Acrilammide: una nuova legge nel 2018
Patatine fritte, pane, biscotti; ma anche cereali, barrette e fette biscottate e altro ancora: conto alla rovescia in nome della salute! Dall'11 aprile 2018 cresce il monitoraggio alimentare e si diventa più sani grazie alla nuova legge Ue sull'acrilammide. Ma sino ad ora cosa abbiamo mangiato?
Cos'è l'acrilammide
Come specifica il regolamento UE che stiamo esaminando, l'acrilammide è un contaminante - secondo la definizione del regolamento (CEE) n. 315/93 del Consiglio ( 2 ) - e, in quanto tale, costituisce un pericolo chimico nella catena alimentare.
Si tratta di un composto organico a basso peso molecolare, altamente solubile in acqua, che si forma a partire dai costituenti asparagina e zuccheri naturalmente presenti in determinati alimenti preparati a temperature normalmente superiori a 120 °C e con un basso grado di umidità.
Di fatto l'acrilammide la troviamo in tutti queli alimenti ricchi di carboidrati, cotti al forno o fritti; il Ministero della salute aveva a suo tempo emesso un documento che indicava "La valutazione del rischio" spiegata dall'Efsa. Ci viene in aiuto ora anche Il Fatto Alimentare, che, andando a fondo sull'argomento, dice anche come comportarsi a livello di cucina casalinga, onde evitare il rischio acrilammide.
Dove si trova l'acrilammide e quali i rischi
In breve si tratta sempre di moderazione e attenzione nei confronti di ciò che si mangia, qualità e quantità.
L'acrilammide si forma prevalentemente negli alimenti ricchi di carboidrati cotti al forno o fritti, costituiti da materie prime che contengono i suoi precursori, come i cereali, le patate e i chicchi di caffè.
Precisamente, come definito dall'Articolo 1 "Ambito di applicazione", si tratterebbe di: patate fritte, snack, cracker o altri prodotti a base di patate; pane; cereali per la prima colazione, ad esclusione del porridge; prodotti da forno come gallette, fette biscottate, barrette di cereali, coni, cialde, pane speziato; caffè, sia torrefatto che solubile, e succedanei del caffè; alimenti per la prima infanzia a base di cereali.
Ma l'acrilammide è presente anche nel fumo di tabacco, fonte non alimentare che può colpire anche in modo passivo. E aveva, a tal proposito, fatto scandalo in Europa il test de il Salvagente sulle patatine, ve lo ricordate?
Per gli operatori e per i consumatori, vengono qui esplicitati anche i rispettivi livelli da rispettare, che sono livelli resi più bassi rispetto a quelli di vecchio riferimento.
Per esempio, patatine (chips) a base di patate fresche e a base di pasta di patate, cracker a base di patate, altri prodotti a base di pasta di patate non devono superare 750 mcg/kg.
Leggi anche Junk food, perché fa male e come sostituirlo >>
Quali i rischi per la salute
I rischi per la salute connessi al consumo di acrilammide, come indica il comunicato in questione, sarebbero da collegare a studi effettuati da autorità competenti di Efsa e del gruppo Contam, che si occupa di contaminanti nella catena alimentare. Sulla base di questi studi condotti sugli animali, l'acrilammide può aumentare il rischio di sviluppare un cancro per i consumatori in tutte le fasce d'età.
I bambini, per via del peso corporeo, costituiscono la fascia di età più esposta.
Legge 2018 sull'acrilammide
Facciamo riferimento al Regolamento Ue 2017/2158 della Commissione del 20 novembre 2017, che istituisce misure di attenuazione e livelli di riferimento per la riduzione della presenza di acrilammide negli alimenti.
Viene emesso per tutelare il consumatore circa la sicurezza degli alimenti, affinchè vi siano le condizioni necessarie per un'idoneità al consumo umano: per gli operatori significa maggiori controlli e limiti vincolanti da rispettare, per il consumatore più sicurezza e protezione per la propria salute.
La normativa in questione spiega infatti che il tenore di acrilammide può essere ridotto applicando buone pratiche e procedure precise da parte degli operatori del settore alimentare, anche relativamente alle fasi di trasformazione del cibo, durante le quali tale sostanza si potrebbe formare. Campionature, analisi e controlli ufficiali saranno portate avanti al fine di rispettare la nuova normativa che entrerà in vigore a partire dall'11 aprile 2018.
Leggi anche Ortoressia, ossessione per il cibo sano >>