Scuole alternative: quali sono, come operano, dove sono
Le scuole alternative in Italia sono in crescita: tra Metodo Montessori e Staineriana, Scuola libertaria e outdoor, Homeschool e scuola senza zaino scopriamo come funzionano e dove sono.
La situazione generale in Italia riporta che molte famiglie sono sempre più scontente della scuola tradizionale e vorrebbero, o già scelgono, metodi alternativi per l’educazione dei propri figli.
Sono così nate sul territorio italiano molte scuole alternative alla metodologia classica della scuola pubblica italiana e negli ultimi anni queste realtà stanno letteralmente esplodendo di numero rispondendo alla forte necessità di avere un’alternativa per l’educazione dei bambini.
Nella scuola tradizionale italiana vi sono programmi specifici per ogni anno scolastico e il metodo educativo è solitamente di impartire nozioni agli allievi senza che abbiano libertà di scegliere cosa imparare, come e con che metodo impararlo, quando farlo e con chi farlo.
Le scuole alternative invece hanno una visione differente in cui il bambino e le sue scelte sono sempre al primo posto.
Lasciano infatti sempre maggior espressione alla volontà del bambino e la scuola diviene così il luogo dove il bambino può esprime le sue capacità e dove può sviluppare le sue competenze prendendo autonomamente decisioni sulle questioni che lo riguardano direttamente.
Nelle scuole alternative la visione di base vede nel bambino la spontanea capacità di apprendere, di relazionarsi ed evolvere in modo libero e autonomo.
Andiamo a conoscere i modo più specifico i principali metodi utilizzati nelle scuole alternative che possiamo trovare in Italia.
Il metodo Montessori
Le scuole Montessori vengono conosciute anche con il nome di “case dei bambini” proprio come le chiamava Maria Montessori creatrice, nei primi anni del Novecento, di questa metodologia. Il nome indica già di per sé quanto sia importante il bambino in questo metodo e di come venga posta l’attenzione su di esso e sulle sue capacità innate.
Infatti Maria Montessori crea questo metodo osservando lo spontaneo interesse che i bambini hanno verso il conoscere nuove cose e l’impulso a sperimentare nuovi modi di agire. Secondo il metodo Montessori e-ducare significa infatti “tirare fuori” permettendo al bambino di far uscire dalle proprie risorse interiori le capacità del saper fare e saper essere.
Il bambino è visto come un essere completo e non come un vaso vuoto dove bisogna mettere nozioni e insegnare comportamenti. L’apprendimento diviene così uno dei tanti effetti attraverso i quali il bambino sviluppa le sue capacità interiori e l’errore diventa una risorsa di auto-correzione in cui il bambino diviene maestro di sé stesso.
Nel metodo Montessori vi sono molti strumenti e materiali didattici offerti al bambino in uno spazio appropriato e su misura. Gli insegnati sono presenti e supportano i bambini senza però intervenire direttamente nel processo di apprendimento per poter lasciare così al bambino la libertà di auto-sviluppare le proprie capacità secondo i propri personali ritmi e con piacere anche di fare e riuscire da sé.
Le uniche “regole” sono legate al rispetto degli oggetti e delle persone: viene ricordato di non rompere o usare in modo improprio gli strumenti didattici e di non disturbare o picchiare gli altri bambini.
Le scuole Montessori si sono diffuse in tutto il mondo trovando maggiori sostenitori e consenso all’estero più che in Italia. Comunque anche nel nostro paese attualmente esisto più di 500 scuole Montessori, sia pubbliche che private, con oltre 40mila studenti con maggiore sviluppo nella fascia dell’infanzia e della scuola primaria.
Le regioni con il numero maggiore di scuole montessoriane sia pubbliche che private sono la Lombardia, le Marche, il Lazio e la Puglia.
