Alimentazione vegana: il rischio di fratture è maggiore?
Uno studio ha preso in considerazione lo stato di salute delle ossa di coloro che non consumano alimenti di origine animale prediligendo una dieta vegetariana o vegana.
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Dieta vegetariana e vegana e benessere delle ossa
Seguire una dieta vegetariana o vegana potrebbe aumentare il rischio di fratture, secondo un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica BMC Medicine.
È ormai noto che il calcio sia un nutriente molto importante per la salute delle ossa, che può risultare carente in coloro che seguono una dieta priva di alimenti di origine animale, quando non ben bilanciata.
Alcuni studi epidemiologici precedenti avevano già rilevato che i vegetariani (coloro che non consumano carne e pesce, ma assumono i loro derivati, come latte e uova) presentano in media una densità minerale ossea inferiore rispetto agli onnivori.
Tuttavia, risulta molto importante anche l’Indice di Massa Corporea (IMC): sembrerebbe che la densità minerale ossea sia più bassa proprio nei vegetariani con un IMC inferiore alla media.
Tipologie di dieta e rischio di fratture
Una nuova ricerca ha voluto analizzare nello specifico l’associazione tra il tipo di dieta e il rischio di sviluppare fratture.
Ha coinvolto circa 55,000 uomini e donne del Regno Unito che sono stati seguiti per quasi 18 anni e, in base alle abitudini alimentari, sono stati classificati in:
- Onnivori;
- Pescetariani (non mangiavano carne, ma mangiavano il pesce);
- Vegetariani (non mangiavano carne e pesce, ma mangiavano uova e/o latte e derivati);
- Vegani (non mangiavano alcun prodotto di origine animale).
Dieta vegana e vegetariana e fratture: lo studio e le considerazioni dell'autore
Dopo aver calcolato il loro introito di alimenti e nutrienti (tra cui calcio e proteine) sia all’inizio dello studio che nei successivi follow up attraverso dei questionari, è stata analizzata la correlazione tra dieta e rischio di fratture.
È emerso che i vegetariani e i vegani mostravano un maggior rischio di fratture totale rispetto agli onnivori. La maggior differenza è stata riscontrata per il rischio di frattura all’anca, maggiore sia in vegetariani e vegani che nei pescetariani.
In particolare, per quanto riguarda i vegetariani, il rischio era maggiore solo per gli individui che all’inizio dello studio avevano più di 50 anni, mentre nei vegani, a prescindere dall’età, il rischio era più alto soprattutto nelle donne in post-menopausa e in coloro che avevano bassi livelli di attività fisica e di IMC.
Inoltre, nei vegani è stato osservato un rischio maggiore anche per altri tipi di fratture (tra cui alle gambe, alle clavicole e alle vertebre), tranne che ai polsi, alle braccia e alle caviglie, per le quali non è emersa alcuna differenza tra i gruppi.
Questi risultati potrebbero essere correlati a un IMC inferiore e un apporto di calcio più basso negli individui che seguivano un’alimentazione a ridotto o assente contenuto di alimenti di origine animali.
Lo studio non è privo di limitazioni. Ad esempio, il numero di partecipanti vegetariani e vegani era nettamente inferiore rispetto agli onnivori e pescetariani. Pertanto, saranno necessari nuove ricerche per confermare quanto emerso e definirne le cause.
Va sottolineato che qualunque dieta sbilanciata, onnivora, vegetariana o vegana che sia può essere causa di deficit nutrizionali ed eventuali disturbi. Inoltre, è ormai noto che un eccessivo consumo di carne è associato a maggior rischio per la salute, quindi, non bisogna trarre conclusione affrettate e seguire un’alimentazione equilibrata, in generale, è senz’altro la scelta più saggia.
Lo stesso autore dello studio, Tammy Tong, afferma: “Diete ben bilanciate e prevalentemente a base vegetale possono migliorare i livelli di nutrienti e sono state associate a minori rischi di malattie, tra cui quelle cardiache e diabete. Però, le persone dovrebbero prendere in considerazione sia i benefici che i rischi della loro dieta e assicurarsi di avere livelli adeguati di calcio e proteine e di mantenere un BMI adeguato, che non deve essere né troppo basso né elevato”.