusto

La moxibustione trasmette calore al corpo mediante diverse tecniche, ma sempre in specifici punti energetici. La tradizione cinese e tibetana riportano una mappa di queste zone

I punti moxa: cotti al punto giusto

Punti moxa nella medicina tradizionale cinese

All’interno del corpus medico-filosofico della medicina tradizionale cinese, i punti di applicazione della moxibustione sono i medesimi dell'agopuntura. Le due terapie hanno la stessa base filosofica e, a volte, si legano. Può capitare infatti che, durante una sessione di agopuntura, alla sommità dell'ago conficcato nell'epidermide del paziente, venga innestato un sigaro o un cono di artemisia che viene lasciato bruciare. Questa pratica produce calore intenso in un punto specifico del corpo del soggetto e non tutti coloro che si sottopongono a una seduta di agopuntura si prestano a tale soluzione. Diversamente, coloro che si sottopongono alla moxaterapia, trovano questo metodo meno doloroso di altri per cauterizzazione diretta. 

Normalmente, il terapista individua i punti su cui agire e successivamente realizza se il trattamento con l'artemisia va eseguito “in tonificazione” o “in dispersione”. Si dice che il punto è “in vuoto” quando è carente di energia (kyo), mentre è “in pieno” (jitsu) se l'energia che blocca la zona interessata deve essere liberata, in quanto in eccesso. 

Se si volesse avanzare una sommaria classificazione dei punti di agopuntura, e quindi i punti moxa, si potrebbero sinteticamente organizzare tre gruppi: 

 

     - Punti dei 14 meridiani: sono in tutto 361, e sono distribuiti lungo i 12 Meridiani Principali e lungo i due meridiani curiosi Du Mai e Ren Mai. Sono i punti maggiormente utilizzati e, relativamente a quelli dei 12 meridiani Principali, vengono dislocati simmetricamente nelle due parti del corpo. I punti dei canali Du e Ren si trovano invece sulla sagittale mediana anteriore e posteriore, quindi sono singoli. 

 

- Punti "extra - meridiano": situati al di fuori dei tragitti dei meridiani principali, pur avendo una localizzazione precisa e ben definite applicazioni cliniche. 

Tra i Punti fuori meridiano: 

 - Punti Curiosi (189): punti suggeriti dalla tradizione con azione locale e a distanza. 

 - Punti Nuovi (110): punti indicati da moderni studi e ricerche clinico - sperimentali. 

 - Punti auricolari, punti di rinopuntura, punti di craniopuntura ecc. 

 - Punti Ashi: punti dolorosi, localizzati genericamente.

 

Punti moxa nella medicina tibetana

Diverse testimonianze confermano agli studiosi che la pratica della moxibustione, perlomeno in una sua componente grezza, godeva di popolarità in Tibet già prima dell’era Buddista. Parliamo di più di 3000 anni fa. Utilizzatori erano non soltanto “uomini medicina”, guaritori e medici, ma anche gente comune, il popolo delle montagne che conosceva l’uso della moxa per aiutare e guarire parenti e animali. 

Gli archeologi hanno scoperto, nelle grotte del Dunhang, due reperti che trattavano dei punti moxa. Questi testi non facevano parte della biblioteca del palazzo reale, segno che la moxibustione veniva adoperata già prima che i re tibetani cominciassero a formare un corpus di trattati medici. 

La moxibustione tibetana, al contrario di quella cinese, non è basata sul concetto dei meridiani e sui punti di agopuntura, ma si sviluppa sulla base di passaggi naturali energetici psico-fisici definiti gSang (punto). In questa concezione, il corpo viene paragonato ad un canestro di bambù, caratterizzato da vie energetiche che lo ricoprono e che stabiliscono connessioni tra il corpo esterno e gli organi interni. Quando il corpo si trova nella giusta posizione (in piedi), le vie energetiche permettono al calore, erogato dalla moxibustione e dalle terapie calde, di raggiungere correttamente gli organi interni. Queste vie energetiche sono connesse alla forza vitale degli organi e alle loro funzioni. 

Nel Gyud-shi, il capitolo relativo alla pratica della moxibustione menziona più di 71 punti. In seguito, l’erudito Deumar Geshe (XVII° secolo d.C.) ne scoprì altri, per un totale di 360 punti corporei. In tibetano, un punto moxa viene definito Tsug, spesso sinonimo di moxibustione. Fu Desid Sangye Gyatsho (1653-1705) a creare le varie mappe anatomiche, le cosiddette thangka, per illustrare i punti moxa e i loro effetti. A sperimentare i 360 punti ci pensarono invece sperimentati Zurkhar e Deumar Geshe Tenzin Phuntshog.

I punti corporei vengono premuti o riscaldati con diversi tipi di oggetti esterni, per curare disordini interni. Il testo sopraccitato menziona i punti moxa insieme ai vari tipi di materiali adoperati. Ne riportiamo un elenco:

Dhotsug - punto riscaldato con la pietra

Ratsug - punto riscaldato con corna di animale

Shingtsug - punto riscaldato con legno

Tel-me - punto riscaldato con metalli 

Ser-tel - punto riscaldato con oro

Ngul-te - punto riscaldato con argento 

Zang-tel - punto riscaldato con rame

Chag-tel - punto riscaldato con ferro

Zi tshug - punto riscaldato con “occhio di tigre”

•       Metshug - moxibustione

Khandroe metsa – moxibustione Dakini

Tendrel metsa – moxibustione miracolosa

Horgyi-metsa – moxibustione mongola

Gyanag-metsa – moxibustione cinese con acqua

Gyagar-metsa – moxibustione indiana

Thrulme – moxibustione magica

Melongdarseg – moxibustione con lo specchio

Ngo-tsar-metsa – moxibustione meravigliosa

Bame – moxibustione nascosta

Num-tel – moxibustione con olio.

Immagine | Wonderlane