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Scuola Steineriana
La scuola Steineriana nasce dalla pedagogia ideata da Rudolf Steiner che, nei primi anni del Novecento, ha inoltre sperimentato e diffuso una più ampia filosofia basata su una nuova visione del uomo chiamata antroposofia.
Il centro della metodologia rimane il bambino che deve essere lasciato libero di imparare e sviluppare le proprie potenzialità senza avere condizionamenti o imposizioni di alcun tipo. Secondo Steiner l’uomo è composto da tre parti essenziali corpo, anima e spirito: la parte fisica con i sensi, la parte interiore con i sentimenti e la parte superiore degli ideali.
Nelle scuole Steineriane sono proposte quindi molte attività per sviluppare tutte le diverse parti del bambino. Ad esempio ci sono attività creative e manuali con lavorazioni artigianali di materiali quali il legno oppure attività artistiche come pittura, scultura, musica ma anche cucito, cucina e giardinaggio. Il ruolo degli insegnanti è quello di educare sostenendo il bambino nel suo personale processo evolutivo lasciando così la più completa libertà nella scelta delle modalità e dei tempi che servono al bambino.
Le scuole riconosciute ufficialmente steineriane in Italia sono oltre 85 con istituti di oltre 1200 allievi. Inoltre possiamo contare anche molte altre scuole soprattutto private che sono nate prendono spunto e basandosi sulle ideologia del metodo steineriano.
Negli ultimi anni queste scuole hanno avuto addirittura raddoppiato le iscrizioni degli allievi nonostante la crisi in cui l’Italia si trova e questo sempre grazie a modello di pedagogia alternativa che viene proposto.
Scuola senza zaino
La scuola senza zaino nasce in questi ultimi anni dal idea di Marco Orsi dirigente scolastico di Lucca che ha portato questo nuovo metodo nelle scuole private prima della sua provincia poi diffuso in tutta la regione e in Italia sino a contare 160 scuole tra il Nord Italia, la Toscana e la Puglia.
L’idea nasce dall’osservazione degli zaini dei bambini che nelle scuole comuni sono costretti a portare da casa tutti i materiali creando così a ciascuno studente un forte senso del possesso dei propri oggetti oltre a un attenzione sempre più rivolta alla propria individualità. Questo spesso sfocia nella comparazione con gli altri, nel giudizio e nella “competizione” sia per gli oggetti materiali che nel approccio di apprendimento.
Invece in questa di scuola senza zaino l’idea è stata quella di creare ambienti accoglienti e ospitali che invitino i bambini alla condivisione con materiali in comune, banchi posizionati a isole insieme e possibilità di apprendimento con strumenti tattili e digitali che invitano la condivisione.
Lo zaino che i bambini portano a scuola diviene così piccolo e leggero potendo trovare già a scuola tutti i materiali necessari per le attività che verranno svolte. Questa educazione è basata quindi sul creare un senso di comunità, di condivisione, di cooperazione, di ospitalità e anche sul senso di responsabilità.
Scuola libertaria o democratica
Le scuole libertarie non hanno un insegnamento codificato ma sono gli allievi insieme ai docenti stessi che, giorno per giorno, scelgono e organizzano le materie di studio e i metodi di apprendimento. Persino le regole all’interno della scuola sono decise dagli allievi diventando anche questo un ottimo strumento per educare se stessi a darsi dei limiti e dei confini che siano auto-accettati e conformi al proprio sentire e a quello degli altri.
Nelle scuole libertarie viene preso a fondamento che ogni bambino è differente dagli altri ed è capace autonomamente di scegliere ciò che vuole imparare avendo innata la spinta a crescere e conoscere spontaneamente. Lasciando i bambini liberi di esprimersi ciascuno troverà la via più adatta alle proprie potenzialità e chiederà agli educatori supporto per scoprire nuovi argomenti e strumenti conoscitivi.
