Giornata mondiale contro l’Ictus, si vince con la prevenzione e una riabilitazione adeguata
Uno stile di vita salutare e il monitoraggio dei fattori di rischio aiutano. Ma come comportarsi in caso di emergenza? Come essere sicuri di essere seguiti efficacemente durante e dopo un episodio di ictus? Ecco come (e perché) nasce una Giornata dedicata alla sensibilizzazione adeguata.
Ictus cerebrale: una storia come (non) tante
Quando Paolo ripensa a quella domenica mattina di 5 anni fa non prova alcuna rabbia o dolore, anzi, l’urgenza è quella di abbracciare sua moglie Rita e la figlia Alba, oggi adolescente.
Quell’ictus che tutti pensavano avrebbe stravolto la vita di una intera famiglia oggi permette a Paolo di guidare e di continuare a lavorare (seppur non come prima) nell’azienda che fortunatamente ha scommesso sul suo recupero e sulla sua riabilitazione.
Un ictus che non gli ha tarpato le ali o guastato i sogni, tutt’altro: un nuovo hobby, il teatro, è sia una cura e sia una passione inaspettata, uno strumento per rimettersi in gioco e fare della sua storia una testimonianza per gli altri.
Paolo oggi ha 51 anni e si ritiene un fortunato, la sua forza di volontà nelle cure riabilitative seguite da ottimi professionisti e l’appoggio costante di chi gli è ogni giorno accanto gli hanno permesso in poco tempo di fare passi da gigante e di riprendere in mano la propria vita.
La Giornata Mondiale contro l’Ictus cerebrale, il 29 ottobre, serve proprio a questo: ad aprire gli occhi sulla terza causa di morte, prima di invalidità e seconda di demenza nel nostro Paese colpendo circa 200.000 persone ogni anno: un fenomeno in costante crescita che colpisce persone sempre più giovani. Infatti, sono numerose le iniziative volte a sensibilizzare su questo tema e a diffondere una vera e propria cultura della prevenzione.
Ad esempio, alcuni medici che fanno parte del servizio iDoctors.it aderiscono alla Giornata Mondiale contro l’ictus cerebrale offrendo la possibilità di sottoporsi a dei controlli a un prezzo agevolato.
Una giornata dunque, che al contempo vuole ribadire non soltanto che è possibile sopravvivere e riconquistare autonomia dopo un ictus, quanto soprattutto l’importanza di ascoltare e riconoscere i campanelli d’allarme che possono salvare una vita. La consapevolezza e il controllo della propria salute sono le prime vere forme di prevenzione.
Ictus cerebrale: fattori di rischio e prevenzione
Innanzitutto meglio chiarire cos’è l’ictus. Secondo la definizione dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) è “una lesione cerebro-vascolare dovuta all'interruzione del flusso di sangue al cervello causata da un’ostruzione o la rottura di un’arteria”.
Fondamentale per la prevenzione è un’adeguata conoscenza dei fattori di rischio che, da soli o, ancora di più, in combinazione tra di loro, aumentano la possibilità di incorrere in un ictus: ipertensione arteriosa, obesità, diabete, sedentarietà, fumo ed alcune anomalie cardiache e vascolari. Anche l’aver già avuto un infarto predispone a un rischio più alto.
Tenere sotto monitoraggio i valori del sangue (in particolare la pressione arteriosa, la fibrillazione atriale, i valori di glicemia e colesterolemia) attraverso controlli periodici e la possibilità di ricevere in tempi brevi assistenza medica e cure appropriate sono un validissimo aiuto.
Ictus cerebrale: i sintomi, l’emergenza e la riabilitazione
Un forte e strano mal di testa accompagnato da vomito e dal blocco di una parte della bocca: sono questi i sintomi più comuni e sono gli stessi che nel giro di poco tempo hanno spaventato Paolo e spinto Rita ad accompagnare suo marito immediatamente in un centro specializzato in trattamenti degli Ictus: il tempo in questi casi è davvero tutto e le prime 3-4 ore sono determinanti per le conseguenze che questi episodi possono provocare. Per questo Paolo non smette mai di ripeterlo “Se non fosse stato per la reattività e l’intraprendenza di mia moglie…”.
La riabilitazione può portare a importanti progressi se eseguita con assiduità e se intrapresa fin già nella fase acuta. L’Associazione italiana per la lotta all’Ictus cerebrale sottolinea infatti come sia importantissima “per ridurre le disabilità di movimento e migliorare alcune funzioni cognitive come l’attenzione e i disturbi del linguaggio”.
E proprio grazie alla tenacia e a un costante monitoraggio medico Paolo è riuscito in pochi anni a recuperare alcune funzioni cerebrali che sarebbero andate perse senza un adeguato allenamento.
Ictus cerebrale: lo stile di vita
Le giornate proseguono a un ritmo diverso: qualche cambiamento si è reso necessario nella quotidianità di Paolo e della sua famiglia ma questo potrà garantire anni di vita in più e un grado di autonomia che potrà pesare meno - anche economicamente – sulla collettività.
Le indicazioni dell’Istituto superiore di Sanità (Iss) forniscono le buone prassi da seguire dopo un ictus per evitare recidive:
> Riprendere un’attività sportiva moderata e sotto parere medico;
> seguire una dieta varia riducendo il sale nei cibi ed evitando una dieta ricca di grassi di origine animale;
> ridurre il consumo di alcol e smettere di fumare;
> tenere sotto controllo i fattori di rischio controllando la pressione arteriosa. È opportuno, inoltre, verificare la presenza di fibrillazione atriale con strumentazioni apposite per questo screening.
Alba ha spento l’ultima sigaretta di suo papà e buttato via il pacchetto. In famiglia è arrivata anche Ginger, una Golden Retriever che tiene tutti molto impegnati e, di certo, contribuisce un netto cambio nello stile di vita di Paolo: una camminata con il cane ogni mattina e ogni sera è un antidoto ai suoi problemi cardiovascolari e un motivo in più per volersi bene e trovare la spinta per guardare avanti.