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Siccità: nel nord Italia non piove da un mese e mezzo

Il 2022 in Italia si è aperto all’insegna dei cambiamenti climatici, con temperature primaverili e precipitazioni ridotte allo zero. Fiumi e laghi sono in secca.

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©denisvostrikov / 123rf.com

Un anticiclone estivo in pieno inverno

L’inizio del 2022 in Italia è stato senz’altro anomalo, e non soltanto per la pandemia. I bambini che sognavano le battaglie a palle di neve le hanno dovute rimpiazzare con lunghi pomeriggi al parco. Magari senza nemmeno il bisogno di indossare la giacca, considerati i 20 gradi sfiorati a Milano a febbraio, temperature che di solito ci si aspetta ad aprile. Ombrelli e impermeabili? Si possono dimenticare a casa senza rimpianti, considerato che nel nord Italia non è caduta una goccia di pioggia per oltre un mese e mezzo.

 

La siccità è la logica conseguenza di un intenso anticiclone di matrice subtropicale che ha bloccato le correnti e, con loro, le precipitazioni. La zona di alta pressione stupisce soprattutto per la sua lunga durata. “Semplificando molto, si può dire che ha caratteristiche ‘estive’, con valori di pressione in quota decisamente anomali per la stagione invernale”, spiega al Post Giulio Betti, meteorologo del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e dell’Associazione meteo professionisti (Ampro). 

 

Betti richiama l’attenzione anche sulle temperature eccezionalmente alte registrate su tutti i rilievi dell’arco alpino. Chi aveva prenotato una settimana bianca infatti si è potuto divertire come se niente fosse sugli sci o sullo snowboard, ma soltanto grazie alla neve artificiale. Peccato però che il suo ingente consumo di acqua ed energia comporti un notevole impatto in termini ambientali e di costi, soprattutto in quest’inverno caratterizzato dai rincari dei prezzi delle bollette. In sintesi, si fornisce un temporaneo palliativo alle conseguenze del riscaldamento globale con una tecnologia che va a contribuire al riscaldamento globale stesso.

 

Per San Valentino è attesa una perturbazione che potrebbe portare neve anche a bassa quota ma, precisa Giulio Betti su Twitter, sarà “un apostrofo grigio tra le parole anti e ciclone”. Tradotto: dopo un paio di giorni di tregua, tornerà tutto come prima.

 

Fiumi e laghi italiani a secco

Una delle conseguenze più immediate e preoccupanti della siccità è la crisi idrica che interessa in modo trasversale i corsi d’acqua del nord Italia. Eloquenti i dati dell’Osservatorio settimanale pubblicato il 3 febbraio 2022 dall’Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue (Anbi). 

 

Durante il mese di gennaio la portata del Po, il primo fiume d’Italia per lunghezza e portata d’acqua, è scesa del 25% rispetto alla media. Tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio, in alcuni punti di rilevazione il livello dell’acqua è sceso al di sotto di quello di Ferragosto. 

 

In Lombardia le riserve idriche sotto forma di invasi o manto nevoso sono scese del 51% rispetto alla media storica e del 68% rispetto al 2021, con un picco del -74,7% nel bacino del fiume Brembo. Molto basse anche le percentuali di riempimento dei laghi: Iseo 17,1%, Lario 18,2%, Maggiore 22,5%. E non è solo un problema lombardo, come dimostra la portata di appena 0,15 metri cubi al secondo del Piave (al minimo dal 2017).