Bisogna respirare con il naso o con la bocca?
Respirare con il naso o con la bocca non è la stessa cosa: ne parliamo con l’osteopata Andrea Dellanoce.
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Respirare è un atto spontaneo e inconscio, al quale prestiamo realmente attenzione soltanto quando siamo alle prese con qualche problema di salute (dal banale raffreddore alla dispnea, la fame d’aria) oppure quando siamo portati a farlo, per esempio durante gli esercizi di yoga. È in queste circostanze che capita spesso di porsi una domanda: è meglio respirare con il naso o con la bocca?
“Respirare è molto più che fare entrare aria nel corpo, è il contatto più intimo con tutto ciò che ci circonda”, spiega Andrea Dellanoce, osteopata che riceve presso lo studio osteopatico Dharma di Milano. “Il modo in cui respiriamo fa la differenza. Troppo spesso passa il messaggio che non è molto differente respirare dal naso o dalla bocca, che alla fine l’importante è che entri ed esca aria. Ma non è così”.
Per capire il perché, è bene fare un passo indietro e conoscere un po’ meglio l’anatomia delle vie respiratorie e la fisiologia del respiro.
Come si respira con il naso
Tra i nervi cranici, spiega il dottor Dellanoce, il nervo olfattivo è il più breve e diretto: parte dal bulbo olfattivo del cervello, attraversa l’osso etmoide e si distribuisce con i suoi recettori nella porzione superiore della mucosa nasale, formando l’epitelio olfattivo. Questa mucosa è ripiegata in modo molto fine a formare numerose micro pieghe, cosa che incrementa la superficie riscaldante e assorbente in contato con l’aria. Le ciglia nasali, da parte loro, trattengono le polveri e le intrappolano in un sottile film di muco.
“La mucosa nasale accoglie e addomestica l’aria prima che entri nel corpo, la riscalda e la umidifica, in modo tale che le particelle di gas al suo interno passino più facilmente dal polmone al sangue. Inoltre l’aria viene in contatto con il nostro sistema immunitario che, oltre a creare una prima barriera contro i patogeni esterni, avvisa tramite il sistema neurovegetativo le mucose del resto dell’apparato respiratorio delle caratteristiche dell’aria in arrivo. Secondo tutte le filosofie ancestrali, l’aria è carica di energia”, continua l’osteopata Andrea Dellanoce.
Perché si respira con la bocca
A tutti è capitato, magari durante una nottata alle prese con la congestione nasale, di trovarsi a respirare con la bocca. Molto spesso però il vero problema sono la conformazione ossea e le deformazioni e asimmetrie della parte anteriore del cranio, il massiccio facciale, che lascia poco spazio alle fosse nasali”, puntualizza il dottor Dellanoce, ricordando come la masticazione abbia un’influenza decisiva sullo sviluppo del cranio.
I nostri antenati, anche per la loro dieta differente, masticavano molto di più e meglio di noi. Avevano quindi visi più ampi, mandibole più grandi, ossa mascellari più spaziose, fosse nasali più capienti e denti più dritti. Con l’affermarsi degli alimenti cotti e raffinati, più facili da deglutire, il tempo di masticazione è diminuito e l’organismo si è adattato con una riduzione dell’ampiezza di naso e bocca. Caratteristiche poi stabilizzatesi nel patrimonio genetico.
Respirare con il naso e con la bocca: le differenze
“Cavità nasali meno ampie e faringe ingombrata da muscoli meno tonici inducono al passaggio dalla respirazione nasale alla respirazione orale, con il risultato di azzerare il trattamento preventivo dell’aria. Il conseguente stato irritativo delle mucose genererà più muco".
"Più muco in meno spazio renderà molto rapida l’occlusione del naso, creando quel diabolico circolo vizioso che accompagna molti dall’autunno alla primavera. Quando le fosse nasali si congestionano per lungo tempo, il sistema immunitario fatica ad intervenire, i batteri prosperano, aumentando la propagazione dell’infezione anche nelle altre aree vicine”, chiarisce il dottor Dellanoce. Infezioni che possono colonizzare i seni mascellari, frontali e sfenoidali (sinusite), oppure le vie aeree inferiori (tracheite, bronchite, polmonite).
Chi respira con la bocca, inoltre, tende a russare o a soffrire di apnee notturne, soprattutto se dorme in posizione supina. In sintesi, si viene a consolidare uno stato di iper-attivazione e stress che prepara il terreno per una lunga serie di problematiche psicofisiche.
“Inspirare col naso ha invece l’effetto opposto. Da una parte, tonificando i tessuti ed i muscoli della faringe, fa sì che questi mantengano una posizione aperta e allargata che si ripercuote sull’apparato osseo. Dall’altra, l’attivazione delle mucose, la migliore quantità e qualità dell’aria induce il riequilibrio del sistema neurovegetativo che disinnesca l’allerta e ripristina l’armonia fisiologica di tutto il corpo”, conclude il dottor Dellanoce.