Vegetariani e malattie: pareri discordanti
La dieta vegetariana fa bene? I vegetariani corrono maggiori rischi di ammalarsi oppure meno? Scopriamo insieme i pareri discordanti e il valore delle ricerche sulle malattie e la loro relazione con l'alimentazione.
La dieta vegetariana fa bene davvero?
I vegetariani sono sempre di più nel mondo e, contrariamente agli onnivori, sono spesso più attenti al loro benessere: in genere, non fumano, non bevono e raramente sono sovrappeso. Ma davvero è tutto così semplice e ovvio?
Fino ad oggi, come messo in evidenza dalla rivista scientifica Plos One, vari studi hanno dimostrato che l’essere vegetariani è associato a livello salutare a una bassa incidenza di problemi legati all’ipertensione, al colesterolo, al diabete, a calcoli e a certe tipologie di cancro. Nonostante ciò, spesso si sente e si legge tutto e il contrario di tutto sulla dieta vegetariana e su questo tipo di orientamento alimentare: fa bene e ci protegge da certe malattie o ne concatena di nuove?
Ecco il riassunto di ciò che, da qualche anno a questa parte, ci riportano studi e ricerche.
Studi sulla dieta vegetariana
Ha fatto scalpore lo studio in controtendenza condotto in Austria dall’Università di Graz, dal titolo “Austrian Health Interview Survey”, che metterebbe in luce come gli austriaci adulti che consumano una dieta vegetariana siano meno in salute (in termini di predisposizione al cancro, allergie e disordini di salute mentale), abbiano un’inferiore qualità di vita e necessitino persino di maggiori cure mediche.
Come evidenziano gli stessi autori, non si tratta però di uno studio definitivo e a lungo termine: è invece un’indagine statistica - basata infatti sullo studio e sull’analisi di interviste a persone - e non conclusiva, un primo step che vuole sottolineare la necessità di condurre ulteriori indagini più approfondite in campo alimentare nel paese.
Per chi desiderasse approfondire la questione, una lettura al Magazine della Fondazione Umberto Veronesi è ulteriormente chiarificatrice.
Un altro studio pubblicato in Molecular Biologiy and Evolution della Cornell Universitiy di New York suggerisce che, seguire una dieta vegetariana per lungo tempo, potrebbe alterare il DNA umano e rendere i vegetariani più sensibili nel tempo a malattie cardiache e ad alcuni tipi di cancro.
Secondo i ricercatori, questo fenomeno è dovuto al fatto che il DNA dei vegetariani li rende più suscettibili a possibili infiammazioni, poiché stimola l'acido arachidonico, una sostanza legata al cancro e all'infiammazione.
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I vegetariani e le malattie
D’altra parte, come si è letto ovunque di recente, la World Health Organization (WHO) e l’International Agency for Research on Cancer (IARC) hanno dichiarato che la carne rossa è “probabilmente cancerogena per l'uomo”.
E, come tende a sottolineare il portale Scienza Vegetariana, la posizione dell’Academy of Nutrition and Dietetics e che “le diete vegetariane correttamente pianificate, comprese le diete totalmente vegetariane o vegane, sono salutari, nutrizionalmente adeguate e possono apportare benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie. Queste diete sono adatte in tutti gli stadi del ciclo vitale, inclusi la gravidanza, l'allattamento, la prima e la seconda infanzia, l'adolescenza, l'età adulta, per gli anziani e per gli atleti.”
Dunque dove sta la verità? A seconda dei singoli casi, stato di salute, patologie, si può concludere che, come spesso accade, il giusto sta nel mezzo e che la ricerca scientifica prosegue e va avanti smentendo sè stessa. Come è ovvio, le esagerazioni e le posizioni radicali "a tutti i costi" possono risultare deleterie per la salute.
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