Intervista

La campagna nel cuore di Roma: l’originale iniziativa di Fermenti di Terra

Fermenti di Terra è un progetto che s’inserisce nei GOC (Giardino/Orto Condiviso), cioè spazi pubblici adottati da gruppi di persone, ai fini di sviluppo di pratiche ambientali e di riqualificazione urbana, unite dall’idea che insieme si possono cambiare le cose, migliorandole

La campagna nel cuore di Roma: l’originale iniziativa di Fermenti di Terra

Vi proponiamo un'intervista doppia che ha per oggetto la terra, nostra signora e sovrana. A rispondere alle domande saranno Michela, ideatrice dell’iniziativa, chiamata Fermenti di terra e il collettivo Fermenti vivi, i sostenitori principali, ma anche i primi che hanno aderito al progetto di Michela.

Come una pianta, questa idea è stata seminata, è germogliata e ora sta crescendo, evolvendosi. E una pianta, come ogni essere vivente, ha bisogno di continue cure.

 

Dall’idea all’orto, come è nato il progetto “Fermenti di terra”?

- Fermenti Vivi: la nostra iniziativa prende spunto dall’idea di Michela, una dei pochi tra noi che ha esperienze di coltivazione in zone rurali. L’intento consiste nella creazione di un orto, su uno spazio pubblico urbano, al fine di migliorarlo, prendersene cura e riportare in un certo senso la campagna in città. Michela ha lanciato una sfida, prima a se stessa, e poi l’ha rivolta a chiunque avesse voluto partecipare.

- Michela: riflettendo sui miei bisogni e su quelli avvertiti da coloro, che come me vivono in una metropoli, come può essere Roma, mi sono resa conto che sono in tanti a sentire la necessità di partecipare, apportando il proprio contributo su un bene comune. L’aiuola piena di erbacce sotto casa; un fazzoletto di terra incolto all’interno di un parco pubblico; il prato in una piazza, abbandonato al degrado, possono essere luoghi riattivati e rivitalizzati, che diventano catalizzatori di attività civica, sociale e di interessi comuni.

Questo è lo scopo anche di molte associazioni di questo tipo, come Guerrilla Gardening. Il loro intervento su questi spazi marginali alla vita del quartiere consiste, il più delle volte, nell’uso ornamentale di piante da giardino. Fermenti di Terra nasce dall’idea di realizzare un orto nel cuore della città, che duri nel tempo; e per offrire a tutti una duplice occasione: riappropriarsi di zone lasciate all’incuria dell’amministrazione; e ritrovare un contatto fisico e diretto con la terra, negli spazi urbani che quotidianamente viviamo e che normalmente sono percepiti passivamente. La terra in questo senso, sia sul piano simbolico, che a livello pratico, risultava avere un impatto significativo e poteva essere perciò lo strumento ideale, per realizzare l’obiettivo.

 

Attraverso quali mezzi è avvenuta la “semina” di questa iniziativa?

- Michela: Avevo individuato lo spazio nel quartiere romano del Pigneto. Il primo passo è stato mettermi in contatto con i “Cani Sciolti”, un’associazione di quartiere formata da padroni di cani, che gestiscono i giardini di Piazza Nuccitelli Persiani. In accordo con loro ci siamo ritagliati una porzione di terreno, circa 20mq, in cui è nato l’orto urbano. Una volta identificati obiettivo e luogo, sarebbe arrivato il momento della “semina”. In questo la presenza di Internet è stata decisiva, per la diffusione di questo progetto: uno strumento essenziale, capace di aggregare persone con stesse “affinità elettive”, e propagare idee e intenti progettuali. Attraverso la pagina facebook di Fermenti di terra si sarebbe potuto raggiungere quanta più gente possibile, non solo amici e conoscenti, ma richiamare e convogliare tutti coloro disposti a contribuire all’iniziativa, e a mettersi in gioco.

- Fermenti vivi: Così l’8 ottobre 2011, intorno alle 11 del mattino, Michela ha visto per la prima volta “germogliare” la sua idea: una decina di persone, molte delle quali non avevano mai coltivato nulla prima, si sono ritrovate armate di entusiasmo e voglia di partecipare. Donne e uomini si conoscevano per la prima volta, davanti a un pezzetto di terra incolta, per realizzare insieme l’orto invernale di Frammenti di Terra.

Michela ci ha fornito gli attrezzi, ognuno di noi ha messo quello che poteva o che voleva dare. Cavolo, lattuga, radicchio, bieta, queste le verdure stagionali piantate quella mattina, mentre attorno a noi cresceva la curiosità e lo stupore degli abitanti della piazza.

 

Dall’orto alle relazioni umane, come si è svolta la crescita di “Fermenti di terra”?

- Fermenti vivi: lavorando sulla terra e con la terra, da persone eterogenee ed estranee siamo diventati amici, abbiamo imparato a conoscerci, scoprendo di essere legate da interessi e obiettivi comuni, anche al di fuori dell’orto. Gli abitanti del quartiere sono testimoni di una piccola esperienza che continua, cresce, cambia forma e si evolve, proprio come le piante che Fermenti di Terra cura tutti i giorni. Nel tempo siamo rimasti sorpresi di vedere che dando continuità al progetto, la partecipazione da parte della gente del quartiere cresceva, mostrando un grande rispetto per la nostra iniziativa.

- Michela: curare un orto significa aver cura delle piante nel tempo. A differenza di Guerrilla Gardening che agisce su spazi aperti per ridare vita alle aiuole, in luoghi che notoriamente colore e vita non hanno, l’orto di Fermenti di Terra è recintato, per evitare che gli animali con cui condividono lo spazio, possano nuocere alle piante. Ma è pur sempre aperto a chi volesse curarlo o usufruire dei suoi raccolti.

I metodi di coltivazione sono quelli che mettono in pratica un tipo di agricoltura naturale e organica, sperimentando e rifacendoci a varie tecniche ispirate all’agricoltura sinergica, biodinamica e alla permacultura (Permanent culture). Condividere le risorse e creare legami tramite il lavoro sull'orto significa trasformare l’aiuola sotto casa in un’isola felice, un punto d’incontro e di scambio, per una comunità consapevole.

Immagine | Antonella Bultrini