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Danzamovimentoterapia, movimento e neuroscienze

Una breve riflessione adatta a tutti, sulle connessioni tra mente- cervello-esperienze motorie e creatività. Questo articolo vuole essere, inoltre, uno stimolo ed una provocazione per gli esperti di questa metodologia di cura e sostegno, affinché si lavori per approfondire professionalmente questo argomento nell’ambito delle artiterapie.

Danzamovimentoterapia, movimento e neuroscienze

Il cervello umano è molto complesso, le esperienze che noi tutti facciamo, che il bambino-la bambina fanno incidono sulla nostra mente e così eventi del passato spesso continuano ad avere un impatto sul modo di percepire il presente e di costruire il futuro.

A partire dai primi momenti di vita il nostro cervello è in grado di rispondere alle esperienze modificando i collegamenti fra i neuroni, che costituiscono le unità di base del funzionamento cerebrale.

Tali connessioni sono fondamentali per il cervello e svolgono un ruolo importante nei processi che permettono di ricordare le esperienze. La struttura del cervello plasma le sue funzioni; le funzioni del cervello e le esperienze generano la rete di connessioni, creando la mente, che definisce ciò che siamo.

La memoria è il processo di risposta del nostro cervello alle esperienze: vi è la memoria implicita e la memoria esplicita. La memoria implicita coinvolge i circuiti neurali coinvolti nelle emozioni, nei comportamenti, nelle sensazioni; è la forma di memoria precoce, presente alla nascita (e forse anche prima), collegata al linguaggio non verbale, spesso non consapevole; include anche i processi con cui il cervello crea generalizzazioni di esperienze ripetute nella forma di modelli mentali.

Il bambino, la bambina a circa due anni di età sviluppa una regione del cervello, l’ippocampo, che è associato ad una serie di circuiti neurali, che rendono possibile la memoria esplicita. Questo tipo di memoria è collegata alla memoria semantica, alle parole ai simboli, alla memoria autobiografica.

È una memoria consapevole; è associata al senso del sé e al tempo; è collegata alla zona pre - frontale della corteccia. Tali processi sono possibili e sono influenzati dai meccanismi di attaccamento e dalle esperienze che il bambino, la bambina fanno. È curioso: nel corso della nostra vita la corteccia prefrontale e le sue funzioni integrative possono continuare a crescere e a cambiare!

Le metodologie non verbali[1], nel particolare, la DanzaMovimentoTerapia, attraverso il movimento, possono vedersi come ponte e aiuto per lo sviluppo della memoria, mettono in relazione e in collegamento le due memorie: agiscono attraverso l’esperienza e danno corpo a pensieri, sensazioni, emozioni, più o meno consapevoli; dall’esperienza corporea si passa poi all’integrazione con la mente: dare un nome, una consapevolezza all’esperienza. E per il cervello “esperienza” significa attività elettrica neurale, energia, movimento, quindi!

Memoria e sviluppo del cervello sono collegati; le esperienze plasmano quindi le strutture cerebrali in via di maturazione: qui mi riconduco alla DanzaMovimentoTerapia, una possibilità di fare esperienza, esperienze diverse per i bambini e per gli adulti. Una modalità importante con cui il bambino (l’adulto anche) elabora le esperienze è il gioco, il fare finta: creare immagini, coreografie, scene consentono al bambino (adulto) di esercitarsi in nuove capacità e di assimilare le emozioni che vive.

La mente è il risultato delle attività del cervello ed elabora le informazioni in differenti modi: alla base vi sono i sistemi percettivi, come vista, udito; a un livello superiore vi sono le varie forme di intelligenza, linguistica, spaziale, cinestesica, musicale. La nostra percezione influenza il nostro comportamento, i dati provenienti dal mondo esterno vengono da noi elaborati e generano reazioni specifiche.

Gli emisferi cerebrali hanno modalità distinte di elaborazione, la separazione permette loro di lavorare in modo quasi indipendente, ma, grazie al corpo calloso che li collega, abbiamo la possibilità di avere uno scambio di informazioni. La modalità destra di elaborazione è olistica, non lineare, visiva, spaziale. Le forme di comunicazione non verbale, il senso integrato del corpo, i modelli mentali del sé, sono processi “governati” dall’emisfero destro. La modalità sinistra è tipicamente lineare, logica, basata sul linguaggio. La possibilità data dal movimento espressivo- creativo di narrare attraverso il corpo le emozioni, le immagini, contribuisce a stabilire un rapporto basato sulla creazione di relazioni emotive e di interazioni non rigide.

Conferire un significato alle coreografie, al movimento, ci permette di offrire ai bambini e agli adulti esperienze che aiutano a dare un senso alla vita, alle azioni, ai vissuti.

