Sport agonistico per bambini: serve iniziare così presto?
L'attività fisica a livello agonistico: ritmi esagerati, richieste inadatte per l'organismo in crescita dei bambini, prestazioni a livelli professionali, pasti consumati in fretta, responsabilità e aspettative...Vediamo insieme se tutto questo può essere una condizione adatta ai bambini.
Ogni cosa a suo tempo
Non basta più una semplice (se pur impegnativa) attività sportiva praticata dai bambini. Ora, per seguire i folli ritmi degli impegni extra-scolastici, per soddisfare le aspettative dei genitori, dei centri sportivi, della società e dei piccoli stessi (per riflesso), è sempre più frequente, già dai 7/8 anni di età, la pratica di attività fisica a livello agonistico. Personalmente trovo l'impegno (e la parola stessa "agonismo") inappropriato per questo periodo della crescita, dove il bambino si trova già impegnato ad apprendere le nuove nozioni didattiche, l'inserimento nella comunità scolastica primaria, le dinamiche delle relazioni con i coetanei e con gli adulti (esterni al nucleo familiare); già così forzato a ritmi e input non adeguati ed eccessivi per i suoi tempi, oltre che per la sua struttura fisica.
Non è una questione di resistenza, quella c'è! È una questione d'impegno, di responsabilità, di prestazione, di aspettative, sia fisiche che mentali. I bambini trovano sempre le forze nella loro energia infinita, ma ne escono sfiniti, esauriti da quell'attività prevalente che impedisce loro di nutrire mente e anima, fondamentale elemento in questo periodo, per una crescita completa e serena.
Agonismo, meglio durante la pubertà
Solo dai 12 anni di età inizia ad essere appropriata (e sostenibile - e solo se è una scelta dettata dalla passione e fortemente voluta dal ragazzo!) un'attività agonistica intensa, che prepara il giovane oltre che fisicamente, anche come persona, abituandolo all'impegno, alla costanza, a conoscere i limiti del proprio corpo e a superarli (quando e dove possibile!), ad instaurare forti e profondi legami con i compagni di squadra o di allenamento, con i propri allenatori, ad abituarsi a confrontarsi con vittorie e sconfitte.
Se ben strutturata, l'attività agonistica in questo periodo, può formare in modo molto positivo i ragazzi, canalizzando la loro energia "in eccesso", tipica dell'adolescenza, in impegno e determinazione, tutto questo sempre a patto che non si trascuri troppo la parte intellettuale, spirituale e culturale del giovane!
Pedagogia Steineriana e attività sportiva agonistica
Elenco alcune indicazioni della pedagogia Steineriana:
- le attività sportive a livello agonistico sono indicate solo dal terzo settennio, controindicate prima in quanto impegnano intensamente corpo e mente con pesanti allenamenti quotidiani;
- lo sport praticato a livello agonistico nel secondo settennio può rivelarsi dannoso a carico della struttura fisica del bambino/ragazzo, creando in moltissimi casi irrigidimenti muscolari;
- oltre al coinvolgimento fisico, bisogna considerare anche l'aspetto animico: il secondo settennio non è ancora tempo dell'individualità che compete e si afferma nei confronti di un'altra individualità;
- il secondo settennio è il tempo dell'armonia, della comunità, del gruppo, delle cose fatte armoniosamente, in modo naturale e spontaneo senza forzature che potrebbero creare delle rigidità del corpo e dell'anima;
- i giochi competitivi (nel senso che uno vince e l'altro perde) fanno parte della normale dinamica di tutte le età, ma non deve essere questo il punto di forza usato pedagogicamente per stimolare;
- non è invitando i bambini/ragazzi ad impegnarsi per vincere e quindi ad essere i migliori che li aiuta;
- l'impegno principale dovrebbe essere quello di vivere momenti di gioco, di divertimento, di sport anche in senso agonistico, ma senza che questo costituisca un mito.
In tutti i casi, ogni attività deve essere svolta al tempo giusto, nel modo giusto, scegliendo lo sport giusto, che porti effettivamente ad una valorizzazione delle caratteristiche individuali e delle qualità fisiche/costituzionali del bambino.