Tecniche marziali: 4 pugni di base
Il pugno è una delle mosse più naturali, istintive e immediate nelle arti marziali e nell’autodifesa. Esistono però diversi tipi di pugno, alcuni basilari, altri più complessi. Iniziamo con i 4 pugni di base nelle varie arti marziali
1 di 5
Con la parola "pugno" si indica una precisa forma che assume la mano durante il combattimento, ripiegando le dita protette all’interno del palmo e esponendo le nocche, con le quali si va a colpire l’avversario.
Il motivo per cui l’essere umano ricorre al pugno per combattere ha origini antiche, basate sulla fisiologia e la meccanica del corpo: le dita sono particolarmente deboli e suscettibili a facili fratture, così come il taglio della mano; le nocche e il polso invece riescono a esprimere in modo piuttosto sicuro un grande ammontare di forza senza subire danni, e sebbene il polso sia più sicuro delle nocche, queste permettono un allungo migliore.
Il pugno è un’arma talmente efficace che lo si trova in tutte le arti marziali sotto varie forme, ed esiste uno sport basato prettamente su di esso: la boxe. Questa disciplina regolamenta l’uso dei pugni convenzionali e a grandi linee ne permette 4, che analizzeremo in questo articolo.
Boxe motion, pugni a suon di musica
2 di 5
Cominciamo dal jab che, sebbene ne esistano di diversi tipi, tutti hanno in comune alcue caratteristiche: la mano che colpisce è quella anteriore, più lontana dalla testa e più vicina all’avversario, ed essa è collegata alla gamba in posizione anteriore: la sinistra se siamo in guardia ortodossa, la destra se siamo in guardia “southpaw”.
Questa antica parola di origine scozzese, rappresenta uno dei termini più usati nel gergo pugilistico: il jab infatti è un pugno che aiuta a mantenere la distanza, veloce e meno potente degli altri pugni, ma che può generare danni alla lunga, specie dopo ripetuti colpi al naso o agli occhi.
Come detto, è il colpo più veloce da portare e il più difficile da prevedere, il braccio compie una rotazione, il torso ruota e la spalla del braccio che attacca va a proteggere la mascella.
Ha mansioni difensive, di disturbo, serve a trovare la giusta distanza per assestare un altro pugno e può accecare (far chiudere gli occhi) l’avversario.
3 di 5
Il pugno diretto, in gergo pugilistico chiamato anche “cross” è il pugno dritto portato con la mano più arretrata, quella connessa alla gamba posteriore: destra nel caso della guardia ortodossa, sinistra se combattiamo con la destra avanti.
Il diretto è il pugno forte, caricato dalla distanza, capace di mettere KO, e per via di questa potenza deve essere tirato con buona tecnica per non infortunarsi: la spalla del braccio che colpisce deve proteggere la mascella e a piena estensione il polso deve essere dritto, in modo che la forza d’urto raggiunga il gomito e non si sfoghi prima.
Il diretto può essere portato al corpo o alla testa, dopo che col jab o con una finta abbiamo fatto abbassare la guardia. Il concetto del pugno diretto è il più semplice: linea retta tra il punto A e il punto B.
4 di 5
Cosa succede quando troviamo un ostacolo troppo duro sulla nostra strada? Generalmente lo si aggira.
Ecco la filosofia dietro il gancio: un pugno curvo che cerca di aggirare la guardia frontale, che come uno scudo protegge la faccia dell’avversario.
I suoi target sono la mascella, uno dei punti chiave per vincere un combattimento, la tempia e l’orecchio; quando invece il gancio è diretto al corpo, il suo target sono le costole, in special modo la parte sinistra, dove ha sede il fegato.
Per produrre un gancio è importante non allontanare troppo la mano dalla propria testa per non scoprirla ai colpi avversari: cominceremo una rotazione del bacino e del busto e solo all’ultimo apriremo il gomito per permettere al colpo di aggirare la guardia.
È un tipo di pugno che richiede una corta distanza, e invece che procedere per linea retta prevede una rotazione; può essere tirato con entrambe le mani, sia col palmo rivolto verso il suolo sia con pugno verticale.
5 di 5
Il montante segue lo stesso principio del gancio ma la rotazione è verticale invece che orizzontale, e il pugno è ascendente, salendo dal basso verso il suo bersaglio, il mento o, in caso di montante al corpo, fegato o plesso solare.
Anche questo è un colpo da eseguire a corta distanza, anche se esistono delle varianti di montante in allungo, specie se si nota che l’avversario si piega verso il basso per schivare i nostri colpi: in quel caso anche il naso può diventare un bersaglio.
Per dare forza al montante è importante eseguire una torso-flessione in modo da caricare il colpo: essa si può fare durante una combinazione, con una finta di corpo o mentre schiviamo un colpo avversario; un montante senza una adeguata torso-flessione sarà privo di potenza.
Scopri come eseguire 4 pugni avanzati