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La saggezza di chi impara a improvvisare

Se ascolti la pancia e sei a un bivio, ascolta meglio. Se ti affidi, sviluppi anche attenzione. Improvvisare non significa andare a caso, anzi. Improvvisare significa essere connessi, godersi il viaggio, osservare. A partire dal libro di Patricia Ryan Madson “La saggezza dell’improvvisazione”, analizziamo un’arte che possiamo far nostra in qualsiasi momento

La saggezza di chi impara a improvvisare

La mente è un’arma?  

In tempi (recenti e non) capita di sentire in giro condanne verso la mente. Pensata come un nemico, come un’arma tagliente. Ero a cena qualche sera fa con una persona molto importante della mia vita e si rifletteva proprio sul concetto di “arma”.

Quando abbiamo sfoderato i cellulari per cercarne l’etimologia, eravamo già entrate nella faccenda del corpo umano. Siamo pieni di piccoli difensori che agiscono mentre noi ridiamo, prendiamo caffè, offriamo tè, apriamo porte, facciamo colazioni, sbadigliamo, saltiamo, ci mettiamo sotto la doccia, parliamo di qualcosa che ci sta a cuore, facciamo la spesa e così via.

Personalmente, percepisco la parola “arma” duttile quanto “danza”. Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti: “Si danza per invocare la fertilità / si danza prima del sesso o di un combattimento / si danza per riscaldarci dal freddo che fa / si danza per imitare il lavoro del vento.” (Dalla canzone "Temporale”, nell’album “Safari”).

L’intenzione varia il significato. 

 

Modalità random quotidianamente attiva

Dove eravamo? Ah, sì, la mente.

Arma per? Difenderci da noi stessi. Probabile. Attaccare ovvero iniziare a conoscersi. Altrettanto possibile. Qualsiasi significato le diate, la mente è uno strumento, è lì per noi come tutte le cose che ci sono state date. Senza libretto di istruzioni. 

Poi i guru, i maestri, gli insegnanti, i genitori, i bidelli, i parenti più o meno serpenti, quelli che ci educano su doti non innate come scrivere, camminare, ecco: c’è un grande esercito pronto a programmare. Tra i vari libretti delle istruzioni non nascondo che la poesia greco-romana non è male. Non tanto perché ti insegna a eccellere se gli altri eccellono (sano agonismo), ma per l’amore, le parti che agiscono in noi. Due guerrieri possono sentirsi chiamati a battaglia per motivi completamente diversi. Un amico disonorato, una patria da difendere. In ogni caso qualcosa li spinge, li motiva, in alcuni casi li acceca. Non so quando fate movimento, come vi regolate con la musica, ma alcune tra le persone più interessanti che conosco lasciano la modalità random.

Come dire al lettore musicale: vai, scegli tu.

Non ho sufficienti conoscenze tecniche per sapere come questo avviene e dunque, come di solito accade, lascio che il pensiero magico ci si sieda sopra. E si aprono le possibilità di epifanie. Le modalità per staccare la mente e trovare sollievo, conforto, spinta o altro in una canzone. 

Se scambiamo il lettore musicale per un attore che improvvisa bene, possiamo imitarlo. Che poi non esiste un improvvisare bene o male. Esiste un farlo, punto. 

 

Riscrivere il copione: buone abitudini e improvvisazione

Mi è molto simpatica Patricia Ryan Madson, insegnante di recitazione presso la facoltà di arte drammatica dell’università di Stanford (USA). La donna vulcano in questione insieme al marito dirige il california Center for Constructive Living e fa parte della commissione del San Francisco Zen Center. Il suo libro “La saggezza dell’improvvisazione. Non pensare, agisci” in Italia è pubblicato da Barbi Editore. Il testo stesso è pieno di pratica, poca teoria.

E funziona perché si basa sul vissuto.

Ad esempio, l’autrice fa tai chi. E al ritorno a casa dopo la lezione ama godersi il silenzio. Un giorno un’altra praticante le chiede un passaggio. Con un piccolo sforzo l’autrice vince il suo “esser orsa” e accetta. Durante il tragitto si scoprono entrambe afflitte da dolori lombari. A fine tragitto l’autrice riceve il numero dell’agopuntura che ha risolto i problemi della donna. Chi ha fatto il favore a chi? Quanto è stato importante dire sì?

Tra le massime per vivere improvvisando, possiamo elencarne alcune che si possono esperire con un certo ritorno immediato:

  • Fate attenzione al presente. Date valore a questo fattore. Non permettete che l’ansia da preparazione vinca sul momento che si vive.
  • Affrontate i fatti per quello che sono. Aprite le braccia come un bel Buddha sorridente, un Cristo risorto. Guardate le cose per quello che sono. E’ il modo migliore per muoversi a partire dalla propria posizione.
  • Ringraziate se qualcosa vi viene offerto. E accettate. (Chi scrive sta lavorando intensamente su questo versante, che sembra il più semplice, eppure…).
  • Siate grati.
  • Rendetevi conto che non siete soli. Isolarsi è il modo migliore per smettere di sorridere e perdere opportunità.
  • Sbagliate. Il clown quando cade non si va a nascondere, fa un inchino al pubblico. Sdrammatizzate, condividete l’errore. 

Sono regole molto in linea con il Tao e la prassi yogica.

Le accendiamo? Sì, dai, subito.

Buon imprevedibile resto delle giornata a voi. 

 

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