I benefici della gratitudine
Perché ringraziare ci fa bene e quanto ha a che fare con il lasciar andare? E, se è vero che attiriamo noi gli incontri, quanto conta anche saper dire grazie quando lo si sente? Quando invece diciamo grazie mossi da altri fini? Un excursus tra riconoscenza, grazia, forza e... senso di colpa
Il grazie nel presente ha una sua potenza ma richiede anche un'ascolto interiore non indifferente.
Ci sono forme di gratitudine espresse senza cuore o per togliersi dalla coscienza qualcosa. Ci sono forme di gratitudine che hanno altre mire, altri obiettivi o finalità.
Poi ci sono i grazie che non riesci a dire a chi ti ha spezzato il cuore, perché è immediato puntare l'indice o cedere al dolore, senza dare anche un respiro differente all'accaduto, una prospettiva che sappia di eternità.
Si dovrebbe invece ricordare che ogni persona potrebbe per noi rivelarsi una lezione e, che se abbiamo attirato quell'incontro in questa esistenza in un dato momento, qualcosa voglia dire.
Entriamo insieme nella complessa dimensione della gratitudine.
Dire grazie: i benefici
Esprimere gratitudine equivale a generarsi una fonte a scorrimento continuo di felicità, generarla nella persona che viene ringraziata ma anche in chi ringrazia.
Esperimenti in tema di gratitudine ne son stati fatti molti. Ad esempio, nel caso del video dedicato alla potenza del dire grazie (guarda infondo all'articolo) i partecipanti sono stati chiamati a pensare a qualcuno che per loro avesse fatto qualcosa di straordinario e li avesse fatti sentire speciali; si trattava di scrivere delle righe su qualcuno che avrebbero voluto ringraziare dal cuore.
Una volta scritta una breve lettera, i partecipanti non potevano immaginare che sarebbero stati invitati a chiamare la persona in questione e leggergliela.
Bene, il livello di felicità che era stato testato su tutti i partecipanti, dopo la lettura al telefono di quelle parole di gratitudine, si era alzato di un range che andava dal 4% al 19%.
Ancora, nello speech di TED Katia Sol spiega il potere della gratitudine iniziando il discorso stesso con espressioni pure di gratitudine. In sintesi la Sol, dopo aver invocato anche un canto al Grande Spirito, illustra il potere trasformativo della gratitudine inserendolo in una dimensione di riorganizzazione generale dei modelli di leadership.
La Sol invita l'uditorio a immaginare come sarebbe vivere in una città dove la gratitudine permea ogni aspetto del reale, a partire dall'alba fino al tramonto.
L'esperimento è inserito nell'Ecology of Leadership program presso il Regenerative Design Institute, fondato e diretto da Christopher Kuntzsch e James Stark. Si tratta di ripensare in termini di cooperazione, rigenerazione e ricordando l'importanta delle connessioni, con noi stessi, con gli altri, con la natura.
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La gratitudine come terapia
Essere grati è a tutti gli effetti un atto trasformativo e come tale attiva un processo di autoguarigione potentissimo. Perché?
- Vi rende alchimisti veri e propri. Vi dà la possibilità di colorare la vita, trasformare, uscire dalla dualità di positivo e negativo e vi consente di entrare in una dimensione di sorpresa pura, costante.
- Dire grazie significa affermare la vita e affermarsi in essa, nel suo fluire.
- Vi dona "occhi nuovi", ovvero la possibilità di rinfrescare lo sguardo su qualcosa di meraviglioso che magari veniva trascurato da tempo.
- Vi permette di affrontare le dinamiche relazionali in modo totalmente diverso. Non che dobbiate evitare di esprimere rabbia quando sorge, ma vi permette di diventare talmente abili da usare quell'emozione e ringraziare il fatto di poterla provare. Anche stare in una giusta rabbia è un'esperienza meravigliosa.
- Aumenta le possibilità che vi apriate all'esistenza, alla meravigliosa arte di improvvisare.
- Vi fa sorridere di più. E ciò arreca beneficio anche al diaframma e ai muscoli facciali;
- Vi connette a qualcosa di molto immenso, indicibile, "ineffabile", per dirla con Dante Alighieri.
Quali sono i benefici del chiedere scusa?
Guarda il video "La Scienza della Felicità- Un esperimento di gratitidine"