La responsabilità nell'Ipnosi
Talvolta si crede all'Ipnosi come ad una soluzione magica: ci si vorrebbe sdraiare sul lettino del terapeuta (speriamo che lo sia) per essere "aggiustati", ma forse, in un percorso terapeutico, non è tutto così semplice. Quali sono le responsabilità in gioco?
Così esordiscono alcuni chiedendo, tra le righe, di “aggiustare” le loro vite, illudendosi di scaricare la responsabilità della propria guarigione a chi, con la bacchetta magica dell’ipnosi possa farli sdraiare sulla chaise longue di uno studio e sistemare tutto con qualche “tecnica miracolosa”.
Parliamo di responsabilità
Questo è il primo obiettivo di qualsiasi percorso terapeutico e, come accade in qualsiasi altro approccio, anche la “magia” dell’ipnosi è efficace nella misura in cui tra terapeuta e paziente si stabilisce un legame empatico, di fiducia, di comunione d’intenti e, non ultimo, di riconoscimento dei ruoli.
Se lo psicoterapeuta detiene la conoscenza di alcune tecniche utili e magari un po’ di intuito e di esperienza, al paziente appartengono le potenzialità che gli consentiranno di agire il cambiamento nella propria vita e che possono essere mobilitate solo a seguito della presa di coscienza della propria responsabilità.
La potenza dell'ipnosi
Certo, sarebbe molto più comodo lasciar fare a qualcun altro, ma la potenza dell’ipnosi consiste nel fatto che le risorse che vengono utilizzate per attuare il cambiamento ricercato, appartengono al paziente, da sempre. Per osservarle ed apprezzarle, egli ha bisogno di uno specchio, che rifletta gli aspetti più nascosti e profondi, che non possono essere semplicemente raccontati, ma possono essere “visti”, al momento giusto, osservando con gli occhi dell’inconscio, desiderando “vedere”. Tale specchio è il terapeuta.
Non più compiacimento delle altrui aspettative, o di un ideale irraggiungibile, ma espressione progressiva e stabile delle potenzialità nascoste, o dimenticate, o non accessibili, per qualche motivo.
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