Salute della bocca, salute del corpo
Che rapporti ci sono tra la salute della bocca e quella del resto dell’organismo? E le malattie organiche possono influenzare la salute dei nostri denti? Ecco cosa ne pensano l’odontoiatria convenzionale e le discipline olistiche
Le Medicine Non Convenzionali da sempre hanno fatto dei rapporti patologici tra cavo orale e resto dell’organismo un loro cavallo di battaglia, elaborando delle proprie mappe delle relazioni tra denti e organi. Basta pensare all’elettroagopuntura secondo Voll, all’agopuntura orale di Gleditsch, alla cromopuntura di Peter Mandel, alla riflessologia plantare secondo Anne Marquand.
Il dottor Voll è stato colui che ha aperto la via a questo filone di ricerche: basandosi sulle sue conoscenze di Agopuntura Tradizionale Cinese, si è accorto che trapanando singoli denti otteneva delle modificazioni bioelettriche misurabili, transitorie ma ripetibili, a carico di alcuni punti di agopuntura. E questi punti erano sempre gli stessi: vale a dire che trapanando ad esempio un incisivo in diversi individui i punti alterati erano sempre gli stessi. Lo stesso valeva per canini, premolari e così via. E Voll, grazie all’Agopuntura, di questi punti conosceva già le corrispondenze. Proseguendo queste ricerche giunse così a mettere in relazione i singoli denti non solo con gli organi interni, ma anche con i diversi segmenti della colonna vertebrale, con le ghiandole endocrine, con le articolazioni con gli organi di senso, giungendo ad elaborare così una vera e propria mappa completa.
- Ma qual è la posizione dell’Odontoiatria Convenzionale?
Da quando nel 1876 Koch propose la teoria dell’origine batterica delle malattie, il concetto di un rapporto tra malattie della bocca e malattie del resto dell’organismo nella visione convenzionale ha conosciuto alti e bassi, toccando punte di estremismo in un senso e nell’altro. Ad esempio, intorno agli anni 20 del secolo scorso erano molto frequenti negli Stati Uniti i dentisti che avvertivano i propri pazienti di essere “centopercentisti”: che avrebbero cioè estratto tutti i denti dei malcapitati, che fossero o meno sani, per scongiurare l’eventualità che potessero causare malattie cronico-degenerative in altri settori. A partire dagli anni 50 prevalse invece la tendenza a negare l’esistenza di qualsiasi nesso patologico tra cavo orale e malattie sistemiche.
Si andò avanti così fino al 1989, quando un ricercatore finlandese, Mattila, pubblicò con i suoi collaboratori un articolo sul British Medical Journal un articolo in cui notavano che i pazienti che si presentavano al Pronto Soccorso per un attacco cardiaco soffrivano in grande percentuale di patologie orali, quali gengiviti, parodontopatie e problemi endodontici. Questa pubblicazione richiamò l’attenzione del mondo odontoiatrico e diede il via ad una nuova era nello studio delle relazioni tra patologie orali e salute sistemica, risvegliando un grande interesse nei confronti della malattia parodontale, vista non solo come un evento che riguarda esclusivamente il cavo orale. La malattia parodontale è una patologia infiammatoria che colpisce l’apparato di sostegno dei denti (osso e gengiva). La sua gravità può variare dalla semplice infiammazione delle gengive fino alla completa demolizione dell’osso, con mobilità e perdita dei denti.
Si inizia così a parlare di medicina parodontale, intendendo con questo termine la disciplina che si occupa di studiare i rapporti tra malattia parodontale e salute sistemica e di indagare i meccanismi attraverso i quali si realizza questa interazione.
Anche una semplice gengivite può avere conseguenze inaspettate
In particolare, è stata recentemente data una nuova interpretazione all’eziologia e alla patogenesi di condizioni patologiche, quali il diabete, le cardiopatie e le complicanze nel decorso della gravidanza. Tutte queste situazioni, un tempo considerate indipendenti dal processo infiammatorio, sono state associate con alcuni componenti dell’infiammazione e si è giunti alla conclusione che infiammazioni croniche più o meno asintomatiche potrebbero favorirne lo sviluppo. E sicuramente la gengivite, la forma iniziale della malattia parodontale rientra in questa categoria: è un’infiammazione cronica, che può decorrere per lunghissimo tempo senza che venga diagnosticata e senza che il paziente le dia eccessivo peso.
L’infiammazione è un meccanismo fondamentale per la sopravvivenza dell’uomo. Si tratta di una risposta aspecifica ed immediata, cellulare e biochimica, che inizia subito dopo un danno cellulare, che può essere dovuto a traumi, agenti chimici, microrganismi, difetti genetici o immunitari, temperature estreme, radiazioni ionizzanti, ecc. Per la maggior parte della storia umana, la capacità dell’infiammazione di respingere le infezioni ha pesato più degli inconvenienti. Solo in tempi moderni si è iniziato a parlare dell’infiammazione come fattore implicato nella patogenesi di svariate malattie: oggigiorno viviamo più a lungo, ci muoviamo di meno, mangiamo troppo, siamo sottoposti all’inquinamento, fumiamo, e tutto questo fa emergere il “lato oscuro” dell’infiammazione, capace di innescare o favorire il progredire di numerose patologie croniche.
E l’elenco delle malattie sistemiche messe in relazione con patologie infiammatorie del cavo orale non fa che allungarsi: artrite reumatoide, maggior rischio di demenza negli anziani che hanno perso i denti, addirittura alcune forme di tumore.
Tutto questo come si spiega? In campo medico si va sempre più affermando la visione dell’essere umano come sistema complesso, dotato di più sottosistemi che dialogano continuamente tra loro e si regolano reciprocamente con meccanismi di feedback. Un’alterazione a un livello qualsiasi non può quindi che riverberarsi su tutto il sistema. Possiamo dire che la nostra salute è mantenuta da un network di regolazione, a cui partecipa attivamente ogni sottosistema: è un circolo virtuoso. La malattia è un’alterazione di questo sistema di regolazione e crea un vero e proprio network di “disregolazione”: l’alterazione patologica di un sottosistema coinvolge tutti gli altri e si crea un circolo vizioso.
Gli odontoiatri e gli altri operatori nel campo della salute, che siano o meno cultori delle Medicine non Convenzionali, dovrebbero essere consapevoli del nesso tra l’infiammazione del cavo orale e le malattie sistemiche. E’ necessario trasmettere ai pazienti questa conoscenza e modificare i protocolli di diagnosi, prevenzione e terapia per migliorare la salute della bocca e dell’intero organismo.
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