Yoga a scuola, la proposta di Gentiloni
Lo yoga nelle scuole: ecco che il protocollo di intesa si avvia ad essere una proposta di attuazione pratica e concreta del presidente del Consiglio Gentiloni, che accoglie la tradizionale pratica indiana come alternativa alla classica ora di ginnastica
Lo yoga viaggia verso l'Italia
Non serve un viaggio in India del presidente del Consiglio e una stretta di mano immortalata con il Primo Ministro indiano per capire quanto importante e salutare sia la pratica yogica, soprattutto per gli studenti.
Ma non tutti sembrano essere d'accordo: quanto costerà alla non certo ricca scuola pubblica italiana? I bambini o ragazzi potranno davvero trarre beneficio da questa pratica? Stress e bullismo verranno eliminati?
Come riferisce La Repubblica, la proposta di Gentiloni di inserire lo yoga nella scuola pubblica italiana sarebbe conseguente al complimento per l’iniziativa di Nerendra Modi, Primo ministro indiano appunto, che ha istituito il 21 giugno la Giornata mondiale dello yoga.
L’Italia, che non vuole essere da meno rispetto ad altri paesi europei ed extraeuropei e che ha all’attivo, come comunica Ansa, almeno 1,5 milioni di praticanti e più di 800 scuole di yoga sparse per la penisola, sta maturando la consapevolezza di quanto questa pratica possa risultare benefica anche per gli studenti, da un punto di vista psicofisico, di rendimento e potenziamento dell’apprendimento e di riduzione dello stress.
Lo yoga nelle scuole
Di fatto, da anni esiste la possibilità per le scuole di aderire su base volontaria a un protocollo che riconosca nella pratica yogica uno dei metodi che stimolano lo “sviluppo armonico della intera personalità e delle potenzialità dell’individuo”; lo scorso 2015 è stato infatti rinnovato il Protocollo d’Intesa tra il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) e la Federazione Italiana Yoga (FIY) per l’insegnamento dello yoga in tutte le scuole pubbliche italiane.
La Federazione italiana yoga avrebbe il compito di certificare che gli insegnanti iscritti all’Albo abbiano intrapreso un percorso di formazione e ottenuto il Diploma federale, abbiano maturato almeno due anni di esperienza di insegnamento dopo il diploma e seguano annualmente i corsi di aggiornamento.
Il fatto è che gli insegnanti vanno pagati: ecco perché i corsi sono stati avviati solo in alcuni centri, vista la carenza di fondi. Ma non si tratta solo di un mero fattore economico.
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Critiche alla proposta di Gentiloni
Non sono mancati pareri avversi riguardo la proposta e l’affermazione del premier Gentiloni. Al di là della situazione purtroppo disastrosa di certe scuole che devono fare i conti con la mancanza di carta igienica, con il freddo d’inverno o con manutenzioni ordinarie e straordinarie, la principale critica di M5s riguarda, per esempio, il fatto che nelle primarie gli insegnanti di ginnastica possono anche non avere il diploma Isef o la laurea in scienze motorie; insegnanti che a loro volta si dicono in parte titubanti circa la validità della proposta a livello motorio (Il Fatto Quotidiano).
Le cose stanno però prendendo una nuova piega: nell’ultimo e più recente protocollo, come spiegato dalla rivista on-line La tecnica della scuola, attraverso le parole del Ministro dello Sport Luca Lotti, “Nel protocollo c’è anche un primo riconoscimento per i laureati in Scienze Motorie, che saranno coinvolti nelle sperimentazioni didattiche: la direzione è quella giusta”.
L’intenzione è quella di intraprendere un cammino che riconosca e dia valore alle professionalità in ambito sportivo. Ecco il testo integrale del Protocollo di intesa Miur, tra il Ministrro dell’istruzione e il Ministro per lo sport.
Curiosità: negli Stati Uniti c'è un ragazzino che insegna yoga nelle scuole: conosciamo la bellissima avventura di Tabay, il più giovane insegnante di yoga in America.
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