Tra yoga, ayurveda e spiritualità
Lo yoga come abilità nell'azione, come strumento per comprendersi e usare i propri talenti. Il femminile e il maschile. E gli italiani che, in quanto popolo sensibile, con un inconscio storico importante, possono migliorarsi anche in fase di crisi. Queste e altre parole di valore da Amadio Bianchi, maestro di rilievo internazionale nel mondo dello yoga e dell'ayurveda
Avete presente i maestri tutto d'un pezzo? Quelli che si sentono portatori di un sapere affatto trasmissibile? Che dispensano parole come se fossero "perle" e avendo ben cura di farti sentire un "porco". Poveri porci poi, usati sempre per questo nostro amor di metafora.
Ecco, Amadio Bianchi non funziona così.
Il suo sistema è quanto di più lontano dall'erudita e distaccata sapienza da sfoderare a ogni costo. E' vero che ha quell'eleganza che il conoscere se stessi rilascia, ma a guardare bene si vede umiltà. Se lo si conosce nella veste di insegnante, poi, si arriva a percepire la sua estrema voglia di comunicare: "Voglio darvi tutto" dice ai suoi allievi. Poi si mette a baciare le piantine quando meno te lo aspetti.
"Chi è felice al giorno d'oggi viene preso per strano. Per diverso." mi dice mentre stiamo per affrontare la prima giornata del corso di massaggio ayurvedico che sta tenendo presso l'Associazione Ayuryoga Samyoga; apro una breve parentesi: l'Associazione è iscritta registro CONI, affiliata CSEN ed aderente a Benessere Csen, il corso è appena iniziato a Roma, in Via Lisippo 12, sabato 8 e domenica 9 marzo ci sarà il secondo appuntamento con i corsi di Operatore Ayurveda Tradizionale e Massaggio Ayurvedico e si può partecipare liberamente per poi decidere se, eventualmente iscriversi o meno.
Quanto c'entra la pratica yogica con gli occhi intensi e vispi di quest'uomo? "Lo yoga ti aiuta, è una disciplina adatta per porti in relazione con la tua vita interiore" e quando dice questa frase non ha proprio l'intento di chi vuole venderti qualcosa, semmai, la sapienza di chi sa che non si può parlare di cose più grandi dell'umano. Aggiunge: "Affinché sia stabile, il sorriso non deve partire da fuori, non deve esser stimolato solo dall'esterno. Quando scaturisce dalla tua vita interiore, quel sorriso è autentico."
Amadio - o Swami Suryananda Saraswati che dir si voglia - di titoli ne ha e potremmo elencarne alcuni: Presidente World Movement for Yoga and Ayurveda, Presidente European Yoga Federation, Vicepresidente della International Yoga Federation di New Delhi, Coordinatore Generale ed Ambasciatore della Associazione Europea di Ayurveda, Coordinatore Generale della Confederazione Ufficiale Italiana di Yoga, Presidente Scuola Internazionale di Yoga e Ayurveda C.Y. SURYA, Ambasciatore della The World Community of Indian Culture and Traditional Disciplines.
Mobile e instancabile: si sposta tra India, Croazia, Grecia, Francia, Lettonia, Portogallo, Polonia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Romania, Argentina, Brasile, Bulgaria, Canada.
Lo hanno voluto nel tempo diverse trasmissioni televisive e radiofoniche quali: TG 2 "Costume e Società", Rai Uno Mattina, Vivere Meglio - Rete 4, "La vita in diretta" - Rai 2, "Monitor Popoli" - Sat 2000, Tg regionale - Rai 3, "Salute e Benessere" - Radio Sole 24, Totem - RTL 102.5, Mediolanum "Le buone notizie" - Mediolanum Channel, ecc.
Ha all'attivo diversi libri: La scienza della vita, Nel respiro il segreto della vita, Ayurveda: una scienza per la salute, La gioia di vivere con lo Yoga e con la YogaTerapia.
Gli chiedo a quando risale il primo contatto con lo yoga."Avevo 23 anni e mezzo quando sono stato colpito da una sospetta leucemia. Peggioravo a vista d'occhio. Poi tra le mie mani è finito un libro sullo yoga - lo conservo tutt'ora nella vetrina delle cose preziose di casa mia - e mi sono incuriosito. Nessuno mi aveva mai parlato di questa pratica, nessuno mi aveva mai rivelato quano la vita interiore e la dimensione fisica fossero connesse."
Ecco una selezione di libri sullo yoga
Da quella scintilla iniziale si è avviato un amore puro e incondizionato che lo ha portato almeno 32 volte in India. Durante l'ultimo recente soggiorno è stato celebrato il suo compleanno indiano con apposita cerimonia tradizionale (puja). Gli chiedo se la fonte della trasmissione dovrebbe essere unica, se un l'allievo dovrebbe avere un insegnante unico cui restare fedele a vita. "Può accadere che si trovi il Satguru che disseta e sazia tutta la necessità di ricerca. Per me non è stato così, la mia formazione è passata per diversi maestri."
Swami Satyananda lo ha introdotto allo Yoga Nidra; poi ha conosciuto lo yogi Swami Chidananda, incontrati entrambi in Svizzera durante un congresso mondiale di yoga a Zinal.
