Il pronto soccorso cambia: 5 i codici
Archiviati i classici colori, in pronto soccorso arrivano i cinque nuovi codici. D’ora in poi, ogni paziente avrà una stima del tempo d’attesa massimo prima della visita.
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Nuove regole per il pronto soccorso
A tutti, prima o poi, è capitato. Una caviglia slogata, o una puntura d’insetto che si gonfia un po’ troppo e ci fa temere un attacco allergico, ed eccoci nella sala d’attesa del pronto soccorso; consapevoli di doverci trascorrere mezza giornata, ma anche di non avere altra scelta, soprattutto di notte o nei giorni festivi.
Se per la maggior parte di noi questa è una scocciatura che accade molto di rado, su larga scala diventa un fenomeno preoccupante, che intasa le nostre strutture sanitarie e compromette la fiducia da parte dei cittadini.
È su questo tema che intervengono le nuove linee di indirizzo elaborate dal Tavolo di lavoro istituito presso il ministero della Salute, che sono state approvate il 1° agosto dalla Conferenza Stato-Regioni.
La novità più rilevante? I classici colori che venivano assegnati a ogni paziente al triage (rosso, giallo, verde e bianco) vengono rivoluzionati, con l’esordio dell’azzurro e soprattutto l’indicazione, per ogni categoria, di un tempo massimo di attesa per la prima visita.
Insomma, se fino a ieri un paziente in codice verde sapeva semplicemente di dover lasciare la precedenza a quello in codice giallo, ora ha anche un’idea ragionevole di quanto tempo dovrà trascorrere in attesa del medico o dell’infermiere specializzato.
I 5 codici del pronto soccorso
È dunque il momento di iniziare a prendere confidenza con i 5 nuovi codici del pronto soccorso:
> 1, emergenza (rosso). Interruzione o compromissione di una o più funzioni vitali. Accesso immediato alle aree di trattamento;
> 2, urgenza (arancione). Rischio di compromissione delle funzioni vitali, condizione con rischio evolutivo o dolore severo. Accesso alle aree di trattamento entro 15 minuti;
> 3, urgenza differibile (azzurro). Condizione stabile senza rischio evolutivo con sofferenza e ricaduta sullo stato generale che solitamente richiede prestazioni complesse. Accesso alle aree di trattamento entro 60 minuti;
> 4, urgenza minore (verde). Condizione stabile senza rischio evolutivo che solitamente richiede prestazioni diagnostico terapeutiche semplici monospecialistiche. Accesso alle aree di trattamento entro 120 minuti;
> 5, non urgenza (bianco). Problema non urgente o di minima rilevanza clinica. Accesso alle aree di trattamento entro 240 minuti.
I commenti del ministero e dei medici
“Un altro grande pallino che a me sta molto a cuore è quello del problema dei pronto soccorso”, ha dichiarato il ministro della Salute Giulia Grillo all’indomani dell’annuncio.
“Non ci saranno più i cosiddetti codici a colori ma ci saranno dei numeri che indicheranno da 1 a 5 il massimo del tempo di attesa. Questo proprio per agganciare la tipologia di prestazione al ‘tempo’, quindi il ‘tempo’ diventa un elemento di giudizio e anche di conoscenza di un diritto da parte del cittadino”.
Ma in ambiente medico c’è anche chi si è espresso in modo ben più critico. “Non è questa riforma del triage che ridurrà le attese in pronto soccorso: mancano 2mila medici e circa 10mila infermieri oggi all’emergenza-urgenza nazionale”, commenta Francesco Rocco Pugliese, presidente nazionale del Simeu, la Società italiana medicina d’emergenza-urgenza”.
“Le 400 borse di specializzazione conquistate quest’anno sono ancora poche e in ogni caso sforneranno specialisti non prima di un quadriennio – aggiunge –. Intanto oggi dal Pronto soccorso i medici fuggono per il burnout, le aggressioni da parte dei pazienti e la mancanza di incentivi economici che compensino il disagio lavorativo”.
Duro anche il Codacons, l’associazione per la tutela dei consumatori. “Ci sono situazioni, specie nei nosocomi del sud Italia, dove il livello di assistenza è da terzo mondo, con i cittadini abbandonati nei corridoi e nelle corsie perché la carenza di personale medico non consente di far fronte alle richieste”, afferma il presidente Carlo Rienzi.
“Le criticità dei pronto soccorso italiani non si risolvono certo ricorrendo a nuovi codici per il triage, ma aumentando il numero di medici e infermieri in grado di fornire una assistenza adeguata ai pazienti”, conclude.