Zen, arti marziali, modernità. Intervista a Bruno Ballardini
Nell'ambito della manifestazione Approdo alla lettura a Ostia - pontile p.zza dei Ravennati, sabato 30 giugno alle 21.30 si terrà la conferenza Alla scoperta delle arti marziali tradizionali, con momenti diversi, dimostrativi e conferenziali. Abbiamo fatto qualche domanda a Bruno Ballardini, direttore della Collana Sapere d'Oriente di Edizioni Mediterranee
Lei è direttore della Collana Sapere d'Oriente di Edizioni Mediterranee e ci ha colpito che questa collana venga presentata con una frase semplicissima e d'effetto: Strategie antiche per il mondo moderno. Davvero cercare nel pensiero antico può essere utile? Non si rischia di creare un'ulteriore frustrazione per il "com'era e come non è più", una nostalgia della quiete, del senso del sacro, dell'onore?
Non credo questo, credo piuttosto che la nostra idea di modernità, con la deriva costituita dal "modernismo", ci abbia fatto dimenticare le nostre stesse radici. A volte rincorriamo il nuovo dimenticandoci di quello che abbiamo, a volte inventiamo cose che sono state già inventate. In altri casi, non sappiamo come cavarcela di fronte a situazioni che ci appaiono impossibili mentre invece la saggezza degli antichi tramanderebbe un immenso patrimonio di consigli, di soluzioni pratiche per la vita di tutti i giorni. È lì che ci aspetta, a nostra disposizione...
Noi abbiamo dimenticato del tutto l'educazione a combattere, che era parte integrante nella formazione dei giovani al pari delle belle arti. Non è uno stereotipo fascista, è la realtà. Mancano testi esperienziali, fonti a cui riferirsi anche per la propria auto-educazione. La collana quindi vuol essere uno scrigno di gemme preziose, non solo per i praticanti di arti marziali ma anche e soprattutto a chi, pur non praticando, vuole attingere da un pozzo di esperienze di vita che non sono affatto "esotiche" o "lontane dalla nostra cultura" ma tramandano valori eterni che sono patrimonio dell'umanità e quindi ci appartengono.
Essere zen mentre il mondo corre e l'ascolto e la pazienza delle persone sembra ridursi. Restare in stato di grazia e gentilezza mentre la crisi viene strillata, descritta, nominata continuamente. Quali i modi praticabili secondo lei?
Non vorrei sembrare di parte, ma non sempre la pratica della meditazione permette di acquisire gli anticorpi per risolvere situazioni di conflitto o come minimo per uscire dalla cappa dello stress quotidiano. Le arti marziali contengono lo zen e lo mettono in pratica creando un ambiente protetto in cui esercitarsi a vivere. Per questo è meglio, mille volte meglio la pratica di queste discipline.
Si fanno due cose in una: si impara a difendersi ma anche a difendersi da se stessi. E magari più tardi, si può arrivare alla meditazione in modo più consapevole e maturo traendone tutto il meglio senza incorrere in errori e trappole in cui all'inizio cade spesso qualsiasi praticante occidentale col suo atteggiamento eccessivamente "mentale".
L'idea di questa collana che stiamo osservando crescere a vista d'occhio nasce da una sua esperienza nelle arti marziali o comunque passione per l'oriente?
È un po' il coronamento di una vita di appassionato studioso e praticante. Andando avanti nella pratica, da principianti a istruttori, si arriva a comprendere il senso di queste discipline che non è semplicemente "tecnico". Ognuna di queste "Vie" è anche un percorso spirituale verso la conoscenza di se stessi e la capacità di ritrovare l'armonia con il mondo. Per questo, da anni mi batto per la diffusione delle arti marziali nella loro versione "tradizionale" e non sportiva.
La versione sportiva del karate, del judo, del kendo, del kung fu (e oggi si stanno proponendo perfino le gare di Yoga!) non portano nessun valore aggiunto al praticante rispetto a qualsiasi altro sport. Invece, la pratica di un'arte marziale tradizionale è un metodo ineguagliabile di formazione della persona. C'è l'educazione ai solidi valori del rispetto e dell'armonia col prossimo e la loro verifica concreta in situazioni di conflitto. Noi non abbiamo più nulla del genere nei nostri sistemi educativi.
Nell'ambito della manifestazione Approdo alla lettura a Ostia - pontile p.zza dei Ravennati, Sabato 30 giugno alle 21.30 si terrà la conferenza Alla scoperta delle arti marziali tradizionali. Oltre a lei prenderanno parte Paolo Taigo Spongia - Maestro di karate e maestro di zen ed Enrico Salvi - Maestro di spada e di Iaido. Insieme al momento conferenziale puro ci sarà quindi anche spazio per qualche dimostrazione?
Certamente. Ho l'onore di avere due grandi esperti studiosi, oltre che amici, che hanno accettato con entusiasmo. Le discipline che insegnano rappresentano i due estremi della cultura delle arti marziali: la spada e la mano vuota. Il 30 giugno in occasione di Approdo alla lettura - Alla scoperta delle arti marziali tradizionali a Ostia ci sarà quindi una dimostrazione di "iaido", ovvero l'arte di uccidere un avversario con un colpo solo sguainando la spada, curata dal Maestro Enrico Salvi. E poi una dimostrazione di karate antico dello stile Goju Ryu di Okinawa tenuta da Paolo Taigo Spongia, un allievo diretto di uno degli ultimi capiscuola viventi nel karate classico. Il Maestro Spongia incarna bene la fusione tra la pratica spirituale contenuta nell'arte marziale e lo Zen essendo ordinato anche monaco Zen.
Il libro su tutti della collana che consiglierebbe a chiunque volesse affrontare con tenacia un momento economicamente ed emotivamente difficile come questo?
I Venti principi del karate di Gichin Funakoshi perché, nonostante il titolo, contiene principi che si possono applicare alla vita di tutti i giorni. È una lettura facile, alla portata di tutti ma nonostante questo ha un'incredibile densità. E poi La saggezza dei samurai di Thomas Cleary, perché contiene una buona scelta di testi tratti da questa letteratura. Oltretutto, come antologia, permette di orientarsi meglio, successivamente, in letture più impegnative come La mente senza catene che è puro Zen.
I trattati che abbiamo scelto arrivano a includere perfino il Kama Shastra, un codice classico indiano sull'amore sensuale che può costituire una bella riscoperta in un'epoca come la nostra in cui vige un'impressionante maleducazione sentimentale. E ancora, fra le ultime uscite, segnalo il famoso trattato sul Teatro No di Zeami, che permetterà, non solo agli appassionati del genere ma anche ai professionisti dello spettacolo, di conoscere un approccio diverso al mestiere di attore, quello che trasforma il mestiere in un percorso di auto perfezionamento e di ricerca del vero sé.
In ogni caso questa ricerca va intrapresa al più presto. Tanto più adesso, in un momento in cui manca ogni certezza, la saggezza degli antichi può tornare utile, molto utile, non per fronteggiare un nemico ma la vita stessa.
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Immagine | Bruno Ballardini