Il corpo intelligente e l'allenamento per la mente
La mente si allena come il corpo, anzi, è allenando la mente che si può tenere in forma il corpo: pensare alla gara è un po' come gareggiare e variare l'allenamento è un modo infallibile per vincere
E chi lo avrebbe immaginato che l'allenamento per la mente e l'allenamento per il corpo andassero a braccetto?
Approfondiamo uno studio condotto da Howard Gardner, professore dell'università americana di Harvard, che da anni lavora a un'affascinante teoria secondo cui l'uomo possiede molteplici forme di intelligenza, una delle quali è un'intelligenza motoria che dirige il corpo verso l'abilità e orienta all'automatismo finalizzato al miglioramento della prestazione sportiva.
L'allenamento e la mente: quando muoversi significa pensare
Si dice che quando un movimento, qualunque esso sia, diventa automatico, il corpo ha fatto propria una porzione della disciplina che si sta approfondendo. Un po' come la mente fa con i concetti e le nozioni, anche il corpo ricorda.
L'esempio concreto? Iniziare uno sport significa cimentarsi in una vasta gamma di movimenti inizialmente estranei al cervello. I primi disordinati colpi di racchetta, i tentativi improbabili di palleggi sono esempi di azioni che impegnano vaste zone del cervello, in quanto riguardano la prima fase di apprendimento.
Quando invece si approfondisce la pratica, il metabolismo si abitua e, a livello mentale, si innesca nel cervello una forma di automatismo cognitivo in virtù del quale lavorano zone più ristrette: essenzialmente, parte dei gangli basali, la corteccia motoria primaria e il cervelletto.
La memoria interna dei muscoli
Una volta superata la fase di apprendimento, il corpo sviluppa una memoria autonoma, quasi si muovesse senza l'aiuto del pensiero. Il sistema nervoso centrale fa da ponte tra la capacità visiva e quella motoria: gli occhi captano le informazioni che vengono tradotte in schemi di attivazione dei muscoli. Immaginate che ogni singolo muscolo abbia un archivio al suo interno, una cartella che contiene vari gesti in forma di files, un serbatoio di azioni.
Variare le tecniche di allenamento è importante perché significa sviluppare un'intelligenza motoria più ampia possibile. L'allenamento globale include diversi movimenti che vengono eseguiti in contemporanea.
Ad esempio, un giocatore di hockey non impara prima a pattinare, poi a guidare il disco, e successivamente a seguire il gioco, bensì si abitua da subito a gestire tutto insieme.
Apprendere contemporaneamente istruzioni diverse è un po' come accordare gli strumenti della stessa orchestra: il sistema motorio infatti è costituito da reti di cellule collegate fra loro, con compiti diversi, ma sovrapposti.
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Immagine | Davide Restivo