Le piante spontanee commestibili di novembre
Il mese di novembre sembrerebbe un mese di poche raccolte almeno guardando gli orti che con il freddo fermano lo sviluppo delle piante. Invece nei campi le erbe spontanee possono ancora essere una riscoperta e le foglie di alcune piante proseguono il loro ciclo che per tutto l'anno ha avuto solo brevi pause estive e invernali dovute ai momenti di massimo freddo o caldo. Vediamo le erbe spontanee commestibili di novembre
di Mira Tonioni
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Il mese di novembre comincia a lasciare sempre più spazio a dolci momenti in casa a riscaldarsi piuttosto che lunghe passeggiate nei campi. Comunque sui cigli dei confini o nelle campagne e tra i boschi ancora molte erbe spontanee commestibili fanno capolino e regalano foglie e parti aeree per la raccolta autunnale.
Le piante di questo mese hanno sapori spiccati essendo aromatiche con oli essenziali e profumi che rinforzano il sistema immunitario e ci preparano a resistere ai freddi dell'inverno.
Queste piante di novembre sono piante che stanno finendo il loro ciclo annuale o che hanno una ripresa vegetativa rispetto al prossimo freddo che sta per arrivare o al caldo della piena estate che le ferma nella crescita per mancanza di acqua e freschezza.
Andiamo a conoscere nelle foto successive le protagoniste di novembre:
- la valerianella,
- la pimpinella,
- la nepitella o mentuccia e
- la borragine.
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Simile alla valeriana, e come questa membro delle valerianaceae, la valerianella (Valerianella locusta) è una pianta spontanea le cui foglie della rosetta basale, da cogliere prima della fioritura, si consumano generalmente in insalata: soffici con un fine retrogusto nocciolato, oppure cotte insieme ad altre piante di campo.
Diffusa in tutta Europa come spontanea e presente in molte cucine tradizionali ed etniche, fu un tempo (specialmente a cavallo tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo) addomesticata a scopo commerciale e venduta nei mercati come ortaggio, soprattutto in Inghilterra, Germania e Francia, dove risulta ancora presente in qualche ricetta di alta cucina.
Il motivo è presto detto: è una ottima fonte di nutrienti, specie di vitamina C (una delle migliori fonti tra gli ortaggi a foglia verde), di beta-carotene e di elementi quali il ferro e il potassio.
Le foglie di valerianella si possono cogliere a partire da novembre fino alla fine della primavera poi la calura estiva ferma la crescita delle foglioline e la pianta è in fioritura.
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La pimpinella (sanguisorba minor), da non confondere con l'anice comune (o anice verde), noto popolarmente anche come pimpinella, per via del nome scientifico Pimpinella anisum, è una pianta spontanea perenne e sempreverde, appartenente alla famiglia delle rosaceae.
Se ne mangiano le foglie più giovani, con il loro lieve gusto dolce e astringente che può ricordare il cetriolo, mentre le foglie più vecchie divengono col tempo sempre più amarognole.
È originaria di Europa, Africa e Asia ma fu importata anche in America a scopo alimentare.
È ben conosciuta nella medicina tradizionale cinese, dove viene usata in caso di diarrea o emorroidi, per alleviare le bruciature e le scottature o per le punture di insetti, nei casi di epistassi o di ferite, per via della sua capacità antiemorragica.
È utilizzata inoltre come tricostimolante. Contiene tannini e saponine fortemente antiossidanti.
In cucina si gusta cruda in insalata o aggiunta alla fine ai piatti cotti come si farebbe con spezie come prezzemolo, basilico o menta.
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Tra le aromatiche che si possono raccogliere con profitto in novembre, possiamo citare la nepitella o mentuccia, pianta perenne e cespugliosa, con foglie simili a quelle dell'origano ma morbide e di un verde brillante, con un aroma intermedio tra quello dell'origano e quello di alcune mente.
È una spezia importante in alcune cucine, come aromatizzante della salamoia o per condire piatti a base di funghi (soprattutto i porcini), di legumi, di verdure saporite (come ad esempio i carciofi) o di interiora, dei quali facilita la digestione.
La nepitalla infatti ha proprietà digestive, ma non solo, è considerata stomachica, febbrifuga, aromatica, espettorante, antimicrobico, calmante.
La pianta finisce di fiorire in novembre, che è considerato l'ultimo mese utile per la raccolta, che di norma avviene durante il periodo di fioritura.
Le foglie essiccate di nepitella, oltre che perfette per tisane e infusi, sono talvolta aggiunte al pane per aromatizzarlo.
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Novembre è un mese buono per la raccolta della borragine, pianta officinale che decora coi tanto belli quanto semplici fiori stellati blu violacei, i campi incolti di tutto il territorio nazionale.
Il nome ci dà un indizio sulle caratteristiche della pianta: il termine latino “burra”, infatti, sta per una grezza stoffa lanosa, che ricorda al tatto la fitta peluria ruvida che ricopre la pianta.
Oltre che i fiori, e gli apici fioriti, se ne mangiano le foglie basali più giovani e tenere. Si mangia cotta, bollita oppure fritta in pastella, saltate o come ripieno di torte salate o ravioli. Questa pianta contiene sostanze epatotossiche che durante la cottura vengono eliminate essendo termolabili.
I fiori hanno un uso sicuro anche da freschi e come decorazione di piatti e insalate. Le foglie richiedono sempre la cottura che le rende sicure al consumo alimentare.
L'olio di semi di borragine è impiegato in medicina: oltre ad essere una rinomata fonte di acido gamma-linoleico, contiene gli acidi palmitico, stearico, erucico, nervonico, linoleico ed altri minori.
La borragine secondo la farmacopea ha le seguenti proprietà: combatte numerosi tipi di disordini all'apparato respiratorio e a quello gastrointestinale, apporta benefici per numerosi disturbi come raffreddori, bronchiti, asma e artriti, è un regolatore ormonale è ed indicata in caso di dismenorrea, inoltre ha azioni antinfiammatorie e diuretico.
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