E' ormai divulgata la nozione per cui yoga significa "unione". Trovo infinitamente utile che Amadio ribadisca quanto lo yoga nel suo significato in sanscrito abbia a che fare con l'abilità nell'azione, senso che si rintraccia nella Bhagavadgītā. "Dunque lo yoga dovrebbe essere maestro dell'energia, compresa quella sessuale. La pratica serve a comprendere cosa fare delle cose che ci son state date; in fondo siamo in vita con questa finalità. Lungo il tragitto ci possono anche essere "scivoloni", ma la comprensione è qualcosa che si matura nel tempo, il tentativo di arrivare a noi stessi è un percorso."
Dritte per sviluppare una disciplina interiore
La definizione che Amadio dà della maestria è quanto di più utile abbia sentito ultimamente: "Un maestro è colui che ti fa riflettere su quanto importante sia diventare noi stessi maestri delle energie che la natura ci mette a disposizione." Precisa con serenità e decisione insieme: "Lo yoga ispira la vita. Porta verso la gestione di ogni cosa in senso produttivo e non controproducente."
Arriva spesso la sensazione di avere davanti una persona trasparente, sia che racconti delle sue esperienze da allievo in India, sia che racconti degli episodi durante il praticantato nel massaggio ayurvedico e nell'insegnamento, o che spieghi le variazioni di dieta adottate nelle fasi di scrittura e creazione. In questo momento globale si dovrebbe riconsiderare l'energia ricettiva rispetto all'azione reattiva immediata, è qualcosa che emerge spesso nei dialoghi che ho avuto con maestri, terapeuti, medici di vario genere.
Scatta la domanda di genere, chiedo ad Amadio se, lungo tutta l'esperienza di insegnante, ha colto differenze nell'apprendimento degli uomini e delle donne. "Ho avuto tanti allievi finora. Certo, ci sono delle diversità. Apparentemente l'impulso dell'uomo a praticare può partire da una spinta di natura fisica; la spinta del femminile verso lo yoga è di altra natura: essendo la donna colei che crea, la sua ricerca dell'unione va alle radici. Ma è una distinzione generica, quindi non del tutto veritiera. Sommariamente, lungo tutta la mia vita, sono stato molto a contatto col femminile. Le donne le apprezzo moltissimo, l'evidenza di questa presenza femminile mi lascia sempre così ricco. La sensibilità è particolare, c'è una facilità ad approcciare la vita interiore rilevante nella maggior parte dei casi. Ma sono discorsi generici, ripeto. Anche gli uomini, quando ci si mettono, possono aprire i cuori a una trasformazione meravigliosa che li porta ad apprezzare anche la loro parte femminile."
Quando nomina la possibilità di trasformazione, penso all'arte nobile, suprema della meditazione. "La meditazione opera sul piano dell'intuizione, della percezione, della presenza. Ci si perviene per entrare in contatto con la nostra parte non fisica e per tornare a vedere che i nostri strumenti non sono solo i sensi, ma la coscienza. Percepire il movimento della coscienza."
Vorrei inondarlo di domande sui suoi viaggi in India ma mi viene una richiesta banalotta. "Nessuna domanda è banalotta, chiariamolo subito. Dimmi." Gli domando: "Come vedi gli italiani ora? Non solo rispetto agli indiani, in generale."
"Siamo una cultura antica ma c'è confusione. Il futile viene ricoperto di importanza e diventa predominante. Il nostro contatto con la natura era molto forte, l'occidentalizzazione ci ha fatto perdere il contatto con la fonte. Ciononostante siamo un popolo estremamente sensibile; il nostro inconscio è alquanto storico, abbiamo gli strumenti, siamo in contatto con stimoli forti."
Gli domando cosa ha imparato sugli umani studiando l'ayurveda. "Che il più delle volte l'uomo frapponendosi alla natura, è causa della sua stessa infermità. L'uomo si sostituisce alle forze naturali che lo avvertono. Ti accendi una sigaretta. Sai che non è una cosa buona. Ti frapponi. Impari a fumare. Diventa abituale. Menti, diventi bugiardo, prima di tutto con te stesso. Talvolta anche mentre ci si nutre ci si mente; nel perpetrare la scelta di alimenti che ci danneggiano, sviluppiamo un'attitudine alla menzogna."
Amadio è stato l'ideatore dell'evento "Artisti per la pace - Gandhi 50 anni dopo" che si è tenuto dal 24 al 30 di gennaio 1998 a Milano per ricordare il Mahatma a 50 anni dalla sua scomparsa e che ha visto il convergere di quasi tutti i movimenti spirituali e religiosi. Per l'occasione, in una struttura di quasi 9.000 posti a sedere si erano esibiti, per una settimana, gratuitamente oltre 300 artisti, provenienti da molte parti del mondo, dando vita ad un grandioso spettacolo di pace.
Amadio era molto legato al discepolo di Ghandi, Padre Antony Elenjimittan. Tra uomini spirituali, quale che sia la religione, ci si intende. E si opera nella stessa direzione. "Percepisco e amo la diversità nella vita in generale, anche nel culto. Nonostante mi vesta di arancio, la mia tendenza è assai laica. Condividevo con Padre Antony, ultimo allievo di Ghandi, un grande amore verso qualcosa che potremmo definire come una multiforme spiritualità."
Quando l'intervista si conclude, dopo qualche scambio di opinioni e dettagli pratici, resta nell'aria quella freschezza di un insegnamento semplice. Ciò che è denso e profondo può essere anche leggero e luminoso. Rifulge di un arancione divertentissimo e ha la risata squillante di chi ama la vita.
Immagine | Amadio Bianchi