Febbre nel neonato, cosa fare
La febbre nel neonato e nel lattante può causare ansia nei neogenitori. Come si riconosce e come bisogna comportarsi?
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La febbre nel neonato, soprattutto se è la prima volta che capita, può causare ansia e qualche indecisione, specie nei genitori meno esperti. La febbre non è una malattia; è un sintomo, un meccanismo fisiologico dell’organismo; di difesa e anche di compenso.
Talvolta, nei neonati, ma anche nei bambini più grandi e nell’adulto, la febbre è passeggera; la temperatura, cioè, può aumentare in seguito a uno sforzo, un forte stress, per ipersudorazione, per l’eccessiva temperatura esterna o per la permanenza in un ambiente troppo riscaldato.
- Febbre nel neonato, come riconoscerla
- Misurazione della febbre nel neonato
- Quando è alterazione e quando febbre
- Come dare sollievo al bambino
- Come ridurre la temperatura
- Quando rivolgersi al medico
Febbre nel neonato, come riconoscerla
I genitori conoscono “a pelle” la temperatura normale dei propri neonati. Soprattutto nei primi mesi, quando si allatta al seno o in ogni caso si sta molto a contatto corpo a corpo, un aumento della temperatura viene percepito “naturalmente” e in maniera piuttosto immediata. Di norma ci si rende conto che manine e piedini “scottano”.
È inoltre possibile accorgersi del fatto che il neonato ha la febbre perché:
- ha il visino arrossato;
- il respiro è affannoso;
- fa fatica a dormire;
- al contrario, è sonnolento e poco reattivo;
- ha poco appetito;
- non mostra il consueto interesse per i giochi.
Da sottolineare come il termine “neonato” si riferisca tecnicamente ai bambini fino ai 28 giorni di vita. dopodichè si parla di lattante fino ai sei mesi circa, con l'inizio dello svezzamento.
Come misurare la febbre nel neonato
Quando si ha la sensazione che il proprio neonato abbia la febbre, la prima cosa da fare è molto semplice e scontata: bisogna misurarla.
Sì: ma qual è il termometro più adatto? Il termometro elettronico è sicuramente uno strumento adatto, perché è sufficientemente rapido e preciso; inoltre è molto utile il fatto che, al raggiungimento della temperatura, si avverte un segnale acustico; può sembrare una banalità, ma quando si tratta di misurare la febbre al neonato aiuta molto.
Per una maggiore precisione è consigliabile scegliere quelli con bulbo flessibile che si adattano più facilmente all'anatomia del corpo, rendendo più semplice posizionarli bene.
Il termometro di vetro è affidabilissimo e molto preciso, ma ci vuole qualche minuto in più; inoltre, non essendo infrangibile, è più delicato e può rompersi.
I termometri a infrarossi o timpanici sono rapidi e molto semplici da usare, ma prima di acquistarli bisogna accertarsi del loro grado di precisione. Le linee guida più aggiornate inoltre prevedono che a usarli in laboratorio o in ospedale sia solo personale sanitario esperto, e solo su bambini di età superiore all’anno.
Anche con il termometro più idoneo, misurare la febbre nel neonato potrebbe rivelarsi impresa non troppo semplice. Non tutti i bambini, infatti, sono collaborativi.
Misurare la temperatura per via rettale è stata la consuetudine per molti anni; e lo è ancora, in molti asili nido. Le ultime linee guida della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, tuttavia, sottolineano come questo metodo – per quanto preciso – sia anche invasivo e quindi da evitare, ove possibile.
A scuola o a casa, dunque, il modo raccomandato per misurare la temperatura al neonato è il termometro digitale sotto l’ascella.
Quando è alterazione e quando febbre
La febbre è un innalzamento della temperatura corporea sopra i valori normali. Di norma i neonati hanno una temperatura leggermente più elevata rispetto ai bambini più grandi e dell’adulto, per l’accelerata attività metabolica di un organismo in rapida crescita. Oltretutto, i neonati non hanno ancora sviluppato appieno la propria capacità di termoregolazione: ciò significa che fanno più fatica a mantenere una temperatura interna costante.
