Isola di Jeju, l’Hawaii coreana
Esiste un'isola a sud della Corea inserita tra le 7 nuove meraviglie naturali del mondo, conosciuta in passato solo per la coltivazione delle perle. Oggi l'isola di Jeju può finalmente mostrare al mondo tutte le sue ricchezze naturali e culturali.
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La bellezza dell'isola di Jeju
La notorietà dell’isola di Jeju è inversamente proporzionale alla sua bellezza. In Occidente pochi ne hanno sentito parlare mentre nel 2011 è stata insignita del titolo di meraviglia naturale del mondo dalla NOWC, a fianco della foresta Amazzonica, della baia di Ha Long, delle cascate di Iguazù, e dell’isola di Komodo, solo per citarne alcune.
Non solo, al suo interno, l’isola di Jeju ospita un sito patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’UNESCO, ovvero i tunnel di lava dell’isola di Jeju, con tanto di parco naturale perfetto per escursioni nella natura, il quale tra l’altro ospita numerose specie vegetali endemiche. Il tutto ha fatto guadagnare all’isola di Jeju il soprannome di “Hawaii coreana”. In Italia, ancora, non di rado la sentirete nominare come la "Capri coreana".
Isola Jeju: un po' di storia
E’ divenuta una delle capitali del turismo coreano e est-asiatico, ideale per tutti quei turisti non interessati alla folle vita delle grandi metropoli come Seoul e Tokyo.
L’isola dei Jeju fu in passato un regno isolato, chiamato Tanma, che per secoli rimase autonomo fino all’arrivo dei mongoli che, nei loro piani espansionistici, invasero anche l’isola di Jeju assieme alla Cina e alle Coree.
Oggi i tempi sono cambiati e in un'epoca di pace l’isola di Jeju può mostrare le sue infinite bellezze, inserite in una fascia climatica ideale: temperature moderate, clima umido e subtropicale, dove le escursioni termiche non scendono mai drasticamente. Al centro dell’isola, a farla da padrone, ci sono i 2000 metri del vulcano Hallasan, che rappresenta tra l’altro la più alta vetta dell’intera Corea del Sud.
Alcune meraviglie dell'isola di Jeju
Terre vulcaniche sono terre fertili, come sappiamo bene anche noi in Italia. E difatti l’isola di Jeju è ricoperta da una foresta meravigliosa nella quale i pochi abitanti e i molti turisti vanno a passeggiare e a disperdere i loro pensieri.
Questo incrocio tra la dolce foresta umida e le imponenti rocce basaltiche crea un panorama unico, mai sfruttato (e quindi compromesso) dall’uomo a livello agricolo per via delle grandi superfici di rocce vulcaniche.
Tra il livello del mare e i 2000 metri del vulcano Hallasan, possiamo notare ogni specie di piante, da quelle di palude tropicale a quelle alpine, e il tutto diventa particolarmente estetico nella stagione delle fioriture. Notevoli sono anche le “Pietre degli Antenati”, grandi sculture che in qualche modo rimandano un po’ ai moai dell’isola di Pasqua.
L'isola di Jeju e la salvaguardia dell'ambiente
L’isola di Jeju è amministrativamente indipendente dal resto della Corea del Sud e gestisce autonomamente il turismo.
Turisti da tutto il mondo, ma soprattutto delle vicine Cina e Giappone, riempiono le spiagge ed altri siti come corsi d’acqua e cascate, per tutta la bella stagione. Circa 15 milioni di persone ogni anno visitano l’isola di Jeju.
Le autorità locali, assieme ad esperti dell’UNESCO, stanno monitorando questi flussi turistici al fine di creare politiche adatte a salvaguardare l’identità culturale, l’economia e l’ambiente locale.
L’isola di Jeju punta ad essere carbon-free e plastic-free entro il 2030. Per concludere, un’ennesima attrazione dell’isola di Jeju da non sotovalutare e’ la sua cucina, unica e particolarmente salubre. Il suo piatto più tipico è la zuppa di ricci di mare.