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Slowfood e FAO per rilanciare l'agricoltura siriana

Slow Food, in collaborazione con FAO, ha reso possibile l'incontro tra agricoltrici siriane e italiane con l'obiettivo di fare rete per rilanciare il settore agricolo del paese, reduce da una crisi senza precedenti.

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Slowfood e FAO per la biodiversità

Slow Food, che lavora in tutto il mondo per tutelare la biodiversità, costruire relazioni tra produttori e consumatori e migliorare la consapevolezza sul sistema che regola la produzione alimentare,

è riuscita, con FAO, a coinvolgere sette donne siriane provenienti dai governatorati di Homs, Hama, Lattakia, Tartous, Aleppo, Sweida e Al Qunatra in un viaggio studio presso sei Presìdi da lei patrocinati.

Le produzioni coinvolte sono quella del burro dell’alta valle dell'Elvo, dell'olio extra vergine d’oliva, del miele di alta montagna, della robiola di Roccaverano, dell’agnello sambucano e dell’aglio di Vessalico.

Lo scopo di questo incontro, come affermato da Patrizia Epifania, Funzionario del Programma FAO in Siria che accompagna le donne siriane nel corso di questa esperienza, è di far acquisire conoscenze tecniche e capacità imprenditoriali dando, quindi, la possibilità di estendere la vendita dei loro prodotti anche a mercati più ampi.
 

Siria: agricoltura, donne e nuove opportunità

Otto anni di crisi hanno devastato l'agricoltura siriana, creando precarietà nella forza lavoro. In molti casi le donne sono diventate la sola fonte di reddito e si sono dedicate all'agricoltura, spesso unica possibilità per guadagnarsi da vivere e mantenere le famiglie.

Prima dello scontro, l'agricoltura è sempre stata dominio maschile e oggi le donne si ritrovano costrette ad affrontare molte sfide. Spesso non conoscono le direttive del commercio, hanno esperienza e capacità limitate per poter coltivare e rivendere i loro prodotti e non hanno alcun accesso a indicazioni su finanziamenti e opportunità di formazione e realizzazione personale.

Da qui, il forte desiderio di riscatto e di crescita: “Desideriamo incrementare il nostro lavoro utilizzando attrezzature e dispositivi moderni per poter confezionare i nostri prodotti e misurarne l'umidità e l'acidità, affinché soddisfino gli standard globali” afferma Afaf Jafaar, una delle donne siriane in viaggio di studio in Italia, madre di cinque figli che coltiva ed essicca fichi – l'unico frutto disponibile nel suo villaggio. "Voglio imparare dagli agricoltori italiani e scoprire come posso sviluppare la mia attività", ha aggiunto.
 

La FAO in Siria fornisce sementi, fertilizzanti, sistemi di irrigazione e formazione su un'agricoltura sempre più sostenibile.