Ma di preciso quando si deve considerare febbre nel neonato? Si può parlare di febbre se la temperatura misurata per via ascellare è superiore a 37,5°C, oppure a 38 °C, quando è misurata per via rettale. La temperatura interna, infatti, è 0,5 °C più elevata di quella esterna.
Come dare sollievo al bambino
Quando il bambino ha la febbre, di norma è molto mogio e – giustamente – i genitori si chiedono cosa fare per dargli sollievo. Ecco alcuni consigli utili:
- assicurarsi del fatto che beva a sufficienza offrendogli spesso il seno o il biberon o, se è più grandicello, acqua, camomilla o spremuta;
- evitare di coprirlo eccessivamente perché, così facendo, si ostacola la dispersione di calore da parte del corpo e si rischia di far salire la febbre;
- somministrare paracetamolo, rispettando le dosi indicate nella confezione e il parere del medico;
- se è inappetente non forzarlo a mangiare, ma offrirgli (senza insistere troppo) piccole quantità di alimenti a lui graditi;
- lasciarlo riposare per tutto il tempo di cui ha bisogno.
Come ridurre la temperatura
In caso di febbre, quando è opportuno ridurre la temperatura del neonato? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Erika Biral, pediatra del Policentro pediatrico. “Nella maggior parte dei casi la febbre è un sintomo causato da un agente infettivo e rappresenta un meccanismo fisiologico di difesa in risposta a virus e batteri; l'innalzamento della temperatura corporea potenzia infatti e rende più efficace l'azione del sistema immunitario contro i microbi”.
“L'utilizzo dei farmaci antipiretici ha lo scopo di alleviare il malessere manifestato dal bambino, minimizzando possibili complicanze quali inappetenza e disidratazione, ma non cura la malattia che ha causato il sintomo "febbre". Per questi motivi, è importante valutare non solo la temperatura ma anche le condizioni generali del bambino ed utilizzare i farmaci solo quando segnali di malessere si associano alla febbre. Da ricordare che un bambino di età inferiore a 3 mesi con febbre deve essere sottoposto a immediata valutazione medica”.
"I farmaci antipiretici più comunemente utilizzati sono il paracetamolo e l'ibuprofene", continua la dottoressa Biral. "È importante non coprire eccessivamente il bambino nella fase in cui manifesta brividi e innalzamento della temperatura, ma soprattutto dopo aver somministrato il farmaco antipiretico, per permettere la sudorazione e l'evaporazione del sudore che consentono di ridurre la temperatura corporea".
"Non è consigliato l'utilizzo di metodi fisici, tipo spugnature, perché risultano mal tollerati dal bambino, e riducono di pochi decimi di grado la temperatura corporea", conclude.
Quando rivolgersi al medico
Nei primi due anni di vita i bambini hanno spesso la febbre, soprattutto se frequentano l’asilo nido: talvolta sono legate a lievi infezioni virali passeggere, altre volte invece necessitano di una terapia farmacologica.
Se il bambino è nel suo primo mese di vita, in caso di febbre dev’essere immediatamente visitato da un medico. Se il lattante che ha la febbre ha uno, due o tre mesi, è sempre necessario chiamare il pediatra se la temperatura supera i 38°C. Se non c’è questa possibilità, bisogna recarsi al pronto soccorso.
Superati i tre mesi, occorre valutare il comportamento del bebè. Quando preoccuparsi per la febbre del neonato, dunque? Se appare mogio, sofferente o irritabile occorre chiamare il pediatra senza indugio; in caso contrario, si può aspettare per 24 ore per capire come si evolve.
Dai sei mesi in su, il pediatra va chiamato in caso di febbre che dura da più 24-48 ore o quando sono presenti altri sintomi quali mal di gola, tosse, mal d’orecchio e vomito.