Idrokinesi. Hai mai provato nell'acqua calda?
L'acqua ci fa nascere, ci compone e regola e...ci cura attraverso il movimento adattato e guidato
IDROKINESI: che bella scoperta!…
Per quanto nasciamo in acqua caldi e confortati nel ventre materno, per quanto non possiamo vivere senza l’acqua che ci disseta, ci compone e ci regola, quasi mai ci ricordiamo che l’acqua sa essere un eccellente rimedio per mille situazioni di disagio, di stress, di dolore…
Perché in queste situazioni non ricorrere alle calde acque che ci hanno generato e fatto vivere per nove mesi nell’accogliente nirvana della nostra vita intrauterina? Perché quasi mai ci viene proposta l’idrokinesi nelle situazioni post-traumatiche, quando una frattura, una distorsione, un incidente limitano le nostre normali capacità di stare in piedi, di sostenere il carico, di articolare una spalla?…
Perché prima di affrontare un intervento chirurgico riguardante l’anca o il ginocchio o la spalla non veniamo indirizzati all’idrokinesi?
Perché è un evento così raro per un ortopedico o un neurologo, o un neurochirurgo di prescrivere una buona attività motoria in acqua in modo da combattere la riduzione del tono muscolare, delle capacità respiratorie e cardiache?
Perché nei casi di emiparesi non permettere al paziente di svolgere l’unica attività motoria capace di ridurre al minimo le goffaggini del passo ed anche di stimolare attivamente le sue grandi funzioni?
Perché non considerare che per tutti gli anziani l’attività motoria svolta in acqua costituisce la migliore ginnastica dolce in assoluto?
Per ignoranza! Si tratta di un limite culturale che confina nelle medicine la soluzione a un problema e non nell'attività fisica adattata e svolta in un ambiente caldo, accogliente, nel quale è impossibile cadere, urtarsi, farsi male.
In acqua a 28-31 gradi non si può solo nuotare; anzi confondere il nuoto con l’idrokinesi è un errore di partenza che vizia tutto il percorso di ritorno e di mantenimento dello stato di salute.
In acqua si può camminare, correre, saltare con la linea di galleggiamento alla vita, alle spalle, al collo… si può camminare e correre anche senza toccare il fondo, muniti di una cintura che ci mantiene sicuri in sospensione, come appesi, senza peso, liberando le nostre caviglie, le nostre ginocchia, le nostre anche, la nostra schiena…
E mentre avanziamo nell’acqua in sospensione possiamo condurre in torsione il tratto lombosacrale del nostro tronco sbloccando rigidità e blocchi conseguenti a carichi posturali e gravitazionali, a dolori, ad ipotonia.
E mentre, leggeri come un’alga, procediamo nel meraviglioso ambiente acqua, la nostra muscolatura lavora e in breve tempo si tonifica consentendo nuove prospettive alla nostra postura sulla terra ferma.
Servendosi di semplicissimi sussidi ci si può sdraiare sull’acqua e farsi cullare scaricando totalmente il peso e le compressioni sul collo, sul dorso, sulla schiena…
E cosa dire del movimento libero, scarico e massaggiato che riguarda le spalle che, come ogni altra articolazione, ottengono lubrificazione agli spasmi di ogni genere, riallineando nel giusto modo la biomeccanica articolare…Di questo e altro si occupa l'idrokinesi.
Ho scritto questo articolo con l’intento di modificare alcune tendenze che risultano fuorvianti a causa di superficialità o, peggio, ignoranza!
Troppe volte, nelle prescrizioni del medico, la semplice e superficiale prescrizione del nuoto come esercizio fisico consigliato per risolvere o alleviare situazioni limitanti, costituisce elemento inibente per tutte le persone che per mille motivi non vivono un buon rapporto con l’elemento acqua.
Prescrivere con la semplice indicazione: ”Nuoto” o peggio “Nuoto libero” o peggio ancora “Nuoto sul dorso” a chi non ha mai frequentato piscine o corsi di nuoto è come indirizzare a situazioni difficili, ardue e fastidiose.
Parlare di attività motoria in acqua, di ginnastica adattata in acqua, di benessere psicofisico attraverso l’attività guidata in acqua, significa finalmente avvicinarsi ai concetti dell’idrokinesi.
Dott. Salvatore Scebba