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Assorbenti compostabili

Guida agli assorbenti compostabili: caratteristiche, composizione e marchi made in Italy presenti sul mercato.

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Assorbenti: a partire da dati Istat, si calcola che solo in Italia, ogni anno, ne vengano consumati 6.000.500.000, per un totale di circa 120.100.000 kg annui di rifiuti destinati alla discarica. Proprio per via della loro natura di beni di consumo di massa e dalla loro prolungata promiscuità con le parti intime femminili, interrogarsi su composizione, metodi di fabbricazione, fine vita di tali prodotti è dunque importante e doveroso. Preferire assorbenti compostabili a quelli tradizionali può rivelarsi un'alternativa capace di coniugare maggiore attenzione per la salute e rispetto per l'ambiente
 

Assorbenti tradizionali: impatto sull'ambiente e sulla salute

In linea con il loro carattere usa e getta, gli assorbenti tradizionali si trasformano in fretta in una mole enorme di rifiuti, difficili da smaltire a causa dell’elevato contenuto di materiale plastico presente in ciascuno di essi. Il materiale assorbente che li costituisce è, infatti, formato da un mix di cellulosa e polimeri assorbenti, mentre la copertura water-proof e adesiva esterna, così come le bustine che li avvolgono e gli applicatori dei tamponi, sono in materiale plastico a degrado molto lento.

La scarsa trasparenza permessa ai produttori, così come l'utilizzo diffuso di polveri super assorbenti (SAP) derivate dal petrolio o il processo di sbiancamento con il cloro cui gli assorbenti tradizionali vengono sottoposti richiamano, inoltre, un'ulteriore riflessione in merito alle conseguenze che l'uso prolungato di assorbenti tradizionali può avere sulla salute.


Uno studio, condotto dalla rivista francese 60 Million Consumers a marzo 2019, rivela dati poco confortanti, che esigono un legittimo principio di precauzione, mirato a tutelare le parti intime con cui tali sostanze entrano in contatto. In molti dei 15 campioni testati sono, infatti, stati trovati residui di pesticidi (tra cui il glifosato), ftalati e diossine. 
 

Biodegradabile vs compostabile, guida alla terminologia

"Biodegradabile" significa che una sostanza può essere decomposta in natura. Molti sono i prodotti biodegradabili, ma ognuno ha il suo tempo di biodegradazione.

La dicitura “compostabile”, invece, comporta che un materiale organico si può trasformare in compost mediante il processo di compostaggio. Un prodotto è compostabile se si decompone in un lasso di tempo relativamente breve, ossia in un massimo di alcuni mesi.
 

Cotone convenzionale vs cotone biologico

Fino al 25% di tutti gli insetticidi e l’11% dei pesticidi impiegati in agricoltura a livello mondiale viene utilizzato nell’industria del cotone. Scegliendo assorbenti tradizionali in cotone- senza ulteriori specifiche- si rischia dunque che le nostre parti intime entrino in contatto con gli agenti chimici utilizzati nella coltivazione.

Gli assorbenti in cotone biologico utilizzano, al contrario, cotone biologico (o organico). Il che significa che la fibra è stata coltivata secondo i principi dell’agricoltura biologica: in tutte le fasi di coltivazione, raccolta e trasformazione non sono stati usati fertilizzanti e concimi chimici (pesticidi, diserbanti, fitofarmaci), ma solo prodotti naturali.

Nello specifico, gli assorbenti in cotone biologico:

  •     Non contengono fibre sintetiche
  •     Non contengono polveri né fibre chimiche superassorbenti (SAP o SAF)
  •     Non contengono cellulosa
  •     Non contengono profumo
  •     Lo sbiancamento viene realizzato con perossido di idrogeno (acqua ossigenata)
     

Assorbenti compostabili, marchi e dove trovarli

Secondo dati forniti dall’associazione dei ginecologi Aogoi, gli assorbenti compostabili e biodegradabili rappresentano meno dell’1% del totale (più precisamente lo 0,2% di quelli venduti in farmacia e lo 0,6% di quelli venduti nei supermercati).