Attraverso la DanzaMovimentoTerapia, per esempio, mettiamo in relazione emisfero destro e sinistro; attraverso la relazione corporea condividiamo esperienze; le esperienze fondate su una vasta gamma di processi interni favoriscono lo stabilirsi di interazioni interpersonali equilibrate, conferiscono “una base sicura”, danno benessere. Le esperienze influenzano il modo di percepire il presente, creano modelli mentali del mondo. Le esperienze che integrano le sensazioni, che hanno origine dal nostro corpo e dalle nostre interazioni con gli altri, possono costituire le basi su cui il sé si sviluppa.

Le esperienze corporee formano le fondamenta per la costruzione del senso del Sé. La possibilità di avere “un tempo e uno spazio speciali” permettono al bambino e alla bambina, all’adulto, in relazione con il conduttore, l’educatore, l’adulto,… di sviluppare una più profonda consapevolezza di sé e di plasmare attivamente le modalità con cui percepiscono e creano la loro vita. Il bambino/a, l’adulto nel setting, nello spazio di movimento, si muovono in uno spazio speciale dove possono permettersi di sperimentare, organizzare, paragonare lunghezze, dimensioni, direzioni, forza, in questo luogo sperimenteranno anche il tempo: il tempo lineare della vita e la propria storia.

In questo spazio di relazione e di azione il bambino/la bambina apprendono, mettono in relazione percezione ed azione, si crea un collegamento tra azione motoria e percezione: il nostro cervello si attiva attraverso i “neuroni specchio”. Alcuni scienziati considerano la scoperta dei neuroni specchio una delle più importanti scoperte delle neuroscienze degli ultimi anni.

Il Prof. Gallese, e la sua equipe,[2] sottolinea che quando osserviamo un nostro simile compiere una certa azione si attivano, nel nostro cervello, le stesse cellule che entrano in funzione quando siamo noi stessi a compiere quel gesto. Questa scoperta suscita nuove riflessioni, perché ha messo in luce come la reciprocità che ci lega all'altro sia una nostra condizione naturale, pre-verbale e pre-razionale.

L'animale umano è un animale sociale, che per crescere e vivere ha, per sua natura, bisogno della relazione - da quella fisica a quella comunicativa - con i propri simili. Uno dei meccanismi fondamentali dell'interazione sociale è l'imitazione. Spesso ci capita di imitare certi gesti, ma non abbiamo idea di come sia possibile farlo, di cosa si debba sapere per imitare.

Possiamo imitare l'azione altrui, perché il nostro cervello risuona, per dir così, assieme a quello della persona che stiamo osservando. Si tratta di un meccanismo cerebrale fondamentale, perché permette una sorta di comunicazione non linguistica fra i cervelli. C'è di più: se quel che fai tu è simile a quel che faccio (o potrei fare) io, allora io sono in qualche modo tuo simile, e viceversa. La soggettività umana, ma probabilmente anche quella di animali diversi dall’Uomo e dalla Donna, nasce attraverso meccanismi cerebrali di questo tipo.

Detto altrimenti, l'animale umano scopre se stesso - così come sosteneva Merleau-Ponty[3] , come quel certo corpo che è, quella certa soggettività che è, soltanto attraverso la relazione con l'altro. I neuroni specchio riconoscono le intenzioni altrui. Il Bambino, la Bambina, l’adulto nel gruppo vedono se stesso/a nel movimento dell’altro, entra in contatto con lo stato della mente del compagno, della compagna, creano una sensazione di risonanza, di condivisione di flussi di energia: “Ascoltano!”.

Quando si provano sensazioni positive o negative possiamo noi adulti condividere questi stati emozionali e contribuire a rendere queste sensazioni consapevoli. Queste esperienze sono difficili ma molto gratificanti. “(…)In effetti, le esperienze corporee interagite con il mondo circostante sono le basi dello psichismo, dalle rappresentazioni inconsce alle rappresentazioni coscienti”. Winnicott[4]

 

[1] Tratto dal testo di Elena Maria Fossati, “Ascolto! Dunque sono”, ed. il miolibro.it
[2] Dall’articolo: The roots of empathy: The shared manifold hypothesis and the neural basis of intersubjectivity. Psychopatology, Vol. 36, No. 4, 171-180, 2003. - Una scienza cognitiva interdisciplinare: una possibile terza via? Giornale Italiano di Psicologia, 39, Vol. 2: 297-301, 2002.
[3] Filosofo francese nato a Rochefort-sur-Mer, il 14 marzo 1908 e morto il 3 maggio 1961 a Parigi. Di Martino Carmine, Segno gesto e parola. Da Heidegger a Mead e Merleau Ponty. Ed ETS
[4]Citazione tratta da: Aucouturier Barnard, Il metodo Aucouturier. Fantasmi d’azione e pratica psicomotoria. Ed. Franco Angeli, 2005. Pag. 17