Meditazione e arti marziali
L'azione fisica quanto c'entra con la spiritualità? Un artista marziale che si rispetti contempla tanto l'azione quanto la non azione, fa pulizia a livello interiore e si mette sul cammino per conoscere se stesso. Vediamo insieme la connessione tra meditazione e arti marziali
Chi pratica arti marziali da tempo sa che i demoni si trovano all'interno: sa che lungo il percorso marziale si incontrano la superbia, il timore, il confronto e si fanno i conti con le proprie forme di aggressività, che vengono trasformate in azione precisa, pulita, utile, impeccabile.
Quando si fanno le cosiddette "forme", ovvero delle sequenze codificate differenti a seconda dell'arte marziale che viene praticata, ecco in quel momento si sta allenando la pazienza, l'ascolto, la prontezza.
Così come la meditazione serve nella vita per gestire l'imprevisto, ascoltare il continuo "chiacchiericcio mentale" e ammetterne l'esistenza, per poterlo trasformare in quiete della mente.
Vi è un detto Shaolin che recita: Meditazione (Chan) e Pugilato (Quan), sono una cosa sola e quindi vanno studiati insieme.
In effetti, non si dà che un gesto marziale non sia anche portato da una certa consapevolezza interiore e viceversa, in quanto l’allenamento favorisce lo sviluppo di doti quali calma, osservazione, pazienza.
Bruce Lee stesso spiegava quanto fosse importante svuotare la mente, diventare come acqua, imparare la quiete e la forza del movimento.
Benefici della meditazione e della pratica marziale
La combinazione di meditazione e pratica delle arti marziali apporta non pochi benefici:
- Aumento della vitalità;
- Corpo pronto ad agire, pensieri meno reattivi;
- Aumento dell’empatia;
- Maggiore disponibilità verso il prossimo;
- Aumento degli ormoni legati al benessere;
- Maggiore disponibilità a mettersi in discussione e crescere.
Arti marziali: conoscere e modulare la forza
La meditazione che prepara l'azione
Fare il vuoto significa poprio creare uno spazio dove le cose accadono contestualmente all'accoglienza che possiamo dare loro e questo stato mentale rende il pensiero leggero e non agitato.
Un lago, per usare una metafora cara ai taoisti. Purtroppo non sempre le cose stanno così: ci sono molti individui che si dedicano alla pratica fisica tralasciando completamente l'essenza. In sintesi, alcuni cercano con lo sguardo lo specchio e non chiudono gli occhi per attivare solo gli occhi della mente.
Ricercare la saggezza significa intraprendere un percorso che richiede tempo e pazienza e spesso una guida in forma di persona fisica, qualcuno che abbia a sua volta compiuto un onesto percorso di crescita personale e abbia esperienza nel "combattere le ombre".
Il poeta e pittore cinese Wang Wei spiegò sapientemente questa relazione: "Se mi accorgo che qualcuno mi guarda con odio, non reagisco. Mi limito a fissarlo negli occhi, avendo cura di non trasmettergli alcuna sensazione d'ira o di pericolo. E il combattimento, prima ancora di cominciare è già finito. Il nemico da battere è dentro di noi. Le arti marziali non significano violenza, ma conoscenza di sé stessi e degli altri".
Questo tipo di rottura della meccanicità, di messa in discussione della reazione istintiva, ci porta a una crescita vera.
Il corpo intelligente e l'allenamento per la mente