Yoga e sesso: retas e ojas
Qual è la connessione tra sessualità, energia vitale, yoga ed esperienze spirituali? Scopriamo il significato di retas e ojas.
Nonostante sia talvolta connesso (e più spesso confuso) con la religione, lo yoga parte da presupposti diametralmente opposti da questa, specie quando si tratta di moralità.
Lo yoga nella sua essenza ha un radicamento esperienziale e pragmatico più che di religioso: non si basa sui dogma e sulla fede, benché anche questa sia un suo elemento chiave, ma sulla pratica e la sperimentazione; e come nella scienza che noi tutti studiamo a scuola, non c’è molto spazio per i giudizi morali. Se la religione si basa sul venerare, lo yoga pone le sue basi sul divenire.
Approccio tantrico
E’ bene tenere a mente questo approccio quando tocchiamo un argomento come il sesso nel mondo dello yoga. Nello yoga quindi non esiste una posizione univoca riguardo al sesso, ma diversi approcci a seconda dello scopo che il praticante si pone.
Per questo in molti stili di tantra moderni il sesso è considerato uno strumento di pratica, e talvolta il piacere sessuale si fonde con la beatitudine interiore come fine ultimo dello yoga.
Ma se uno non va meramente alla ricerca della beatitudine delle ghiandole ma cerca di concentrare tutte le energie sottili e fisiche per un miglioramento o una vera e propria evoluzione dell’essere, ecco che allora l’approccio cambia e la conoscienza delle energie sessuali entra nei dettagli.
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Trasformazione di retas in ojas
Sebbene molti testi yogici classici e molti guru ci dicono che l’astinenza sessuale di natura repressiva è dannosa per l’equilibrio energetico e mentale del praticante, la trasformazione della parte più animale delle energie sessuali è indispensabile per un vero avanzamento nel cammino yogico.
Con la dovuta pratica, l’energia sessuale di base, retas, può essere convertita come energia creativa in altri campi della vita, ojas, in genere in campi creativi come l’arte o l’ampliamento delle proprie capacità mentali e quindi produttive.
Retas è in continua produzione e rinnovamento in noi, e non trovando sbocchi più alti, ci induce ad essere soddisfatta per via sessuale animale, quando invece, converteta in ojas, essa può essere preservata e controllata. Questo è quanto fanno spontaneamente molti uomini di genio, e questo è anche quanto fa il vero yogi, trasformando in un primo tempo l’energia sessuale in energia creativa, ed in un secondo tempo, questo ojas creativo in ojas spirituale, predisponendo la coscienza per esperienze spirituali di più alto rango e più frequenti.
Nel lessico yogico retas rappresenta i liquidi seminali nella loro forma fisica, ed essi sono preposti per la riproduzione animale, ma una parte di loro contiene energia vitale di base, che viene dispersa durante l’orgasmo, non a caso chiamato “piccola morte”.
Esiste tutto un preciso e dettagliato programma yogico, come detto non dogmatico e campato per aria ma dettato dalla pratica e sperimentabile da ognuno, basato sui seguenti punti:
· Retas: liquido seminale e fluidi sessuali, la parte più materiale e animale delle energie vitali e sessuali, che spingono per essere spese a scopi riproduttivi.
· Tapas: si tratta dell’energia sotto forma di calore, il primo sviluppo delle energie vitali concentrate. Quello che si può facilemente provare in meditazione.
· Ojas: è il vigore che accompagna l’energia sessuale ritrasformata in pura energia vitale e riassorbita dall’essere, sia in forma fisica (salute) che energetica (lucidita’, presenza, performance mentali).
· Tejas: si tratta di una forma di energia superiore, un passaggio dal vigore vitale alla luce percepibile interiormente.
· Vidyut: è la discesa dell’energia superiore e spirituale fino all’interno del corpo, con sensazioni elettriche, perfino superiori all’orgasmo fisico, che non è altro che l’ombra distorta di Vidyut.
Notiamo come tre forme di energia come calore, luce ed elettricità siano involute nei fluidi sessuali. La loro espressione può avvenire tramite una sublimazione che non passa attraverso la repressione.
Abbiamo chiarito che lo yoga non è una religione, e la pratica sessuale non è un peccato ma solo una delle infinite attività dell’essere che va resa cosciente e messa al servizio dell’evoluzione.
Non si tratta di astenersi ma di padroneggiare. Si può benissimo astenersi dall’atto sessuale ma essere schiavi del desiderio e dell’attrazione, consumando così subconsciamente tutta la vitalità del retas. Praticare sesso e yoga al contempo è certamente possibile, ma molte esperienze superiori che richiedono un’alta quantità di ojas e tejas per essere sperimentate rimarranno precluse.
Non è una questione morale, solo di scelta individuale. Ma la sublimazione delle energie sessuali non significa una perdita di emozioni. Anzi, la sensualità aumenta e trova il suo vero posto nello yoga assieme all'amore.
Il termine sesso deriva dal latino secto, ovvero diviso, mentre sensualità, deriva da sensus, senso e percezione. Il che vuol dire che nello yoga si tende a diminuire il senso di divisione e ad aumentare le capacità di percezione sottile.
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