Quasi completamente assenti dalla grande distribuzione, gli assorbenti compostabili e biodegradabili possono essere acquistati prevalentemente online, negli e-commerce specializzati, in alcune farmacie o nei negozi di prodotti biologici.

Ecco una carrellata dei marchi- rigorosamente made in Italy- disponibili sul mercato:

  • Ecoluna: prodotti dall’italiana Sanicot per Intimaluna, gli assorbenti Ecoluna sono i primi assorbenti esterni in Italia ad essere interamente compostabili e biodegradabili nei tempi e nei modi stabiliti certificati da CIC-Consorzio Italiano Compostatori (80 giorni).
  • Fiordiluna: gli assorbenti Fiordiluna di Baule Volante sono prodotti in puro cotone biologico certificato (ICEA-GOTS), sbiancati senza l’utilizzo di cloro e sono diventati compostabili secondo il disciplinare CIC del Consorzio Italiano Compostatori.
  • This Unique: assorbenti, tamponi e salvaslip sono compostabili e costituiti al 100% di cotone biologico ipoallergenico. Gli involucri di assorbenti e salvaslip sono costituiti da biomateriali, mentre l'involucro dei tamponi con applicatore e l’applicatore stesso possono essere smaltiti nella carta.
  • Organyc: prodotti dall’azienda Corman, gli assorbenti Organyc sono realizzati in cotone biologico al 100% certificato secondo gli standard GOTS da ICEA Italia e Soil Association, Mater-bi™ e altre materie prime ecologiche, biodegradabili e compostabili. Anche le loro confezioni, degli astucci di cartoncino riciclato o FSC, sono attente all'ambiente, mentre i tamponi sono dotati di un applicatore compatto di origine vegetale, derivato da risorse rinnovabili.
  • Vivicot Bio: prodotti da Sanicot, gli assorbenti Vivicot Bio sono tra i pochi a essere distribuiti anche in alcune catene di supermercati. Sono realizzati in tessuto non tessuto di puro cotone, realizzato senza leganti chimici né resine sintetiche. Contengono fiocco di cotone bio privo di OGM, non sbiancato o decolorato né trattato con prodotti chimici o agenti inquinanti nelle successive fasi di lavorazione. La bustina ed il sacchetto in cui sono contenuti sono realizzati in mater-bi.
     

Come riconoscere gli assorbenti compostabili

In Italia, i prodotti sono ritenuti idonei al compostaggio se non influiscono negativamente né sul processo di compostaggio né sulla qualità del compost finale.

I tamponi e gli assorbenti compostabili e biodegradabili, per essere definiti tali secondo le norme UNI EN 13432:2002 e UNI EN 14995:2007, sono chiamati a superare una serie di requisiti e di prove, tra cui un test di disintegrazione in fase di compostaggio.

Per essere certi di scegliere assorbenti compostabili, occorre verificare che sull'imballaggio sia presente e visibile:

  • il marchio della certificazione “Compostabile CIC”, creato nel 2016 dal CIC in collaborazione con l'ente di certificazione Certiquality;
  • il logo degli altri enti di certificazione riconosciuti, ovvero AIB Vincotte e Dincertco.
     

Dove gettare gli assorbenti compostabili, le attuali difficoltà

Sulla raccolta e smaltimento degli assorbenti compostabili esistono ancora molti dubbi: a dispetto delle certificazioni, infatti, gli assorbenti compostabili (e le donne che li utilizzano) devono fare i conti con le caratteristiche e le tempistiche degli impianti di compostaggio locali.

E' consigliabile, dunque, informarsi sempre su come le aziende che gestiscono la raccolta differenziata nel proprio comune trattano tale tipologia di rifiuti, poiché alcuni raccoglitori consentono il conferimento degli assorbenti solo fra gli indifferenziati.

A fine 2019, il Consorzio Italiano Compostatori ha inoltre spiegato a "Il Fatto Quotidiano" che “la norma prevede che gli assorbenti biodegradabili e compostabili possano essere conferiti come rifiuto compostabile solo se raccolti separatamente, per esempio dentro un sacchetto biodegradabile e previa sanificazione”.