La coscienza fisica
Camminare, correre, nuotare, arrampicarsi e tutte le altre attività fisiche che l’essere umano svolge dai tempi più remoti della sua esistenza, se fatte ascoltando, aumentano la consapevolezza fisica.
Saremmo propensi a pensare che coscienza equivalga alla consapevolezza che un individuo ha di se stesso, del mondo che lo circonda e di come queste due entità si relazionano. Eppure questo termine, nel tempo, si è sviluppato in diverse correnti di pensiero assumendo diverse sfaccettature: coscienza fisica, coscienza mentale, coscienza spirituale, coscienza collettiva ed infine coscienza globale.
Possiamo dunque vedere la coscienza come un fenomeno naturale insito in ogni forma vivente, volto a far progredire l’intera esistenza.
In che modo la nostra struttura può alimentare la consapevolezza fisica? E perché ci è utile una maggiore coscienza?
Oggigiorno esistono innumerevoli attività fisiche che l’essere umano pratica per divertimento, competizione, passione o altro, ma non tutte queste attività apportano un beneficio al corpo se non si sviluppa una coscienza fisica.
Alcune di queste portano le nostre prestazioni fisiche al massimo superando, talvolta, le nostre stesse capacità, procurandoci lesioni, tensioni e squilibri di vario genere.
Camminare, correre, nuotare, arrampicarsi e tutte le altre attività fisiche che l’essere umano svolge dai tempi più remoti della sua esistenza, se fatte ascoltando, aumentano la consapevolezza fisica.
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Movimento, come endrebbero praticate le diverse attività e perché?
La prima e più importante condizione da rispettare è l’abbandono di qualsiasi forma di competizione con gli altri e con noi stessi.
Eseguire ogni movimento ascoltando il proprio corpo, rispettando il limite delle proprie forze, seguendo il ritmo dei propri pensieri e delle proprie sensazioni. Far scorrere il movimento in modo naturale, fluido, silenzioso e quanto più elegante possibile.
In questo modo una semplice corsa, ad esempio, diventerà una danza interiore dove tutto si muove armoniosamente.
L’ideale che dobbiamo perseguire è quello di diventare sempre più leggeri, ammortizzando ogni movimento per renderlo morbido e piacevole.
Il respiro deve essere sempre più profondo e rilassato contemporaneamente, deve fluire in sintonia con tutto il resto (movimenti, pensieri, sensazioni) senza alcun tipo di sforzo.
Eseguendo qualsiasi attività con queste attenzioni il corpo si riscalda lentamente, fino a sentire ogni articolazione fluida ed ogni sua parte coesa.
L’attività, svolta “al ritmo di se stessi” ed accompagnata da domande come: “In quale parte del corpo mi sento più pesante?” “Quale zona sento più rigida?” “Dove sento dolore?” “Dove mi sento più forte e dove più debole?” può realizzare una vera e propria mappatura della struttura fisica nella nostra mente.
Questo ci permette di individuare disequilibri, tensioni e lesioni, dandoci la possibilità di dirigere in tali zone maggior leggerezza, dinamicità, morbidezza o ciò che quelle zone necessitano per un miglioramento strutturale.
Ogni singolo movimento deve lasciar andare tensione per acquisire fluidità all’interno di ogni parte del nostro corpo.
Si tratta di svolgere un’attività fisica volta alla consapevolezza, dunque alla guarigione. Una meditazione attiva praticabile da qualsiasi persona in qualsiasi ambiente, semplice, poco impegnativa ed altamente terapeutica.