Tecniche marziali: 4 pugni avanzati
Studiare le arti marziali comprende anche l’approfondire le tecniche. Facendo ciò scopriremo che esistono numerose varianti avanzate e spesso poco convenzionali di ogni tecnica, molto raffinate e di grandi efficacia se eseguite nel momento giusto. Vediamone 4, riferite ai pugni
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La mano può assumere infinite forme e le giunture del corpo possono trovare innumerevoli combinazioni di movimento per generare forza.
Talvolta troviamo avversari molto allenati nel prevenire i pugni di base e la scelta di un pugno non convenzionale, considerato una tecnica avanzata, è quella che fa pendere il risultato del match dalla nostra parte.
Vedremo come colpire con rotazioni, e salti, come usare il dorso o la parte inferiore della mano, come eseguire finte preventive o come mantenere il pugno verticale.
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Il più comune dei pugni non convenzionali o pugni avanzati il pugno girato, in inglese “spinning back fist”.
È un tipo di pugno vietato nel pugilato, in quanto comporta dare la schiena all’avversario; infatti questo pugno segue una rotazione a 360 gradi del corpo seguita dall’estenzione del braccio; è molto utile in seguito ad un colpo mancato: quando l’avversario proverà ad approfittare del nostro colpo a vuoto, trarremo vantaggio dall’energia del nostro colpo continuando la rotazione e finalizzandola con un pugno girato.
È un pugno che può coprire molta distanza se eseguito con un passo, quindi utile per accorciare gli spazi.
Generalmente si colpisce col dorso della mano, anche se questo comporta una posizione del gomito esposta a rischi di estroflessione. È un pugno potente, efficace, estetico, che però comporta il rischio dato dall’esporre la schiena all’avversario.
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Il pugno saltato, detto anche “superman punch” o “cobra punch”, è un pugno eseguito durante un salto in avanti, ed è originario della muay thai e del lethwei, anche se lo si può vedere spesso nel taekwondoo, nel karate, in alcuni stili di kung fu, nella kick boxing e nelle MMA.
Per eseguirlo è indispensabile capire la semplice strategia che ne è alla base: allungheremo in avanti la gamba posteriore in modo che sembri un calcio alle parti basse; istintivamente il nostro avversario tenderà a proteggere quell’area delicata abbassando sensibilmente la guardia e esponendo la testa in avanti.
Quello è il momento in cui richiameremo la gamba indietro per dare energia ad un salto culminante con un pugno in pieno volto. È un pugno improvviso, molto potente se eseguito correttamente. D’altronde il salto è sempre un rischio durante un combattimento: se le gambe venissero toccate durante la sospensione le chance di finire a testa in giù sarebbero rischiosamente troppo alte.
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Vengono definiti pugni a martello tutti i pugni che colpiscono l’avversario con la parte inferiore di un pugno verticale chiuso, come se impugnassimo un martello e volessimo colpire con la parte opposta alla testa di esso: il risultato è appunto un “martellamento”, come quando si dà un pugno sul tavolo.
È estremamente efficace quando ci troviamo a terra, in posizione dominante, o quando durante il clinch da stretta distanza scegliamo il costato come bersaglio: questo perchè il meccanismo per genereare la potenza di questo pugno non deriva dalla rotazione del busto ma dall’estenzione del gomito.
In genere viene portato in una numerosa serie di colpi, ed anche se non è il più potente, è piuttosto sicuro per il polso.
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Si tratta di un pugno spesso usato nei kung fu, dove viene chiamato kwen.
Il concetto di base è facile: è il modo più diretto e semplice di raggiungere il punto B partendo dal punto A, una linea retta che non prevede la rotazione del braccio e quindi la torsione del busto. Il gomito punta verso il basso e non verso l’esterno e il pugo chiuso è in posizione verticale.
Se saputo tirare, si tratta di un pugno veloce anche se non molto potente, ma è estremamente efficace per due cose: la prima è il contrattacco, poiché la sua rapidità prende alla sprovvista l’attaccante che per un breve momento si scopre nell’eseguire l’attacco; la seconda è la protezione che l’esecuzione di numerosi pugni verticali consecutivi (pugni a catena) comporta per la linea centrale del corpo, dove hanno sede il naso, il mento, la gola, la bocca dello stomaco.
L’uso delle armi nelle arti marziali