Tuberi esotici: caratteristiche e proprietà
Ormai il confine tra cibi nostrani e cibi esotici sta diventando sempre più vago. Diventa facile trovare nuovi cibi provenienti da paesi lontani da acquistare. Vediamo quali sono, come si mangiano e dove si trovano i tuberi esotici e le loro caratterische nutrizionali
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Cos’è un tubero? Il termine stesso indica un accrescimento, come nella parola pro-tuberanza. Di fatti, il tubero è un ingrossamento del fusto che che funge da riserva di sostenze nutritive.
Nel caso la parte modificata e accresciuta sia radicale, si parla di radici tuberose; è una delle più comuni strutture vegetali e funge come un vero e proprio organo nel metabolismo della pianta.
Per via di questa caratteristica di accumulo di preziose sostanze nutritive, i tuberi hanno un ruolo molto importante nella dieta dell’essere umano (e non solo), e sono uno dei principali elementi dell’agricoltura.
È impossibile non citare la patata, in tutte le sue varietà, e vedere la sua universale diffusione per capire l’importanza dei tuberi.
Possono essere considerati tuberi comuni la patata, appunto, ma anche la carota, la pastinaca, i ravanelli, la barbabietola, il daikon, la radice di tarassaco, la scorzonera, il rafano, il sedano rapa, il cavolo rapa, lo zenzero e molti altri vegetali di questo tipo.
La patata e le sue varietà nel mondo
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Esistono numerosi tipi di tuberi esotici, ovvero non comuni e provenienti da paesi lontani, che pian piano si stanno affacciando nella nostra cucina e sui banchi dei nostri mercati.
Come si chiamano? Come si possono riconoscere? Come si preparano? Che qualità hanno?
Cominciamo lo con yam, un nome generico utilizzato per molte piante del genere Dioscorea. In genere nei nostri mercatini esotici possiamo trovare lo yam bianco, ovvero la Dioscorea rotundata, di origine africana.
Ha grandi dimensioni, spesso di forma rotondeggiante o cilindrica con una buccia rugosa, bitorzoluta, pernnemento ricoperta da uno strato di terra e piccolo radici.
Una volta tolta la buccia e bollito, si può utilizzare come una patata lessa e, ad esempio, farne un purè; è un’ottima fonte di vitamina C e vitamina B6, oltre che di manganese, potassio e fibra alimentare e apporta molte calorie con un basso indice glicemico.
In Africa è utilizzato per perdere peso e per sfavorire le gravidanze, in quanto contiene dei fitoelementi contraccettivi.
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Dovremmo considerare la batata un tubero esotico? Se è vero che l’Ipomea batatas esiste in Italia da molto tempo e in alcune zone come il Veneto è particolarmente utilizzata e apprezzata, va anche detto che non è un alimento così comune in tutta la penisola.
La batata è una radice tuberosa appartenente alle Convolvulaceae. In genere viene chiamata patata dolce, per via di questa caratteristica organolettica che la distingue dalla comune patata.
Può sostituire in tutto e per tutto la patata e a differenza di questa, è un’ottima riserva di beta-carotene, e una buona fonte delle vitamine B5 e B6.
Può essere considerata un buon integratore alimentare in quanto possiede un buono spettro di sali minerali. Oltre alle fibre alimentari, è nota per i suoi carboidrati complessi, che la rendono un ottimo cibo se cerchiamo un senso di sazietà.
Se arrostita, la disidratazione concentra ulteriormente i contenuti in termini di sali minerali. Nel panorama dei tuberi è la più alta fonte di vitamina A e sodio.
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La Manihot esculenta è nativa del nord del Brasile; chiamata comunemente tapioca, è un tubero raccolto dall’apparato radicale della cassava. l tubero è allungato, sodo, con buccia marrone e rugosa.
Si tratta di un alimento consumato in tutto il mondo, fonte di carboidrati e povero in proteine e grassi saturi.
Non ha rilevanti quantità di oligoelementi, vitamine, fibra alimentare o acidi e enzimi, pertanto, come mera fonte di carboidrati di buona qualità va accompagnata con verdure ricche di questi elementi. I
In genere si affetta finemente o si grattugia, ma lo si può trovare soprattutto in forma di farina per i pudding o sotto forma di chips fritte e speziate, tipico cibo da strada.
Fare a cubetti il tubero ed aggiungerlo alle minestre o alle zuppe è un’ottima forma per sostituire i più comuni pane, pasta e riso come fonte di carboidrati.
Il sapore lievemente amarognolo è davvero piacevole ed è amato anche dai più piccoli per la sua sapidità intrinseca.
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Quello che chiamiamo taro è il tubero della Colocasia esculenta, pianta acquatica nativa dell’India ma oggigiorno diffusa in tutto il mondo, dall’Egitto alle Azzorre; dai Caraibi all’Etiopia.
È un tubero di dimensioni contenute, con sottile buccia marrone chiaro e polpa bianca croccante; è ricco di fenoli, vitamina E e vitamina B6, manganese, fosforo, potassio e zinco.
Normalmente nelle cucine etniche è stufato o fatto alla brace, e accompagna i piatti principali, che siano di carne o di vegetali. Talvolta lo si trova fritto e zuccherato, servito come dessert.
In Asia è comune vederlo associato ai gamberi mentre nel bacino mediterraneo spesso lo si trova in insalate condite con limone.
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