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Juan Carrito, l'orso catturato tra le polemiche

Dopo mesi di monitoraggio e avvistamenti, lo scorso 5 marzo il giovane orso marsicano Juan Carrito è stato catturato nel centro abitato di Roccaraso e condotto in un'area faunistica della zona. Forti le preoccupazioni degli ambientalisti.

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Credit foto
©Fb Parco Nazionale della Majella

Un orso avvezzo alla frequentazione di aree urbanizzate. Juan Carrito è un giovane esemplare di marsicano che vive nella zona dell'aquilano, conosciuto ai forestali e agli abitanti per la sua confidenza con la presenza umana. Giunto in cerca di cibo nel centro abitato di Roccaraso, è stato oggetto di un'operazione di cattura, che lo ha visto trasferire temporaneamente nell'area faunistica di Palena (Chieti).
 

Chi è Juan Carrito

Gli umani lo hanno battezzato Ganimede, M20 o Juan Carrito, dal nome di un borgo situato accanto all'autostrada Roma - Pescara, sua area di provenienza. Esemplare di orso marsicano di circa due anni, sin da piccolo è stato sotto i riflettori, insieme alla sua famiglia, perché membro di una cucciolata di quattro, record assoluto per un orsa marsicana.

Pochi giorni dopo il primo avvistamento nel maggio 2020, la famiglia si è stabilita, attratta dai molti alberi di ciliegio, nei pressi di Villalago (Aq) dove è stata assediata da fotografi professionisti e dilettanti, da residenti dei paesi vicini e da appassionati di fauna selvatica.  Gli avvistamenti sono continuati fino a quando, nell'autunno del 2021, la famiglia si è divisa e l'orsetto è rimasto solo. 

In autunno Juan Carrito ha iniziato a frequentare Roccaraso, cibandosi dei rifiuti abbandonati in cassonetti, non a prova di orso, e di cibo messogli a disposizione da alcuni residenti. Monitorato tramite radiocollare e fotografato in dicembre sulle piste da sci, l'orsetto ha continuato a gravitare intorno alla cittadina, anche dopo una prima cattura e una prima liberazione nelle montagne della zona.

Sulle cause del suo atteggiamento disinvolto si discute da tempo. Luciano Sammarone, direttore del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, ha fatto più volte riferimento al disturbo da parte di fotografi e curiosi nelle prime settimane di vita dell’orso.

 

La cattura e il trasferimento

Dopo le ultime segnalazioni, lo scorso 6 marzo il Parco Nazionale della Maiella, a supporto della Regione Abruzzo e in collaborazione con i Carabinieri Forestali ha deciso di intervenire, procedendo alla cattura di Juan Carrito mediante telenarcosi. L'orso è stato, in seguito, trasportato nell'area faunistica di Palena, a Chieti. 

L'Ente Parco ribadisce che la permanenza dell'orso in questa struttura è temporanea e limitata al tempo necessario a ottenere sul campo le condizioni idonee per effettuare gli interventi programmati e immetterlo nuovamente in natura.
 

La preoccupazione degli ambientalisti

La decisione e la gestione della delicata questione ha destato preoccupazione fra gli ambientalisti, non ultimo il WWF, che in una nota ha espresso la propria contrarietà e i propri dubbi.

"L'orso o lo vogliamo o non lo vogliamo, se diciamo di volerlo, allora dobbiamo fare di tutto perché possa frequentare in maniera sicura e naturale i nostri territori, senza farne un animale da circo attratto nei paesi affinché i turisti possano fotografarlo con i telefonini", ha dichiarato Dante Caserta, vice presidente Wwf Italia. 

"Sicuramente va dato atto al Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise di aver messo in atto uno sforzo notevole seguire Juan Carrito, con collaborazione con enti come il Parco Nazionale della Maiella, per evitare la sua cattura [...]” continua l'associazione ambientalista. “Ma sono mancate quelle attività gestionali e di prevenzione che si sarebbero dovute svolgere nelle aree interessate dalla presenza dell'orso, a partire da Roccaraso. Abbiamo visto comportamenti profondamente sbagliati che non hanno fatto altro che rendere sempre più confidente Juan Carrito. La mancanza di misure di prevenzione basilari come i cassonetti anti-orso, il ripetuto abbandono di cibo in strada, il continuo rincorrere l'orso anche con cani a seguito sono comportamenti che da anni si raccomanda di evitare e che invece si sono ripetuti per mesi senza alcuna sanzione".

Secondo il WWF, sottrarre un giovane orso marsicano alla sua vita naturale e rinchiuderlo in un'area faunistica anziché predisporre adeguate misure preventive “è un atto gravissimo” per la tutela di una specie presente solo nello specifico territorio, nel numero esiguo di circa sessata individui. 
 

Le rassicurazioni del Parco

In seguito all'attenzione suscitata, il Parco della Maiella è intervenuto per rassicurare in merito alle intenzioni dell'ente e alle condizioni di salute fisica ed emotiva dell'animale.

L'intervento era necessario per tutelare l'orso e allontanarlo da situazioni potenzialmente pericolose e, in generale, da un ambiente dove da troppo tempo si alimentava quasi esclusivamente di rifiutiha dichiarato il Presidente Lucio Zazzara. “Adesso la priorità è lavorare per il suo ritorno in natura attuando tutti i metodi possibili affinché ciò accada”.

L’operazione, spiega il Parco in una nota, è avvenuta “in condizioni ottimali per la sicurezza dell’animale”. La sedazione ha consentito un controllo clinico, durante il quale tutti i parametri dell'animale sono risultati nella norma. 

Juan Carrito, fa sapere ancora il Parco, ha mangiato alimenti naturali, ha potuto interagire visivamente con le orse presenti nel recinto, ovviamente separate da lui, ha utilizzato da subito il sito di rifugio predisposto nel recinto e non ha mostrato particolari segni di stress.
 
L’area faunistica di Palena è interdetta alla frequentazione dei visitatori, è monitorata attraverso un sistema di videosorveglianza ed è accessibile solo agli operatori del Parco che, per tempi limitati, vi accedono per fornire cibo ed effettuare controlli di sicurezza.