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Agopuntura chiama, normativa non risponde

Gli effetti dell'agopuntura parlano da soli e dimostrano un'efficacia straordinaria su più fronti. Ma la normativa in Italia resta muta. Cerchiamo di capire meglio le ragioni di questo vuoto legislativo estraneo alle realtà estere

Agopuntura chiama, normativa non risponde

La normativa sull'agopuntura in Italia è lenta, arranca. Si fa fatica a confezionare una legge che regolamenti la categoria dei medici agopuntori, con la conseguente confusione che si crea rispetto a chi può effettivamente praticarla. All'estero la situazione è ben diversa e basterebbe allargare l'orizzonte per smuovere animi, snellire i procedimenti burocratici, prendere decisioni su una materia importante come la salute e le tecniche tradizionali volte a mantenerla.

 

L'agopuntura di fronte alla legge 

All'estero l'agopuntura e la normativa vanno a braccetto, perché la medicina cinese viene ormai riconosciuta a tutti gli effetti. Qualche dato che lo conferma? La Food and drug administration, importante organismo di controllo americano, ha stabilito ormai da qualche anno che l'agopuntura è un efficace strumento medico di cura. Non solo: l'Organizzazione Mondiale della Sanità, già nel 1998, aveva esteso un elenco delle malattie che la pratica cinese è in grado di combattere con successo. Da principio questo elenco comprendeva 20 patologie: oggi se ne contano ben 60.

In molti ospedali americani, fra cui il Northwestern Memorial Hospital di Chicago, un ciclo di agopuntura viene offerto gratuitamente a tutti i pazienti oncologici per alleviare i fastidi causati dalla chemioterapia.

Fa poi riflettere il fatto che per fronteggiare il disastro del terremoto di Haiti, poi, si sono rivelati essenziali gli aiuti degli "agopunturisti senza frontiere" (Acupuncturists without borders), spediti in soccorso di feriti e colpiti da shock. 

 

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L'agopuntura e la normativa italiana

In Italia ben tre milioni di persone usano l'agopuntura. Ciononostante, persiste un imbarazzante vuoto legislativo. L'assenza di una regolamentazione per l'agopuntura crea una notevole confusione circa la distinzione tra chi è abilitato o meno a praticarla: gli esperti continuano a ripetere che l'agopuntore deve necessariamente avere una laurea in medicina e chirurgia e una successiva specializzazione in agopuntura con diploma riconosciuto dalle federazioni scientifiche. 

L'esigenza di una normativa in agopuntura sta prendendo la forma di una vera e propria urgenza: una volta ottenuto il riconoscimento della categoria professionale a tutti gli effetti, sarà importante prevedere una formazione specialistica nell’Università e/o negli Istituti equiparati che sia uniformata e impostata su una regolamentazione coerente, valida per tutto il territorio nazionale. 

In rete si trovano fonti utili per saperne di più sulla normativa in materia di medicine non convenzionali e sono stati creati vari gruppi su Facebook per l'agopuntura, gruppi dove gli utenti si informano, si confrontano, propongono. 

 

Immagine | Valerio Pirrera