I disturbi alimentari nei bambini: riconoscerli e affrontarli
I disturbi alimentari possono insorgere anche nei bambini. In molti casi, un rapporto conflittuale con il cibo è transitorio e può essere considerato normale. Vediamo quali sono i disturbi alimentari più comuni nei bambini e come riconoscerli
I disturbi alimentari nei bambini: uno studio recente
I disturbi alimentari generalmente compaiono nell’adolescenza e, fino a qualche anno fa, erano molto più frequenti nelle ragazze; oggi riguardano sempre più spesso anche i ragazzi e possono manifestarsi più precocemente.
Uno studio canadese, presentano il 7 ottobre 2014 a Vancouver, ha preso in esame 215 bambini con disturbi alimentari, di età compresa tra gli 8 e i 12 anni. L’intero campione era ricorso a cure mediche per problemi legati ai disturbi alimentari: il 52% era stato ricoverato in ospedale, almeno una volta, mentre il restante 48% aveva ricevuto un trattamento ambulatoriale.
Il 15% del campione vomitava dopo aver mangiato e il 13% aveva comportamenti di tipo bulimico; il 95% evidenziava comportanti alimentari restrittivi.
In generale, i bambini analizzati si mostravano preoccupati del proprio aspetto fisico: il 23% riferiva di essere stato insultato per il proprio aspetto, il 69% si mostrava preoccupato di prendere peso e il 47% si definiva grasso.
Disturbi alimentari più comuni nei bambini
Disturbi alimentari come l’anoressia e la bulimia, comunque, non sono comuni nei bambini e diventano più frequenti verso i 13-14 anni d’età.
Prima dell’adolescenza è più probabile osservare disturbi alimentari non legati all’immagine che si ha di sé e alla preoccupazione di prendere peso. Ne vediamo alcuni.
Disturbo da alimentazione selettiva. In età prescolare è comune che i bambini attraversino una fase in cui l’alimentazione è molto selettiva; mangiano, cioè, solo pochi cibi, sempre gli stessi. Se si tratta di un periodo transitorio, non deve destare troppa preoccupazione, soprattutto se il bambino continua a crescere adeguatamente.
Disturbo da alimentazione restrittiva. Il bambino, cioè, dimostra uno scarso interesse per il cibo e tende a mangiare molto poco. Anche questa è una condizione piuttosto comune in età prescolare ma, se persiste, potrebbe compromettere la normale crescita.
Iperalimentazione compulsiva. Il bambino, cioè, mangia troppo e spesso; la conseguenza, spesso, è il sovrappeso. Qualche volta, le restrizioni imposte dai genitori sortiscono l’effetto contrario e il piccolo finisce per mangiare di nascosto.
Pica. Il bambino, cioè, tende a mangiare alimenti non commestibili, dalla sabbia, agli insetti, alla carta… Nel corso del primo anno di vita questo comportamento è comune e viene considerato normale. Nei più grandicelli, invece, si traduce in un disturbo alimentare che può essere indice di un disagio emotivo.
Questi sono solo alcuni dei disturbi alimentari più frequenti nei bambini; nella maggior parte dei casi sono transitori e si risolvono spontaneamente; quando, però, il bambino ha un atteggiamento conflittuale nei confronti del cibo, che persiste nel tempo, è consigliabile chiedere consiglio al pediatra, per valutare se e come intervenire.
Bambini e rapporto con il cibo
Ci sono bambini che sviluppano subito un buon rapporto con il cibo, sin dalle prime fasi dello svezzamento, altri che fanno fatica all’inizio e poi imparano a mangiare correttamente, altri ancora che avranno un cattivo rapporto con il cibo a lungo.
Esistono, in particolare, alcune fasi che sono più critiche:
- fra i 18 mesi e i 3 anni, spesso, l’appetito diminuisce; si parla di anoressia fisiologica in quanto corrisponde a un rallentamento della crescita.
- In età prescolare molti bambini attraversano periodi, che possono durare anche diversi mesi, in cui restringono la scelta degli alimenti o riducono l’introito di cibo.
- Durante l’adolescenza è frequente, invece, un aumento dell’appetito, dovuto alla maggiore richiesta di energia da parte dell’organismo.
Se il bambino cresce bene, se appare sereno e allegro, se non ha un umore tendenzialmente malinconico e triste, se è ben adattato nel suo ambiente e non tende a isolarsi, in sintesi, se vi sembra che vada tutto bene, queste variabili nelle abitudini alimentari non devono destare troppa preoccupazione e, con grande probabilità, saranno transitorie.
Occorre, invece, chiedere l’aiuto di uno specialista se, al contrario, il bambino ha problemi di crescita, oppure se vi sembra che il rapporto con il cibo possa essere la manifestazione di un disagio; per esempio il bambino appare spesso triste e malinconico, tende ad isolarsi e a frequentare poco i compagni, non sembra essere ben adattato nel suo ambiente, è troppo preoccupato del suo aspetto fisico, è spesso nervoso e irritabile, o manifesta altri segni di malessere.
Come educare i bambini a mangiare bene
Per approfondire:
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