La scuola libertaria non ha obbligo di frequenza ed è, come dice il nome, “libera di essere frequentata dai bambini”. Curioso notare che i bambini che vengono portati dalla scuola tradizionale in questa scuola alternativa prendono un primo periodo di pausa dalle attività restando spesso fuori dalle classi per poi scegliere successivamente di partecipare liberamente a ciò che preferiscono fare e apprendere.
In Italia si cominciano a sviluppare le prime scuole libertarie a Bologna, a Brindisi, ad Ancona, a Verona, a Genova, a Modena e a Milano.
La scuola libertaria Kiskanu di Verona conta più di 220 ragazzi che hanno passato gli esami di terza media ed è uno dei più conosciuti esempi di scuola democratica. Una delle realtà invece più partecipativa e di più lunga durata è Summerhill in Inghilterra.
Outdoor education: le scuole nel bosco
La scuola nel bosco o dall' inglese "outdoor education" indica appunto il metodo di stare all’aria aperta invece che all’interno delle aule scolastiche. Queste scuole hanno infatti sì uno spazio coperto o al chiuso in cui fare attività ma prediligono il più possibile di stare a imparare nella natura.
Inoltre, proprio l’ambiente esterno, i luoghi verdi e soprattutto i boschi diventano lo spazio ideale per scoprire e conoscere il mondo. Quale migliore esperienza di vivere le 4 stagioni in un bosco imparando direttamente con le proprie mani, la propria pelle e con i propri occhi come il mondo cambia a seconda delle stagioni? La natura diventa così l’insegnante principale in queste scuole nel bosco e con la curiosità dei bambini si delineano le necessità a cui le materie didattiche e le attività devono rispondere.
In Italia le realtà delle scuole nel bosco stanno nascendo sempre più numerose e solitamente sono più strutturate nella fasce di età pre-scolare. Un esempio da ricordare sono gli agriasili che nascono proprio dal creare realtà educative alternative per i bambini dai 3 ai 6 anni in ambienti rurali come le fattorie agricole.
Il censimento delle scuole nel bosco non è ancora stato eseguito ma sicuramente vi sono diverse decine di esperienze in tutta Italia che stanno iniziando e esperimentando tale metodo outdoor. Ricordiamo il bando INFEA del 2010 per i Centri di Educazione Ambientale che ha visto nascere il progetto “la scuola nel bosco” in Emilia Romagna.
Homeschooling o scuola parenterale
Come dice il nome l’Homeschool è la scuola organizzata a casa, negli ambienti familiari e comuni per il bambino. Anche in questo caso non vi sono veri e propri programmi didattici e viene lasciata libertà all’autonomia del bambino di scegliere le materie di studio e le attività da fare.
Alcune realtà possono essere comunque più strutturate rispetto ad altre a seconda degli educatori e dei bambini coinvolti. Nell' homeschool i genitori diventano spesso responsabili dell’educazione diretta dei propri figli o partecipano insieme ad educatori professionali a tale funzione.
L’ambiente di casa viene così riorganizzato per avere anche la funzione didattica educativa e spesso questo approccio viene condiviso con altri genitori che accomunano l’educazione in spazi familiari comuni creando piccole comunità e collettività.
La scuola famigliare viene conosciuta anche come “scuola senza scuola” ed in Italia è regolamentata legalmente con il diritto di poter istruire i propri figli a casa senza mandarli a scuola. Il riconoscimento delle conoscenze e delle competenze avverrà con il superamento dei tradizionali esami che avvengono nella scuola pubblica.
In Italia questa scelta di educare i figli a casa sta cominciando a contare sempre più realtà ed inoltre dalla Germania è arrivata una figura professionale, la tagesmutter ,che ha studiato per adibire la propria casa all'educazione a misura di bambini potendo così offrire un alternativa di scuola familiare.
Solitamente sono realtà per bambini di età pre-scolare la potranno sempre più svilupparsi esperienze di bambini che studiano a casa in realtà collettive di 4-6 bambini.